Posted on 03 Settembre 2012. Tags: Andrea Romano, Cavallino, Discarica, San Cesario
Il problema dei cattivi odori provenienti dalla discarica di Cavallino, situata presso zona Guarini, va avanti ormai da anni tra le proteste di tutto il circondario.
Ovviamente, le esalazioni fetide sono particolarmente avvertite dalla popolazione nella stagione estiva che – complice la calura e le finestre aperte – viene
letteralmente sommersa da olezzi nauseabondi. Il fastidio è stato avvertito anche in quel di San Cesario, fatto che ha spinto il sindaco Andrea Romano a prendere una posizione decisa a riguardo.
Per il primo cittadino di San Cesario l’essere vittime di questi cattivi odori permanenti è causa di disagio non solo per chi non ha impianti di climatizzazione,
e che quindi deve tenere chiuse le imposte – pensa soprattutto ad anziani e persone sofferenti – ma anche per i gestori di locali commerciali che si vedrebbero
penalizzati nell’esercizio delle loro attività. Non è difficile intuire che mangiare una pizza mentre arrivano folate di vento impestante è, oltre che
disgustoso, anche poco igienico.
D’altronde le zone colpite dai cattivi odori sono diverse nel raggio di una decina di chilometri a partire dalla discarica, a seconda dell’indirizzo del vento.
Disagi si avvertono anche presso il centro commerciale Leclerc-Conad di Cavallino, nel comune di San Donato di Lecce e nella frazione di Galugnano, nonché a
Lizzanello.
Stando così i fatti, il sindaco di San Cesario, facendosi portavoce del malessere di tutti i cittadini, ha ribadito alla Provincia di Lecce di rafforzare il controllo sulle emissioni nell’aria e di far ordinare i necessari accertamenti con lo scopo di appurare le cause che determinano i miasmi derivanti dall’impianto di trattamento e smaltimento rifiuti di Cavallino, e a prendere i dovuti provvedimenti per una soluzione definitiva di tale problematica.
Non è la prima volta che privati cittadini, esponenti delle istituzioni e di libere associazioni tentano di far presente a chi di dovere la gravosità della situazione, ma tutti sperano che l’interesse degli addetti ai lavori si risvegli quanto prima e che finalmente di possa procedere ad un’azione risolutiva.
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Posted on 01 Marzo 2012. Tags: Cavallino, Centrale a biomasse, Comitato No-Centrale, commissario, Tar
Di nuovo in stato d’allerta i comuni, i cittadini e i vari comitati no-biomasse per la decisione presa dal Tribunale amministrativo di Lecce. Con un termine, ai più apparso davvero breve, di quaranta giorni, il Commissario nominato dal Tar si dovrà pronunciare sulla richiesta di autorizzazione per la costruzione del megaimpianto.
Per i primi giorni di aprile Francesco Luci, nominato commissario al posto di Maria Grazia Fusco, che aveva rinunciato all’incarico lo scorso novembre, dovrà far sapere la sua decisione.
La storia infinita della centrale va avanti ormai da quattro anni, e la Tg Energie Rinnovabili srl rimane sempre dell’idea di voler realizzare un impianto di cogenerazione alimentata a biomasse da 37 megawatt nel territorio di Cavallino, che, come sostiene il Comitato No-Centrale, oltre ad essere un impianto di grandi dimensioni da alimentare con biomasse oleose vergini non presenti in loco, sarebbe fonte di non pochi rischi per la popolazione.
Per affrontare questo compito gravoso, Lusi aveva richiesto una proroga di sei mesi, che alla Tg Energie Rinnovabili ha ritenuto essere troppo lunga. Fatto sta che attraverso gli avvocati Andrea Sticchi Damiani e Simona Viola, la società ha formulato il suo ricorso, poi accettato dal Tar.
I cittadini di Cavallino e dei comuni limitrofi sono allarmati dalla piega che hanno preso gli eventi, anche perché la Regione (che a molti pareva un baluardo ecologista) dalla nomina del Commissario non ha più potestà decisionale.
