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Salvatore Negro sui punti nascita: “No a tagli indiscriminati”


Si è riunita nei giorni scorsi la III Commissione con l’audizione dell’assessore alla Salute, Tommaso Fiore, sul progetto di razionalizzazione dei punti nascita. A tal proposito si registra l’intervento del presidente del gruppo Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro. “No a tagli indiscriminati che non tengano conto delle esigenze dei territori. – ha dichiarato Negro – La relazione del comitato Percorso nascita regionale, che prevede una proposta di ristrutturazione della rete ospedaliera materno-infantile, illustrata dal coverno regionale in commissione Sanità, merita un’approfondita riflessione.

Secondo quanto previsto, in provincia di Lecce i reparti di ostetricia passerebbero dagli attuali 7 a 4, a danno soprattutto di alcuni territori come il Sud Salento che vedrebbero ulteriormente aumentare rischi e disagi per gli utenti. L’innalzamento del numero dei nati da 500 a 1000, indispensabile per il mantenimento di un punto nascita, secondo il contenuto dell’accordo stato-regioni che ha previsto questi ulteriori tagli avrà conseguenze negative e disagi sul territorio, a scapito soprattutto delle fasce più deboli della popolazione. Ancora una volta il buon senso rischia di cedere il passo alle aride cifre. In un territorio come quello del Sud Salento, non si può perdere il reparto dell’ospedale di Scorrano per una lunga serie di ragioni, soprattutto di carattere territoriale, di viabilità e di dotazioni di servizi. Inoltre, appare una contraddizione la nascita di un nuovo ospedale (previsto dal piano di riordino ospedaliero) che sia già privo dell’attività specialistica ostetrico-ginecologica. Auspichiamo che tale previsione possa essere rivista e rimodulata, invitando sin da ora il governo regionale a individuare soluzioni alternative che non ledano in alcun modo il diritto alla salute dei cittadini di Puglia”.

Alessandro Conte

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Pronte per dicembre le manifestazioni anti trivellazioni


Si preparano manifestazioni e proteste. Tutti uniti per bloccare le trivellazioni esplorative della Northern Petroleum. L’Udc è pronta a manifestare sotto la sede del Ministero dell’Ambiente, mentre è prevista per dicembre una giornata di mobilitazione regionale a Monopoli.

Salvatore Negro, presidente regionale Udc, lancia l’appello “Tutti a Roma a manifestare contro chi vuole distruggere le coste della Puglia. Le trivelle della Northern Petroleum devono riprendere il largo”. Lo ha ribadito esprimendo tutta la contrarietà del gruppo regionale Udc a qualsiasi ipotesi di trivellazione. “Invitiamo tutte le forze politiche della regione alla mobilitazione e a ritrovarsi a Roma nei pressi del Ministero dell’Ambiente per manifestare contro questo ennesimo scempio – ha continuato il capogruppo Udc – Impegneremo tutte le nostre forze in una protesta civile e democratica per evitare danni irreparabili che avrebbero conseguenze più che negative sulla economia pugliese. L’auspicio è che il ministro Clini possa rivedere la posizione del suo predecessore”.

Per dicembre in data da definire associazioni e gruppi politici stanno organizzando una mobilitazione dei presso Monopoli, dietro al gonfalone della Regione, per ripetere un no deciso al petrolio in Adriatico. Previsto il coinvolgimento d’istituzioni, enti locali, parlamentari, sindacati, organizzazioni professionali, associazioni, cittadini e giovani.

“Come il 7 maggio a Termoli – ha detto il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna, incontrando a Bari presso il suo studio i rappresentanti di numerose associazioni ambientaliste impegnate nella battaglia – il gonfalone sarà il simbolo dell’unità dell’intera assemblea consiliare sulla tutela dell’ambiente marino, una posizione univoca sancita nell’articolo unico sottoposto dalla Puglia al Parlamento”. Si tratta del’iniziativa dello scorso 20 luglio che ha suscitato l’attenzione del commissario europeo all’ambiente, disponibile a raccogliere i pareri delle autonomie in protocollo che metta al bando qualsiasi attività off shore nelle acque mediterranee.

