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Maglie, area di via de Lorentiis: il parere di Antonio Giannuzzi


A Maglie l’intera area tra via de Lorentiis e via Ferramosca, con particolare riferimento agli edifici ex Iacp in pietra leccese, rappresenta il fulcro di un’annoso progetto di recupero che sembra non trovi il giusto adempimento. La storia e i protagonisti: il consigliere di Città Libera Antonio Giannuzzi il 15 ottobre scorso presentava al sindaco di Maglie Antonio Fitto un comunicato che conteneva una serie di osservazioni alle norme tecniche del Piano Regolatore Generale.

L’intervento di Città Libera focalizzava l’attenzione sulle necessità di preservare le caratteristiche edilizie del centro storico, con un’attenzione particolare all’utilizzo della pietra leccese, ritenendo che questa peculiarità arricchisca e caratterizzi la città. Antonio Giannuzzi sottolinea che Maglie è storicamente riconosciuta come la città della pietra, essendo il centro più grande in Italia edificato in pietra leccese: a suo avviso, le carenze normative del Piano Regolatore Generale, favoriscono interpretazioni diverse, tanto da non vincolare all’applicazione del rivestimento e del ripristino anche delle facciate in pietra leccese.

La vicenda ha attraversato gli ultimi mesi del 2012 giungendo al primo consiglio comunale del 2013, durante il quale tuttavia, non c’è stato tempo per la discussione, che è stata quindi rimandata. La proposta di Giannuzzi di preservare la pietra leccese fu presentata come ordine del giorno già durante il consiglio comunale dello scorso dicembre, ma non fu accettata e Città Libera auspicò, nel caso di mancato finanziamento, la preparazione di un nuovo progetto, che evidenziasse l’importanza dell’intera area, con particolare riferimento all’edificato in pietra leccese.

Antonio Giannuzzi sperava di presentare la mozione nel corso del consiglio comunale di lunedì 28 gennaio ma la discussione è slittata a data da destinarsi. Giannuzzi auspica che l’amministrazione si impegni a preparare, in tempo, un vero progetto di recupero, che potrà essere presentato entro l’anno, sperando che l’aspetto qualitativo dell’area da recuperare, premi, questa volta, il piano di recupero dell’amministrazione di Maglie. La questione rimane sospesa e l’ardua sentenza di via de Lorentiis perdura irrisolta nelle mani dei posteri.

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Città Libera sulle regole dell’edilizia


Riceviamo e pubblichiamo.

Il 30 novembre è scaduto il termine ultimo per presentare osservazioni che modificano e integrano le Norme Tecniche che regolano l’edilizia a Maglie. Città Libera, già dal 15 ottobre, aveva presentato delle osservazioni tendenti a preservare le peculiarità sia paesaggistiche che edilizie della nostra città.

Io e gli amici di Città Libera siamo contenti che a queste nostre osservazioni ne siano seguite tante altre, che vanno a regolare aspetti diversi e integrano ulteriormente le norme Tecniche e il Regolamento Edilizio. Siamo grati per il notevole apporto da parte delle associazioni ambientaliste, che non ci sarebbe stato, se la mia azione consiliare, insieme ad altri dell’opposizione, non avessero messo in risalto quanto stava accadendo in Consiglio.

L’occasione, dell’esame di queste osservazioni, insieme a quelle di altri gruppi politici, danno l’opportunità di colmare, per quanto possibile, le carenze del Piano. Speriamo che, almeno questa volta, la scarsa sensibilità dell’amministrazione su questi temi, possa lasciare spazio ad una più ragionevole condivisione dei rilievi apportati.