Comuni, privati cittadini, comitati e associazioni ambientaliste esprimo comunque il loro fermo diniego alla realizzazione dell’impianto e non escludono la possibilità di una nuova mobilitazione.
Gianluca Conte
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Posted on 30 Gennaio 2012. Tags: Asl di Lecce, Cavallino, Centrale a biomasse, Comitato Intercomunale, Donato Pellegrino
Dopo il no della Regione Puglia alla costruzione della centrale a biomasse di Cavallino, il consigliere regionale Donato Pellegrino (Misto-Psi) ha espresso soddisfazione per gli esiti conseguiti da una sua interrogazione, congiuntamente all’azione del “Comitato Intercomunale”, ai sindaci di Lecce, Lizzanello, Lequile, Caprarica e del Consiglio Provinciale di Lecce. “Con tale decisione – afferma Pellegrino – è stato sancito il sacrosanto diritto delle popolazioni a difendere la salute, il territorio e l’ambiente. L’oggettiva disponibilità della Regione Puglia, nel prendere atto di quanto espresso nell’interrogazione e della situazione così come rilevata dall’Asl di Lecce, che denunciava nei comuni a sud del capoluogo salentino, un incremento della mortalità per tumori maligni, più elevata rispetto alle altre province pugliesi, ha prodotto il risultato auspicato. In caso contrario si sarebbe profilato un danno non solo ambientale, in quanto la permanenza di una centrale di tale potenza avrebbe avuto conseguenze negative per il turismo e nella qualità della vita dell’intero territorio. Gli abitanti dei comuni interessati meritano un trattamento migliore, rifiutano l’immagine di smaltitoio che hanno oggi e mirano a consegnare, alle generazioni future, un territorio in perfetto equilibrio ambientale. Il risultato conseguito dimostra ancora una volta che quando si fa sistema, quando si lavora di squadra e si è determinati e sensibili alle problematiche territoriali, i risultati non tardano ad arrivare, con ricadute benefiche per i cittadini rappresentati”.
Alessandro Conte
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Posted on 29 Gennaio 2012. Tags: Andrea Savonitti, Cavallino, Centrale a biomasse, Comitato No-Centrale, Regione Puglia
La serie di controversie legata alla centrale a biomasse di Cavallino sembra finalmente avviarsi a una conclusione. Al termine della Conferenza dei Servizi dello scorso dicembre la parola era passata alla Regione Puglia che ora si è pronunciata con un no che non dovrebbe lasciare più dubbi sul destino del progetto.
La negazione alla costruzione della mega centrale, notificata dal dirigente del Servizio Ambiente della Regione Puglia, ha suscitato la viva soddisfazione non solo di quanti si erano impegnati nella battaglia contro la realizzazione dell’impianto ma anche di tutte le comunità dei paesi direttamente interessati.
Tuttavia, dal direttivo del Comitato No-Centrale arriva l’invito non abbassare la guardia e a restare uniti, in quanto l’impresa che dovrebbe eseguire i lavori potrebbe procedere in giudizio.
“Accogliamo con estrema soddisfazione il parere negativo espresso dagli organi tecnici della Regione Puglia alla realizzazione della centrale a biomassa di Cavallino. La vicenda non è ancora definitivamente conclusa perché la società ha ora dieci giorni di tempo per depositare le proprie controdeduzioni, ma almeno siamo giunti ad avere un parere specialistico che ufficializza tutto quello che abbiamo detto fin dal primo momento e cioè che questo impianto è smisurato, estremamente vicino agli abitati di San Donato e San Cesario e assolutamente incompatibile con una situazione ambientale già fortemente stressata per la presenza della discarica e dei biotunnel – commenta Andrea Savonitti, portavoce del Comitato intercomunale contro la centrale a biomasse di Cavallino – In attesa di vedere calare definitivamente la parola fine su questa vicenda mi piacerebbe vedere, da parte di tutti i nostri amministratori, un impegno finalizzato affinché tali minacce non possano ripetersi, anziché assistere alla giostra dei comunicati stampa in cui chiunque si arroga meriti e ruoli di paladino”.
