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A Maglie c’è Poplitic Icons di Fabio Leone

Aprirà al pubblico sabato 9 febbraio, alle 18, presso la Galleria Capece, in piazza Aldo Moro a Maglie, la personale di Fabio Leone dal titolo Poplitic Icons, che vedrà la rivisitazione di dieci famosi personaggi storici in chiave digital-pop. La mostra sarà visitabile anche domenica 10.

Si tratta di personalità di primo piano che vale la pena menzionare una ad una: Winston Churchill, Evita Peron, Mahatma Gandhi, John Fitzgerald Kennedy, Vladimir Ilic Lenin, Ernesto Guevara, Rita Levi Montalcini, Napoleone Bonaparte, Regina Elisabetta II, Martin Luther King.

L’arte digitale, in particolare quella Pop, che prende ispirazione – o quantomeno strizza l’occhio – dai grandi maestri del passato, geni delle discipline visuali come Andy Warhol (come non ricordare le sue Marilyn?), Roy Lichtenstein, James Rosenquist, solo per citarne alcuni, trova una delle sue più alte espressioni (nonché il suo maggiore successo commerciale) proprio nei ritratti di grandi personaggi, rivisitati nei modi più disparati. Che siano colori psichedelici e accesissimi o tonalità neutrali, i ritratti sprigionano quel senso di spaesamento che era tipico del pensiero Pop, e che si ritrova, in tempi recenti, nelle nuove generazioni di artisti che lavorano con il digital-pop.

Come dalle correnti neoplastiche, passando attraverso quelle dadaiste, si arrivava alla Pop Art, così da quest’ultima si sono sviluppati tanti modi di fare arte oggettiva, pur mantenendo degli aspetti peculiari che caratterizzano ogni singolo artista. Così, nell’era della rivoluzione digitale, gli artisti sono arrivati a confrontarsi con le nuove tecnologie e con tutti gli strumenti e le possibilità (potremmo dire infiniti) che queste offrono.

Un’arte indubbiamente immediata, come immediati sono i messaggi convogliati dalla pubblicità, a partire dai cartelloni stradali e dagli spot televisivi, fino alle modernissime tecniche persuasive che si possono trovare in Rete. Un’arte dall’impatto visivo forte e, per certi versi, permanente nelle menti degli utenti. Un’espressività che non poche volte usa l’ironia e sembra mettere in guardia contro l’omologazione e la ripetività dell’individuo moderno e delle sue stesse emanazioni artistiche.

 

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A Zollino prende il via il Progetto Polysong

Prende il via a Zollino, con il primo incontro informativo che si terrà giovedì 7 febbraio alle 18 presso l’Auditorium Tondi, il Progetto Polysong, programma di cooperazione territoriale europea, Grecia-Italia 2007-2013, che prevede la partecipazione dei comuni di Calimera, Sternatia e Zollino.

La prima giornata informativa avrà come titolo I Canti Polifonici di Tradizione Orale della Grecìa Salentina. Sono previsti i saluti iniziali dei partners greci e italiani, cui seguiranno i contributi degli studiosi Luigi Chiriatti e Francesca Zacheo. L’evento è organizzato dal Comune di Zollino, la produzione è curata da Kurumuny.

Il Progetto Polysong interessa due paesi del mediterraneo vicinissimi, non solo geograficamente ma anche per ciò che concerne tradizioni, consuetudini, usanze. Tra Grecia e Italia, infatti, affinità rilevanti si possono scorgere specialmente in ambito folclorico e musicale, dove musica e parole, canti e danze popolari sembrano trovare svariati punti d’incontro.

Questa vicinanza è indubbiamente riscontrabile non solo in campo prettamente musicale e canoro ma, con una certa ovvietà, anche nel percorso storico dei due paesi, che da secoli condividono, oltre all’area geografica, anche cultura e commerci. Non può essere dimenticato, inoltre, il fatto che il nostro meridione per molto tempo abbia rappresentato – con la Magna Grecia – uno dei centri più alti del sapere, dando i natali o vedendo all’opera grandi personalità come Pitagora, Archimede, Parmenide, solo per citarne alcune.

Tenendo in considerazione le radici storiche e tradizionali che interessano l’area mediterranea italo-greca, il Progetto Polysong si propone come obiettivo primario quello di salvaguardare le caratteristiche tipiche delle culture greca e italica, creando un collegamento tra le due, mettendo in risalto le somiglianze, tutto nel rispetto delle differenze, che verranno considerate fonti di arricchimento per entrambi i popoli e stimolo alla ricerca e alla comprensione dei rispettivi saperi.