Il presidente ha confermato che proporrà l’adozione di un documento a sostegno della moratoria in Adriatico in occasione della riunione plenaria della Calre, la conferenza che si svolgerà all’Aquila, dal 24 al 27 novembre e riunirà 74 presidenti delle assemblee legislative europee. Nella stessa occasione, Introna rinnoverà ai colleghi delle Regioni adriatiche l’invito a fare approvare dai rispettivi consigli una proposta di legge alle Camere, sul modello di quella pugliese. Altra ipotesi quella dell’organizzazione di una conferenza adriatica, allargata a Balcani e Grecia.

Introna ha risposto positivamente all’appello del movimento per una stretta sinergia tra la società reale e le istituzioni.

Jenny De Cicco

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Trivelle nell’Adriatico? I politici pugliesi insorgono si muovono in modo diverso ma in maniera unanime per impedire le attività petrolifere


Il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna scrive al neominstro dell’Ambiente Corrado Clini, Salvatore Negro propone azioni alla Greenpeace, il senatore pugliese del Pd Salvatore Tomaselli incontra il Ministro Clini nella serata di ieri, per manifestare la preoccupazione sulle autorizzazioni a effettuare ricerche e indagini geofisiche propedeutiche alle attività di estrazioni petrolifere nel Mare Adriatico, dalle Tremiti al Salento.

Clini ha assicurato il senatore Tomaselli che affronterà il dossier e che, nel corso della prima audizione in Parlamento, prevista presso la commissione Ambiente del Senato per mercoledì prossimo alle 11, risponderà alla richiesta di bloccare le procedure.

La lettera di Onofrio Introna esprime i timori nei riguardi delle azioni della società Northern Petroleum che “ha dal Governo precedente le autorizzazioni per effettuare le prospezioni al largo del nostro mare, nonostante il diniego emesso dalle sentenze del Tar”. Frazionando la richiesta di Via in cinque tronconi, ha eluso la normativa e le sentenze del Tar che impongono una sola Via, per valutare l’impatto totale degli interventi. Introna invita il ministro Clini: “Venga in Puglia ad ammirare un mare senza trivelle e intanto sospenda i permessi”.

“Mi permetto di suggerirle di iscrivere nella sua già fitta agenda di lavori una visita in Puglia, che sogna un futuro senza mostri di ferro in mare – scrive augurando poi buon lavoro al neominisrro Clini – La vicenda è nota al ministro, considerata la continuità da venti anni ai vertici amministrativi del Dicastero – ma ricordo ugualmente a Clini il no di tutto il territorio e dell’intero consiglio regionale alle prospezioni petrolifere in Adriatico, il parere negativo della Regione Puglia e di tutti gli enti e soggetti interessati, la proposta di legge alle Camere approvata il 20 luglio all’unanimità da questa Assemblea e aperta a tutte le Regioni adriatiche, per il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in mare”.

Si aggiunge all’appello di Introna la nota di Salvatore Negro, Udc, che annuncia azioni concrete, con metodi alla Greenpeace.

“Nessuno tocchi il mare di Puglia. Noleggeremo una nave per bloccare qualsiasi tentativo di trivellazione al largo delle nostre coste. Come Udc facciamo nostra l’iniziativa, già lanciata a settembre dal presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, di salpare con una nave per impedire che le trivelle della Northern Petroleum e di qualsiasi altra compagnia petrolifera si avvicinino alle coste pugliesi. Allo stesso tempo aderiamo all’invito dell’assessore regionale Lorenzo Nicastro e siamo pronti a partecipare a qualsiasi iniziativa di democratica protesta pur di scongiurare questo attentato alla bellezza del nostro mare e alla economia della Puglia che soprattutto grazie alle bellezze naturali, paesaggistiche ed architettoniche ha visto incrementare i flussi turistici sul proprio territorio negli ultimi decenni”.

