Sarà la Fondazione Capece a restaurare i sei grifoni posti all’ingresso del municipio magliese. Si tratta di sei sculture in ferro battuto realizzate dal maestro Luigi De Carolis nel secolo scorso e poste a guardia del palazzo di città quale simboli di custodia e vigilanza. Nel corso degli anni le sculture, a causa dell’esposizione alle intemperie, avevano cominciato progressivamente a degradarsi perdendo, in qualche caso, anche numerosi pezzi. I sei grifoni, posti artisticamente sulle colonne della facciata del comune, hanno la funzione di porta lampade, sostenendo le bocce dei corpi illuminanti. “Il consiglio di amministrazione della fondazione Francesca Capece -spiega il presidente Dario Massimiliano Vincenti-vicino e sensibile, come da istituzione, alle necessità della collettività e della città, ritenendo opportuno recuperare dallo stato di grave degrado i grifi in ferro battuto che impreziosiscono la facciata del palazzo municipale, nella seduta del 21 novembre 2011 ha deliberato di farsi economicamente carico del restauro degli stessi, affidando la realizzazione dell’opera al maestro artigiano Raffaele Toma, che già in passato (negli anni Settanta) ne aveva assicurato la sopravvivenza”. La scelta di affidare il restauro al maestro Toma rientra quindi nel solco della continuità, non solo perché già intervenuto in passato sulle sculture ma anche perché allievo diretto del De Carolis, uno degli artisti-artigiani (secondo la definizione del critico Nicola Cesari) che diedero tanto lustro a Maglie nei decenni del Novecento. Cesari si riferiva al gruppo composto da Giuseppe Vella, Giuseppe Mangionello, Giovanni Portaluri, Giuseppe Conte e Antonio Montefusco, “personaggi -scriveva- che, pur nelle diverse specificità artistiche quali scultura, pittura, ferro battuto, arte del legno hanno realizzato opere di notevole spessore artistico-creativo”. L’intervento di restauro dopo alcuni interventi preliminari consisterà in una puntuale operazione di zincatura che dovrebbe preservare i grifoni per alcuni decenni. La fondazione Capece ha in questo modo cercato di interpretare “il sentimento della città tutta”, sollevando l’amministrazione (che dovrà ovviamente autorizzare il restauro conservativo) da un impegno non facile da sostenere in un periodo di congiuntura negativa.
Maurizio Tarantino