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La scrittura e le sue forme. A Maglie parte un corso di scrittura creativa

La scrittura e le sue varie forme. Ѐ questo, in sintesi, il tema centrale del corso di scrittura creativa – a cura dell’associazione Soni Boni di Maglie – che prenderà il via a fine mese. La presentazione con piccolo aperitivo annesso è prevista per il 23 febbraio alle ore 19, presso la sede dell’associazione sita in via Angelo Lezzi. Sono previste due lezioni settimanali sino a fine maggio e il costo è di 20 euro al mese per ogni partecipante. Le suddette lezioni, tenute da Angela Leucci, giornalista, scrittrice e blogger, saranno finalizzate alla scrittura di racconti, poesie, articoli e post, attraverso l’analisi di testi narrativi, poetici, ma anche musicali, e studio delle strutture narrative tra cinema e scrittura. I punti del programma sono i seguenti:

  • Fare un piano dell’opera. Il narratore. Utilizzo del vissuto per la creazione di fiction. (composizione primo testo)
  • I personaggi e la loro psicologia/evoluzione.
  • La raffigurazione della divinità, dalle Mille e Una Notte a Irvine Welsh.
  • I generi letterari: il giallo e il noir.
  • Le caratteristiche della lingua (dimensione diatopica, diamesica, diastratica e diafasica). Cenni storici di linguistica italiana e grammatica storica.
  • Il romanzo generazionale. Mistandivò, Il Giovane Holden, Le Regole dell’Attrazione.
  • La scrittura rosa, da Ali a Diario di un Killer Sentimentale.
  • L’intervista orale, il caso di Rabbia.
  • Il femminismo postmoderno inglese. Antonia Byatt, Angela Carter, Jeannette Winterson. (composizione secondo testo)
  • La poesia antica e la poesia contemporanea. Solo una questione di metrica?
  • Tra poesia e musica: la parabola della droga nel rock classico.
  • I poeti maledetti e la beat generation.
  • La poesia contemporanea. (composizione terzo testo).
  • Spunti e iconografia: a cosa servono e come si usano?
  • Le strutture narrative, dal cinema alla scrittura. American Beauty, Pulp Fiction, I Tenembaum.
  • Barry Gifford tra cinema e scrittura.
  • Dal cinema alla scrittura, il caso di Teorema.
  • Dalla scrittura a (forse) il cinema, il caso di Studio per Mariage 80. (composizione quarto testo).
  • Il tabloid, la rivista, il quotidiano. Corsivo, editoriale, cronaca, sport, spettacoli e approfondimento.
  • Come si scrive un articolo o una recensione. (composizione quinto testo).
  • Nuovi strumenti per la scrittura: il blog, come funziona, cosa si vuole comunicare e come.
  • Il giornalismo partecipativo: una buona occasione o solo confusione?
  • Differenze sostanziali tra blog e giornalismo. (composizione sesto testo).

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A Galatina Le Parole di un Teatro

Martedì 5 febbraio, alle 18, presso il Palazzo della Cultura di Galatina, nell’ambito delle iniziative Identità in Dialogo – Prospettive Meridiane, promosse dal Comune di Galatina, l’Università Popolare Aldo Vallone, il Comune di Galatina e Astragali Teatro presentano il primo dei cicli di incontri Le Parole di un Teatro, con la presentazione del volume Un Teatro in Palestina. L’Esperienza di Astragali Teatro nei Territori Occupati.

Interverranno: Fabio Tolledi, curatore del volume, l’assessore Daniela Vantaggiato e Francesco Luceri, vicepresidente dell’Università Popolare Aldo Vallone.

Di recente uscita per i tipi di Astragali Edizioni e primo volume della collana Atletica, Un Teatro in Palestina è dedicato all’esperienza vissuta da Astragali nel 2010 nei territori occupati in occasione del progetto Roads and Desire, Theatre Overcomes Frontiers.

Dalla casa editrice fanno sapere che:

Il volume restituisce una parte significativa dei materiali prodotti dal gruppo di lavoro impegnato nella ricerca azione e dei diari di lavoro delle attrici e degli attori della compagnia, sottolineando già in questo modo una particolarissima e rara pratica di lavoro. Cosa sono le pratiche culturali in un territorio che vive da più di cinquant’anni un’occupazione militare ed un costante esproprio delle proprie terre? Come pensare un intervento culturale in un contesto stravolto da uno straordinario processo di colonizzazione e pulizia etnica? Sono queste alcune delle domande da cui si dipanano i numerosi interventi presenti, e da cui ha preso origine il progetto e la concreta esperienza del lavoro teatrale.