Jenny De Cicco

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Salvatore Negro: Salvatore Piconese attacca l’Udc e l’Anci


Uggiano la Chiesa esce dall’Associazione Nazionale dei Comuni, Salvatore Negro, presidente pugliese dell’Udc – partito della consigliere di opposizione ed ex sindaco uggianese Maria Cristina Rizzo, vicepresidente regionale Anci – interviene, giudicando pretestuosa e strumentale l’azione del sindaco Salvatore Piconese e annunciando di voler interrogare il partito di riferimento del sindaco, il Pd.

“La decisione del Comune di Uggiano La Chiesa di uscire dall’Anci è un atto di bassa politica – ha commentato Negro – ai danni della comunità amministrata e dell’intero Salento che in tal modo rischia di perdere un punto di riferimento all’interno dell’Associazione nazionale Comuni Italiani”.

Negro commenta così la notizia della decisione del sindaco Piconese di sospendere momentaneamente l’adesione del Comune di Uggiano all’Anci per ridurre i costi a carico dell’Ente.

“Un sindaco deve avere a cuore le sorti della sua comunità e mettere da parte i rancori personali in nome dell’interesse collettivo. È evidente che siamo di fronte a una motivazione pretestuosa e strumentale che nasconde, ma non tanto, ripicche nei confronti della vicepresidente regionale Anci Maria Cristina Rizzo con l’intento di farla decadere dal suo incarico all’interno dell’associazione. Con la sua azione, il sindaco Piconese, abbatte di colpo 110 anni della storia del suo comune che nel 1901 è stato tra i fondatori dell’Anci da cui ha ricevuto numerosi e importanti servizi dei quali hanno usufruito tutti i suoi predecessori.

Come Udc, ci opporremo in ogni modo a questo tentativo di eliminare una rappresentanza, che è dell’intero territorio del Salento, all’interno dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. Riteniamo di essere in presenza di un grave attacco all’Unione di Centro e alla stessa Anci, di cui chiederemo spiegazione anche al Pd provinciale (partito di riferimento del sindaco) per capire se e quanto condivide tale azione, convinti che l’unico vero imbarazzo in questa vicenda sia stato creato solo da chi pensa di amministrare la cosa pubblica non nell’interesse della comunità ma secondo piccole logiche personali di padre e padrone”.

Jenny De Cicco

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Risultati negativi dai dossier del Centro Servizi Volontariato Salento


I risultati presentati dal Centro Servizi Volontariato Salento il 20 ottobre scorso danno una visione del Salento poco confortante. Le inchieste si sono concentrate sulla disabilità, la psichiatria, le ripercussioni dei tagli alla sanità, le carceri, l’immigrazione e l’ambiente. I sette dossier “Visti da noi” sono finalizzati alla formazione di laboratori tematici, in cui poter affrontare ogni singolo aspetto con i diretti interessati e trovare così delle possibili soluzioni, come ha spiegato bene il presidente del Csvs Luigi Russo. “L’idea – ha commentato – è quella di contribuire a costruire un sistema Salento in cui pubblica amministrazione-mercato-terzo settore e soprattutto il volontariato siano protagonisti coordinati ed efficaci di sviluppo e qualità della vita”. Sono tutti dati allarmanti, come ad esempio quello sull’ambiente, dal quale si evince che nel Salento vi è un tasso di mortalità per tumore che va dal 5 al 20 % in più rispetto alla media regionale. Questo dato è da collegare ai fattori di inquinamento ambientale. Dai dati sulla povertà risulta che ben 41mila persone vengono assistite dal Banco delle Opere di Carità. “I dati diffusi dal Centro Servizi Volontariato Salento sono allarmanti. Nella sola provincia di Lecce – ha affermato il presidente del gruppo Udc alla Regione Puglia Salvatore Negro – ci sono 41mila poveri che non sanno come comprare il pane e aumentano le famiglie che si indebitano per tirare avanti, sperando in tempi migliori. Intanto a Roma il governo prosegue con la politica degli spot e annuncia decreti sviluppo che si risolvono in diatribe e contrasti”.