Antonio Giannuzzi

Osservazione alle norme tecniche del P.R.G. modificate Premesso che, a tutti i livelli, l’orientamento è quello di preservare le caratteristiche edilizie dei centri storici, ritenendo che queste peculiarità, arricchiscono e caratterizzano le città; -Visto che Maglie, è storicamente riconosciuta come la città della pietra, essendo il centro più grande in Italia edificato in pietra leccese; -Visto che le carenze normative del nostro PRG, favoriscono interpretazioni diverse, tanto da non obbligare l’applicazione del rivestimento in pietra leccese; -Visto che il PRG non prevede, anche in occasione di ristrutturazione, l’obbligo di ripristino, anche, delle facciate in pietra leccesei; -Visto che, in consiglio, l’articolo votato delle norme tecniche, lascia aperta la possibilità dell’utilizzo di intonaci e pitture, soprattutto se già introdotti a seguito di interventi precedenti. Considerato, inoltre, che con riferimento alle aree adiacenti al Centro Storico, ancora rifinite con pietra leccese, il Consiglio Comunale con delibera n. 32 del 21.07.2003, aveva votato, all’unanimità, l’obbligo di usare la pietra leccese nelle costruzioni realizzate nelle zone B, adiacenti al Centro Storico; -Visto che la disposizione, non essendo recepita dal PRG, viene, tranquillamente, disapplicata, anche se la volontà e l’esatta interpretazione, ne vorrebbe il completo rispetto, considerata l’inesistenza di norme che dicono il contrario. -Visto che lo scopo, che si voleva raggiungere in questa occasione, era proprio di restringere le maglie delle deroghe, soprattutto da parte di grandi costruttori, disinteressati al necessario mantenimento estetico e alla dovuta conformità della zona. Tutto ciò premesso si chiede: con riferimento alle zone A1, la sostituzione dell’integrazione del punto 4.4.delle norme generali, che prevedono, nei casi di interventi di manutenzione e/o ristrutturazione dei prospetti, anche la possibilità dell’uso di intonaco a grana sottile con pitturazione in tutte le tinte tradizionali, con: -…è obbligatorio, inoltre, in tutti i casi di interventi di manutenzione e/o ristrutturazione, eliminare anche eventuali rivestimenti esterni costituiti da piastrelle, marmi, intonaci, ecc. ripristinando il prospetto in pietra leccese; di aggiungere: In caso di completamento o sopraelevazione, è obbligatorio il rivestimento in pietra leccese, anche del piano terra, qualora fosse già stato modificato con rivestimenti diversi. con riferimento alle zone B/1.1 visto il mancato recepimento della delibera consiliare n. 32 del luglio 2003, di eliminare la nuova disposizione inserita dove si dice: ”Nel caso di completamento del fronte strada è obbligatorio l’utilizzo di tipologie costruttive e materiali degli edifici adiacenti” con la norma, a carattere generale, dove si dica che: In tutti gli interventi, sia di sopraelevazione che di ristrutturazione o nuove costruzione è obbligatorio, sul fronte strada, l’utilizzo della pietra leccese.


Osservazione alla variante riferita alle Norme Tecniche del PRG adottato
Visto il disegno di legge quadro, proposto dal ministero delle politiche agricole, in difesa del territorio dalla cementificazione e contro il consumo del suolo, del 14 settembre u.s. che stabilisce che dovrà essere determinata l’estensione massima di superficie agricola edificabile, tenuto conto dell’estensione dei terreni agricoli rispetto alle aree che risultano già edificate, oltre una serie di altre indicazione tra le quali il riferimento paesaggistico e la difesa delle costruzioni rurali;
Viste le indicazione della Protezione Civile con riferimento alla riduzione delle aree impermeabilizzate responsabili degli allagamenti, tenuto conto della particolare esposizione di Maglie ai fenomeni atmosferici;
Visto, anche, i movimenti su tutto il territorio nazionale che propugnano lo stop al consumo del territorio, come atto di responsabilità e di indirizzo nazionale;
Visto che ben 23 comparti approvati dal PRG svilupperebbero circa 545.000 mc di edificato per una superficie di circa 1.000.000 di mq di superficie territoriale;
Visto che il calo della popolazione in rapporto all’eccesso del costruito e del possibile altro autorizzabile, non necessita, comunque, di nuove costruzioni, soprattutto in aree agricole;
viste le norme tecniche modificate, riguardo alle zone agricole produttive e quanto prescrive il PRG al punto 15 delle Norme Tecniche, va rilevato che già il CUR aveva eliminato: “E’ ammesso il rilascio di concessioni onerose per la residenza “ e, di fronte alla controdeduzione del Comune tendente a giustificare i permessi di costruire, per una sorte di recupero di situazioni compromesse, la Regione ribadisce: “nelle zone agricole non possono essere consentite residenze, come prospettato dal Comune in maniera generalizzata, ma solo le nuove costruzioni destinate a residenza comunque riferite all’intera azienda agricola, giusto art. 51 della L.R. n. 56/80” nei limiti del punto 15.2.
A fronte di quanto sopra,
SI OSSERVA
Che il tentativo di inserire delle norme contrarie, in modo eclatante, agli indirizzi nazionali, alle disposizioni regionali, al buon senso, potrebbe essere inteso come una violenza al territorio ed ai cittadini, a favore di esigenze di minoranze; pertanto, nell’interesse generale, si chiede:

1) La cancellazione della norma introdotta al punto 15, ultimo capoverso che recita: “E’ ammesso altresì il rilascio di Permessi di Costruire onerosi per la residenza, anche nel caso in cui le opere da realizzare non siano asservite alla conduzione del fondo e alle esigenze dell’imprenditore agricolo …” ;
2) L’eliminazione dell’intero nuovo punto 15.3 proposto;
3) L’inserimento, nelle norme generali, dell’obbligo del censimento e della tutela, di tutti i manufatti agricoli quali: trulli, furneddhi e paiari .

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Città Libera interroga sulla Casa della Salute


Città Libera si prepara al prossimo consiglio comunale a Maglie con una nuova interrogazione che sarà posta dal capogruppo Antonio Giannuzzi. L’argomento è quello della Casa della Salute, che sta subendo dei vistosi ritardi. Questo il testo integrale dell’interrogazione.