Gli appuntamenti proseguiranno ad Aradeo e Galatone, per il ciclo di incontri dedicato ai volumi di Astragali Edizioni.
Per informazioni si possono consultare i siti internet di Astragali Teatro e di Università Popolare Aldo Vallone.

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FiorDiCappero presenta il laboratorio empirico Voce all’Armonia

Domenica 10 febbraio, dalle 11 alle 12.30, presso FiorDiCappero, in via Tammaro a Casarano, si terrà il primo incontro del laboratorio empirico Voce all’Armonia.

Voce all’Armonia è un interessante itinerario interiore – ma non solo – che va in direzione della riscoperta del Sé, come ben spiegano gli organizzatori:

Il percorso attraverserà, a partire da esperienze guidate, l’universo della voce in una riscoperta del sentire e dell’espressività. Insieme indagheremo vari temi che ruotano intorno al mondo della vocalità per accedere in maniera nuova all’ascolto di se stessi e dell’altro, da soli e in gruppo. Viaggeremo nel rispetto del dialogo e nello scambio dell’incontro, uscendo dagli schemi, dandoci permessi, approcciando anche il silenzio e le sue magie. La voce non sarà soltanto quella che intendiamo quando si utlizzano le corde vocali ma anche la voce del corpo. Sperimenteremo come parliamo coi gesti, come ci esprimiamo senza parlare.

Il percorso avrà una durata di quattro mesi, con appuntamenti fissati una volta alla settimana per un tempo di un’ora e mezza. Nel caso si presentasse la necessità di approfondire alcuni passaggi o temi, sono previsti degli incontri extra ai quali si potrà scegliere liberamente se partecipare.

Un’iniziativa che si prevede davvero coinvolgente e capace di stimolare i partecipanti. Aggiungono gli organizzatori:

L’approccio è empirico e olistico, cioè ci si considera a tuttotondo e all’opera: ci baseremo sul rilascio emotivo-corporeo, prevedendo un amplio ventaglio di esperienze individuali e di gruppo. Si tratta di giochi, role playing, meditazioni statiche e dinamiche, lavoreremo sui chakra o centri energetici principali. Ci serviremo anche della scrittura e del disegno, del ballo. Il nostro corpo sarà strumento musicale. Inoltre faremo delle esperienze si teatro sensoriale e di improvvisazione. Infine ci avvarremo del contributo della maestra Karina Schelde per liberare la nostra preziosa voce.

Per informazioni: ideakyo@gmail.com

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Due salentini al premio Solinas

Due salentini in finale per un premio nazionale di cinema. I 2 sono Chiara Idrusa Scrimieri e Davide Rizzo di Galatina – quest’ultimo ad Otranto ha lavorato alla produzione di Cusutu n’ Coddu nel 2011 – finalisti per il Premio Solinas, sezione Documentario per il Cinema 2013.

Il Premio Solinas, istituito nel 1986 sull’isola La Maddalena da un’idea di Felice Laudadio in memoria dello sceneggiatore e autore sardo Franco Solinas, scomparso prematuramente nel 1982 ed autore del romanzo Squarciò, e di film come La battaglia di Algeri, Kapò e Queimada di Gillo Pontecorvo, L’Amerikano di Costa-Gavras e Mr. Klein di Joseph Losey, è sempre all’incetta di nuove gemme per le premiazioni delle varie categorie. La giuria per i documentari composta da Alessandro Borrelli, Antonio Pezzuto, Giacomo Durzi, Gianfranco Pannone, Ilaria Fraioli, Michela Occhipinti, quest’anno ha scremato da 58 candidati i 9 finalisti.

Tra questi i lungometraggi intitolati 5 lettere randagie di Chiara Scrimieri e Il Filmmaker di Davide Rizzo, il quale ha collaborato per la realizzazione con Marzia Toscano, di felsinei ambienti.

Gli altri finalisti sono Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo di Felice D’Agostino e Arturo Lavorato, Free song di Cristina Mantis e Aboubakar Cissoko, Il partito preso delle cose di Irene Diomisio, Il ritorno a casa di Nicola Contini, Joyce L di Marcella Piccinini, Non è una fuga di Chiara Cremaschi e Carlo Cremaschi, Stretto orizzonte di Gaetano Crivaro.

