Posted on 28 Marzo 2011.
Era il 1974. Il pubblico salentino, un po’ incuriosito e un po’ stranito, ascoltò per la prima volta un genere musicale nuovo che veniva chiamato “rock progressivo”. Era quello delle Orme, il gruppo che insieme alla Premiata Forneria Marconi e al Banco del Mutuo Soccorso formava una sorta di “triade” del prog italiano.
Da allora la band veneziana è tornata più volte nel Salento, terra che considera una seconda casa: “Salento amore mio, terra baciata da Dio”: con queste parole Michi Dei Rossi, storico batterista delle Orme, ha salutato il pubblico che il 25 e il 26 marzo si è radunato al teatro Illiria di Poggiardo per le due tappe leccesi del tour 2011. La band ha presentato il nuovo album, “La via della seta” e ha suonato i brani più cari ai fan: “Gioco di Bimba”, “Sguardo Verso il Cielo”, “Cemento Armato”, “Felona e Sorona2. Le sonorità degli anni Settanta si sono evolute, senza dimenticare lo spirito della tradizione prog. Un genere, d’altronde, cui è congenita la costante sperimentazione e che dunque, per certi versi, si contestualizza nei tempi in cui vive e respira. Ha contribuito alle continue ricerche anche la storia travagliata della band, oggi guidata dallo storico batterista Michi dei Rossi, unico componente del nucleo originale. Con il tastierista Michele Bon, nelle Orme dalla fine degli anni Ottanta, voltata la pagina “Aldo Tagliapietra”, alla voce è subentrata dal 2010 un’altra pietra miliare del prog, Jimmy Spitaleri, ex dei Metamorfosi. Gli altri tre musicisti sono molto giovani ma sicuramente più che all’altezza delle Orme, sulla stessa lunghezza d’onda e in grado di eseguire un’opera d’arte qual è “La via della seta”.
Le Orme tornano ancora, come da tradizione prog, con un concept album; “Incontro dei Popoli”, “Verso Sud”, “Mondi che si Cercano”, “29457, L’Asteroide di Marco Polo” sono brani chiaramente emblematici del tema di “La via della seta”: la tolleranza, l’incontro delle genti che sin dai tempi antichi hanno trovato la loro giusta dimensione sulla Via della Seta, una metafora con cui l’uomo abbraccia differenti culture e religioni.
E quale brano poteva aprire il concerto in una tappa salentina se non “Verso Sud”: uno struggente assolo di chitarra dà l’attacco a una lunga introduzione strumentale. Senza dubbio i nuovi brani presentano strutture melodiche che rievocano il prog dei pezzi storici della band. Un concerto molto attraente e piacevole sia dal punto di vista sonoro che visivo: bellissimo e malinconico duetto di pianoforti in chiusura di “Verso Sud”, che dialogano in una intensa osmosi; i due musicisti restano soli sul palco per guadagnare il centro della scena. Piccole grandi perle si susseguono durante lo spettacolo: l’intermezzo strumentale del brano che dà il nome all’album richiama una sorta di marcia per la redenzione; i musicisti abbandonano uno per volta il palcoscenico fino a che non resta Michele Bon, solo, con il riff della sua tastiera che si ripete più volte. A concerto inoltrato Michi dei Rossi fa il suo assolo di batteria lasciando tutti con il fiato sospeso con le sue maestrie e la sua creatività; quando con le sue bacchette, spostandosi da tom e timpani, finge di suonare in aria, sembra di sentirla vibrare come le pelli della sua batteria.
Tra il pubblico giovani e meno giovani. I fan di sempre, i ventenni degli anni Settanta, non sembrano infastiditi dall’assenza della formazione storica: cantano, urlano, applaudono, rivivono la loro giovinezza. Alla domanda “Il prog è un genere di nicchia o un genere passato di moda?” Michi tiene a sottolineare che “Il prog è un genere colto”.
La mostra fotografica itinerante “Progressivamente 70”, allestita come una speciale scenografia, ha contribuito a compiere un viaggio nel mondo musicale degli anni Settanta con foto rare in bianco e nero di artisti del mondo prog internazionale, tra i quali i Genesis, Frank Zappa, Gentle Giant, Alan Sorrenti, Banco del Mutuo Soccorso, Franco Battiato, Jethro Tull, le stesse Orme e tanti altri.
Hanno aperto le due date poggiardesi i “Cemento Armato”, band locale nata dall’iniziativa di Claudio e Francesco Giannetta che ripercorrono, omaggiandoli, i brani del rock progressive degli anni Settanta, con arrangiamenti del tutto inediti e personali; come hanno fatto con il successo delle Orme “Sguardo verso il cielo”, presentata all’Illiria in chiave remix. Hanno suonato, inoltre, in apertura, “Le Ombre”, cover band salentina delle Orme.
Luana Campa