Alessandro Conte

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Porto turistico di Otranto, il consigliere regionale Udc Negro: “Iter troppo lungo”.


Per definizione la macchina burocratica, anziché velocizzare i processi, li rallenta. È quello che sta accadendo al progetto per la realizzazione del porto turistico di Otranto secondo il presidente del gruppo Udc in Regione Puglia Salvatore Negro, che in una nota alla stampa ripercorre l’iter burocratico che ha fatto da sfondo alla vicenda. “Dopo quattro anni di peripezie giudiziarie e burocratiche”, scrive infatti Negro, “la società proponente ha consegnato il progetto definitivo al Comune della cittadina adriatica e alla Regione Puglia. Ma per la realizzazione di questa importante infrastruttura, che prevede 530 posti barca e un investimento privato di 50 milioni di euro, la strada appare ancora lunga e tortuosa”. Tutta colpa della burocrazia: sono 25, nel racconto di Negro, gli enti che dovranno esprimere parere positivo sul progetto, sulla valutazione di incidenza e sulla valutazione di impatto ambientale: “Un percorso necessario, ma che rischia di vanificare un investimento che porterebbe una boccata d’ossigeno all’economia di un territorio martoriato dalla disoccupazione e dalla crisi economica”. La vicenda del porto turistico di Otranto prende il via il 12 ottobre 2007. Due anni dopo la Regione Puglia sceglie, tra le varie soluzioni presentate, quella di una società che viene autorizzata a procedere alla redazione del progetto definitivo. Tra ricorsi giudiziari e tempi tecnici per la realizzazione del progetto, però, si arriva al 2011. “Dopo quattro anni – aggiunge Negro – il percorso burocratico appare sempre più un labirinto dal quale è difficile stabilire i tempi per uscirne. Il prossimo scoglio da superare sarà la convocazione della conferenza dei servizi da parte del demanio, che affiderà alla società proponente il compito di trasmettere il progetto definitivo a 25 enti, che dovranno esprimere il relativo parere. Successivamente la conferenza dei servizi tornerà a riunirsi entro 150 giorni dalla data di ricezione dei pareri da parte degli enti sopra indicati. Seguirà l’annuncio sul Burp, su un quotidiano nazionale e su un quotidiano locale dell’avvenuto deposito della valutazione di impatto ambientale. Il procedimento si potrà considerare concluso solo se in conferenza si avrà la valutazione di impatto ambientale positiva, la valutazione di incidenza positiva e i 25 pareri positivi degli enti sul progetto definitivo. Se si dovesse arrivare a questo risultato, ci sarà bisogno poi di un accordo di programma, trattandosi di variante al Prg del Comune di Otranto, con successivo passaggio in Consiglio comunale per la ratifica. Ma il quadro sarà ulteriormente complicato, in quanto quasi sicuramente sarà richiesta dalla Regione la valutazione ambientale strategica trattandosi di variante al Prg. Questo lungo e complesso iter, come è facile immaginare, crea numerose incertezze sui tempi della realizzazione dell’importante opera turistica; incertezze che potrebbero scoraggiare gli investitori privati i quali potrebbero rivolgere le loro attenzioni altrove”. Per questo Negro promette che sullo snellimento della macchina burocratica profonderà il massimo impegno il gruppo regionale Udc: obiettivo, giungere a una normativa che semplifichi i procedimenti di competenza regionale e quindi incoraggi gli investimenti privati sul territorio, consentendo alle imprese di muoversi con maggiore agilità e di ottenere risposte concrete in tempo reale.

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