Il premio è nato con l’intento di far conoscere una figura fondamentale in campo cinematografico, ma che lavorando nell’ombra di uno studio è poco nota al grande pubblico, quella dello sceneggiatore, necessaria per la buona riuscita di un opera cinematografica.

Il Premio Solinas è diventato un punto di riferimento indispensabile nella scoperta e la promozione di nuovi talenti e storie che hanno arricchito e rinnovato il panorama del cinema italiano ed internazionale.

Oggi, a oltre ventisette anni dalla prima edizione, sono molte decine gli autori che il Premio Solinas ha aiutato a farsi conoscere ed apprezzare e oltre 62 i film realizzati a partire da opere premiate e segnalate, molti dei quali hanno ottenuto fondi ministeriali, premi e riconoscimenti nei principali festival. Tra gli altri Marrakesh Express, I cento passi, Santa Maradona, La Seconda Volta, e L’Uomo in più, esordio di Paolo Sorrentino, uno dei più celebrati autori del nuovo cinema italiano e tra i più recenti La doppia ora, Dieci inverni e Una vita tranquilla; tra i documentari Cadenas, Valentina Postika in attesa di partire, Polvere – il grande processo dell’amianto, The Dark Side of the sun, ADHD – RUSH HOUR, La Casa del Padre.

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Alla libreria Volta la Carta presentazione del Calendario Antiracket 2013

Gli appuntamenti della libreria Volta la Carta di Calimera riprendono venerdì 1 febbraio, alle 18.30, con un evento importante: la presentazione del Calendario Antiracket 2013.

Il calendario, firmato dall’artista Mauro Bubbico e realizzato da Libera Puglia, Arci Puglia e Associazione Antiracket Giovanni Falcone e Paolo Borsellino di Montescaglioso, con il patrocinio del Comune di Montescaglioso e della Regione Basilicata, contiene le rappresentazioni di dodici volti – tanti quanti i mesi dell’anno – e di intense storie che vedono come protagonisti Emanuele Notarbartolo, Placido Rizzotto, Giovanni Spampinato, Giorgio Ambrosoli, Roberto Antiochia, Antonio Montinaro, Francesco Marcone, Silvia Ruotolo, Domenico Gabriele, Lea Garofalo, Giuseppina Pesce e Principessa.

Si legge sulla pagina Facebook dell’evento:

Uno spaccato eloquente su 150 anni d’Italia, percorsa nella sua totalità, temporalmente e geograficamente. I volti delle persone scelte, sottoposti all’attenzione di alcuni famigliari delle vittime, sono stati volontariamente rappresentati da Bubbico con tratti essenziali ma a tinte colori fluorescenti, per evidenziare, attraverso il colore, tutta la vita racchiusa nelle esperienze personali. Una sperimentazione artistica che il grafico materano aveva già utilizzato, con ottimo riscontro, in occasione della mostra Quindici Poster come Carte d’Agrumi. Mostra che ha girato l’Italia e l’Europa a bordo dei furgoni della Carovana Internazionale Antimafie, fino ad approdare al Salone dell’Educazione di Parigi.

Alessandro Cobianchi, presidente Arci Puglia e referente regionale Libera Puglia, spiega chiaramente il senso del calendario:

L’intento del calendario è di sottrarre alle mafie, idealmente e fisicamente, uno dei commerci per loro più floridi: quello degli agrumi. Le associazioni non intendono creare un business, ma lanciare un messaggio che vada in direzione di un’eticizzazione dell’economia. Non ci sono settori dell’ecomomia immuni dall’interesse delle mafie.

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Alla libreria Idrusa di Alessano c’è La B Capovolta di Sofia Schito

Martedì 29 gennaio, alle 19, presso la libreria Idrusa di Alessano in via Sangiovanni, si terrà la presentazione del libro La B Capovolta di Sofia Schito, edito da Lupo Editore. Dialogheranno con l’autrice la scrittrice Michela Santoro e Tiziana Cazzato.

Il romanzo della Schito, vincitore del premio letterario Torre dell’Orologio, Siculiana, 2012, nella sezione letteratura per l’infanzia e l’adolescenza Lo Scarabocchio di Giufà, affronta la spinosa tematica dell’Olocausto, tragedia immane che coinvolse milioni di persone.