Gianluca Conte
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Posted on 14 Gennaio 2012. Tags: Andrea Savonitti, Arpa, Asl, Biomasse, Cavallino, centrale, Comitato no biomasse, Forum ambiente e salute, Regione Puglia
La sorte della centrale a biomasse di Cavallino, a distanza ormai di qualche anno, sembra essere ancora incerta.
Stiamo parlando di una centrale da 37 megawatt che sarà alimentata con olio vegetale (per la precisione ne verranno bruciati 150mila litri al giorno).
Secondo il Forum Ambiente e Salute la centrale biodiesel, al di là delle sue emissioni dirette, provocherà inquinamento ambientale in ogni caso, poiché il trasporto del combustibile avverrà via mare con imbarcazioni e via terra con autocarri per la tratta Brindisi-Cavallino. Ma non solo, la costruzione dell’impianto avvelenerà e deforesterà ampie zone del terzo mondo; il tutto per un guadagno di circa cinquanta milioni di euro che, per la maggior parte, andranno a finire nelle casse di un’azienda emiliana.
Dopo la Conferenza dei Servizi, tenutasi a Bari lo scorso dicembre, in cui si è cercato di venire a capo di un’odissea che tiene con il fiato sospeso cittadini e associazioni ambientaliste ormai da molto tempo, e in cui sia l’Arpa che l’Asl hanno ribadito il parere negativo (quest’ultima presentando una nuova integrazione epidemiologica) contro quello favorevole del Comune di Cavallino e dell’azienda Tg Energie Rinnovabili, la palla rimbalza alla Regione.
A questo proposito abbiamo sentito Andrea Savonitti, portavoce del Comitato intercomunale contro la centrale a biomassa di Cavallino: “Adesso che il Ministero dell’Ambiente ha definitivamente chiarito che l’ente preposto a decidere sul procedimento unico è la Regione Puglia. Ci auspichiamo un rapido epilogo per questa vicenda che va avanti da quasi tre anni. Chiaramente, visto anche i pareri negativi ribaditi da Arpa e Asl all’ultima Conferenza dei Servizi del 16 dicembre, ci aspettiamo un inequivocabile diniego alla richiesta della società.
A tutto ciò aggiungiamo che questo tipo di impianto è già normativamente superato in quanto il Piano Paesaggistico Regionale, di recentissima adozione, vieta tali insediamenti nei terreni agricoli. La legge regionale n. 31/2008 impone la filiere corta dell’approvvigionamento e la direttiva europea 2009/28/CE del 23 aprile 2009 inserisce tra gli elementi da considerare ai fini della valutazione ambientale anche il contesto sociale in cui esso viene prodotto e la distanza tra il luogo di produzione, nel nostro caso l’Africa, e il luogo di utilizzazione del combustibile.”
Savonitti, inoltre, ci rammenta che di una decisione così importante per la tutela e la salute del nostro territorio non si dovrebbe far carico un solo comune: “Questa vicenda ha dimostrato in maniera inequivocabile che nella nostra Provincia, fatta di quasi 100 paesi addossati a pochi chilometri gli uni dagli altri, non è possibile lasciare che un singolo comune adotti autonomamente scelte che risulteranno quanto mai dannose per le comunità vicine.
E’ già successo per la discarica a servizio dell’Ato Lecce 1, formalmente in territorio di Cavallino ma a poche centinaia di metri da San Donato, sta succedendo con la discarica di servizio e soccorso abbinata all’impianto dei biotunnel, che dista meno di un chilometro da San Cesario, potrebbe succedere in maniera ancora più incisiva se il Comune di Cavallino riuscisse a farsi autorizzare dalla Regione a trasformare tutta l’area, circa cento ettari, in zona industriale, avendo in questo modo mano libera per la realizzazione di un grande polo energetico costituito da impianti eolici, solari, biomasse solide e liquide così come formalizzato nella delibera del consiglio comunale del 6 marzo 2009”.
Gianluca Conte
Posted in Ambiente, Politica, Primo Piano