Nella nota che accompagna il libro si legge:

Si può parlare della Shoah in tanti modi. In Se Questo è un Uomo Primo Levi lo ha fatto con poesia, coinvolgendo l’umanità intera in un capolavoro che tocca l’emozione di tutti, nel suo unire la bellezza della parola all’orrore umano. E in questa storia proprio Se Questo è un Uomo e Primo Levi guidano un bambino che vivrà con la grazia propria della sua età un evento che ancora gli uomini non si riescono a spiegare. L’infanzia entra nella Storia più cupa ed aberrante, provando a sfiorare il mistero del buio della coscienza dell’uomo europeo. Levi la accompagna nei luoghi del degrado della nostra civiltà, e lo fa con la sua presa immortale come intermezzo, che cerca di spiegare l’inspiegabile all’innocenza di chi non ha ancora saputo tutto dell’Uomo.

E ancora:

Questo romanzo ci condurrà per mano in un incubo che non può essere lasciato solo al passato. Una storia che ci porterà a sentire l’inesorabilità del male ammantato dall’ingenuità dell’infanzia e dalla profondità della letteratura. Un libro che fa della semplicità lo strumento di narrazione per rispettare quei fatti senza rinunciare all’immaginazione e alla speranza.

Proprio in questi giorni dedicati alla memoria, in cui si riportano alla mente i tanti orrori perpetrati dal Nazismo, un messaggio di speranza, come quello che sottende il romanzo della Schito, non può che aprire uno spiraglio di luce nel buio dell’umanità provata dal secolo breve e dai suoi spropositati mali, e far guardare ad un futuro meno nero.

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La Bottega del Rigattiere: la scrittura ibrida di Paolo Vincenti

È in libreria La Bottega del Rigattiere di Paolo Vincenti (Lupo Editore), bell’esempio di scrittura ibrida sospesa tra poesia e narrativa, teatro e musicalità della parola.

Un itinerario spazio-temporale dove le due dimensioni non sono mai date per scontate, ma che anzi faticano a manifestarsi, dando luogo a certe a-spazialità e a-temporalità che avvolgono il lettore col manto variegato e suadente del possibile nell’impossibile, del mostrarsi della parola anche dove la parola sembra nascondersi.

Un labirinto scritturale disseminato nel negozio personale di Paolo Vincenti, nel bric-a-brac della memoria senziente e subcosciente, dove le chincaglierie sono vita. A questo proposito sono chiare le parole di Carmen De Stasio, che nell’introduzione all’opera scrive:

La vita è un groviglio narrativo di episodi, prosodie, chiose, chiuse capitolazioni, capitoli e capitomboli. E allorquando si tratta di capitoli, sono due le opportunità: ovvietà e senso di acquiescenza. Nulla di questo compare nel testo di Paolo Vincenti. E d’altronde è lo stesso titolo a darcene misura.

Il percorso dello scrittore, così eclettico e decentrato rispetto al logos caratterizzante la messa in scena della parola a senso unico, porta, in questo lavoro, ad una quasi sublimazione della promiscuità alchemica dettata dalla formula verbo-voce-pensiero, in un tutt’uno cosmico che trascina l’astante verso una profondità concettuale e un’apertura alla semantica del senso-parola.

Attinente è quanto scritto a proposito dell’opera di Vincenti da Luciano Pagano su Musicaos.it:

La Bottega del Rigattiere di Paolo Vincenti è un testo che racchiude una grande ambizione, quella di costituire un’opera trans-genere, che si presenti allo stesso tempo come prosa, poesia, riflessione, romanzo, teatro; parola scritta e allo stesso tempo spettacolo della parola. Paolo Vincenti non è nuovo a questo tipo di ibridazioni letterarie e, in questa prova, ha raggiunto un equilibrio delle sue potenzialità espressive; non a caso, in contemporanea all’essere-libro della bottega, esiste uno spettacolo musicale-riflessivo-poetico, una sorta di wunderkammer rizomatica e itinerante ideata dall’autore.

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Dormi e sogna, dal 21 gennaio il nuovo videoclip dei Granma

Con un nuovo videoclip, pubblicato il 21 gennaio – è possibile vederlo su youtube al link http://www.youtube.com/watch?v=8OKbaiGY6bI – i Granma, una delle rock band salentine del momento, lanciano Dormi e sogna, il secondo singolo estratto da Non Cambierà, il loro primo EP pubblicato nel maggio del 2012, prodotto da Flavio Ibba e Umberto Iervolino con l’etichetta Red Rose.

Dormi e sogna è la dedica a una bambina alla quale le lacrime e la paura hanno preso il posto dei sogni perché impotente vittima della pedofilia. Un tema delicato trattato con la giusta congiunzione tra l’aggressività e la rabbia che solo con il rock si possono esprimere e la giusta dose di delicatezza adatta per parlare a una bambina. Una unione che caratterizza un po’ tutto il rock dei Granma, irruente e rumoroso, vicino all’intramontabile rock più classico di provenienza americana, tenue e leggero al contempo, grazie anche alla voce molto vicina al genere pop ricordando molto quella dell’ex Timoria Francesco Renga e a tratti anche quella del salentino Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.

La band è composta da Alfredo Quaranta alla voce, Davide QbA Apollonio al basso, dal chitarrista Andrea Martina e da Antonio Donadeo alla batteria. Il primo singolo, Non Cambierà, è stato incluso nella compilation Puglia Sounds New, pubblicata in allegato al numero di Novembre 2012 di XL di Repubblica.

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Ai Sotterranei di Copertino appuntamento con poesia e prosa

Lunedì 21 gennaio, alle 21, presso il circolo Arci Sotterranei, nel centro storico di Copertino, si terrà Dal Catrame alle Foglie che il Vento Sparge, evento attesissimo dagli amanti della poesia e della scrittura in genere.

L’appuntamento, che di solito si tiene il primo lunedì del mese, questa volta, in via del tutto eccezionale, è stato fissato per la seconda metà di gennaio. Si tratta di un’occasione in cui chiunque voglia leggere qualcosa di proprio o di altri autori potrà farlo in tutta libertà, in un contesto informale e guidato soltanto dai tempi di voce e scrittura.

Le radici di questo modo di fare letture affondano indietro nel tempo, quando qualche anno fa alcuni poeti hanno pensato di ritrovarsi e leggere pubblicamente i propri componimenti. L’iniziativa è stata poi ripresa, in tempi relativamente recenti, da Gian Maria Greco, referente di questi readings, all’interno dei Sotterranei, luogo che ben si prestava (e si presta tuttora) a queste letture scevre da ufficialità e accademismi.

Gli incontri, aperti al pubblico, a partire da questo mese sono organizzati dal circolo Arci copertinese – con la supervisione di Gian Maria Greco, in collaborazione con l’associazione culturale Eterarte.

Per la serata del 21 gennaio hanno confermato la propria presenza, tra gli altri, Vito Antonio Conte, Michela Maria Zanon, Maurizio Leo, Maurizio Nocera, Elio Coriano e Anastasia Leo.

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Mino de Santis, cantautorato salentino da Scarcagnizzu a Caminante

Il suo sembra un nome d’arte ingegnosamente cucito addosso alla sua pelle di cantautore salentino: è Mino De Santis. Scarcagnizzu è il suo primo stralunato album pubblicato nel 2011 a cura del Fondo Verri che a distanza di due anni oggi sta spopolando grazie al modo ironico e sofisticato con cui il paroliere tugliese riesce a raccontare le varie facce della società salentina, utilizzando il dialetto per essere più diretto e visceralmente vicino ai temi che tratta: l’affetto per la propria terra in Salentu, l’inquieto malcontento di un padre che non riesce ad avere un figlio maschio in Lu Masculazzu, la ridicola esaltazione della gente in La festa patronale. Del 2012 è il secondo album, Caminante, pubblicato da Lupo Editore con la neonata etichetta musicale Ululati, con cui Mino continua a descrivere la curiosa società salentina fatta di Nobili e Cafoni, di ipocrisia che si crea intorno alla morte in Lu ccumpagnamentu, di ubriaconi in U Mbriacu, di sproporzionate celebrazioni durante Lu Fidanzamentu, con un remake del tema che De Andrè trattò con Bocca di Rosa in La Zoccola.

Nonostante il dialetto e i temi popolari quello di Mino De Santis non si può definire genere popolare. I testi sono poesie dialettali di alto spessore e dal punto di vista strumentale è un mix tra il classico cantautorato italiano, in cui padroneggiano armoniosamente la sua voce baritonale, chitarra classica e fisarmonica, uniti alla musica balcanica e al valzer.

I lavori di Mino De Santis sono un riverbero delle sue passioni, il rock, la bossa nova, il blues, lo swing e la musica popolare ma soprattutto il cantautorato italiano e quello francese da De André a Brassen, da Paolo Conte a Ivan Graziani e a tutti i grandi poeti che hanno fatto la storia della musica italiana.

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