Premesso,

Che, con delibera del commissario generale dell’Asl Le/1 n. 26 del 14.03.2011, veniva approvata la realizzazione a Maglie della Casa della Salute;

Che, con comunicazione del 28.05.2012 del direttore generale si confermava quanto detto prima e si chiedeva al direttore di distretto di dare attuazione alla verifica degli spazi e del personale;

Che, nel frattempo, alla luce del prossimo pensionamento del medico dirigente dell’unità chirurgica del Day Surgery sito presso l’ex nosocomio di Maglie, si prospetta il ridimensionamento del suddetto Day Surgery con l’evidente prospettiva di chiusura totale;

Che, si ritiene che un pressante attivismo politico ha consentito all’ospedale di Poggiardo, non solo di mantenere a tutt’oggi posti letto di Gastroenterologia e Medicina destinati all’ospedale di Scorrano;

Che poco tempo fa è stato ultimato, sempre presso l’ospedale di Poggiardo, il nuovo nucleo operatorio (ma l’ospedale non doveva chiudere? Perché questo sperpero di denaro data l’esistenza sul territorio, dicasi Scorrano e Maglie, di sale operatorie già in attività);

Che è fuor di dubbio l’evidente antieconomicità di mantenere aperte 3 sale operatorie nello stesso bacino di utenza;

Che, il piano di riordino ospedaliero approvato questo mese dalla giunta regionale prevede la totale dismissione dell’ospedale di Poggiardo;

Che quanto prima esposto è sicuramente preludio inevitabile, data l’indifferenza della nostra classe politica, a differenza di altre, al trasferimento dei Day Surgery da Maglie alla Casa della Salute di Poggiardo;

Che, neanche la chiusura dell’Utic di Scorrano ha scosso la coscienza della nostra amministrazione, e stiamo parlando di patologie di particolare acuzie che in futuro saranno trattate solo nell’ospedale di Tricase e di Lecce (speriamo che l’ammalato faccia in tempo ad arrivarci).

Inoltre

Che, non si capisce quale sia l’orientamento della nostra amministrazione in riferimento al nuovo ospedale;

Che, si conferma che costa di più adeguare le vecchie strutture dell’ospedale di Scorrano piuttosto che realizzare, nel territorio, un nuovo ospedale, tra l’altro, quasi totalmente finanziato da fondi europei;

Che, per quanto ci riguarda, siamo passati dall’indicazione di via Otranto, alla delibera di giunta di rinuncia a ospitare il nuovo ospedale, votata inspiegabilmente, anche dalla maggioranza;

Che, successivamente, insieme al sindaco di Melpignano, il sindaco di Maglie, indicava nell’area nei pressi della zona industriale, la localizzazione della nuova struttura;

Che, risulta che ci sia un documento dove, primo firmatario il sindaco di Maglie, altri sindaci insieme a consiglieri regionali, quali Palese, Gianfreda, Marti, Caroppo e Congedo, si dichiarano per il mantenimento dell’ospedale di Scorrano, escludendo, praticamente, la possibilità di utilizzare i fondi per la nuova struttura che darebbe al nostro territorio la possibilità di fare quel salto di qualità necessario a tutta la sanità meridionale.

Si chiede

Quali sono gli atti ufficiali dell’amministrazione per sollecitare la prevista nascita della nostra Casa della Salute e ancor più che mostri, per quanto esposto prima e del quale, ne siamo convinti, non ne era a conoscenza, particolare attenzione che non vengano dismessi i reparti di Day Surgery (chirurgico, dermatologico e oculistico) che sono il nostro fiore all’occhiello;

Quali sono le reali intenzioni del sindaco in merito al nuovo ospedale, visto che proprio nell’occasione dell’incontro a Scorrano, per la difesa del punto nascite, la stessa assessore regionale Capone sollecitava un’intesa per la localizzazione del nuovo ospedale di eccellenza, nonostante la posizione contraria del sindaco di Maglie e del Pdl regionale.

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Antonio Giannuzzi interviene sull’Imu


A Maglie sono uscite le istruzioni per il calcolo dell’Imu e le quote del comune. Sul prontuario emesso sul sito amministrativo si legge: “Il valore catastale ottenuto va poi moltiplicato per l’aliquota base che è stata fissata nella norma nella misura seguente: aliquota base 7,6 per mille, abitazione principale e pertinenze 4 per mille, fabbricati rurali a uso strumentale 2 per mille”. Antonio Giannuzzi, capogruppo di Città Libera, a fronte di una quota che a molti magliesi è parsa alta, ha voluto scrivere in una nota i suoi commenti, che non sono di natura puramente economica, ma anche politica. “La notizia dell’aumento dell’Imu – scrive – non deve sorprendere, è la naturale conseguenza di una gestione finanziaria pesante, che da anni interessa il comune di Maglie. Lo sforamento del patto di Stabilità del 2009 e anche quello, ben più pesante, del 2011, oltre a una situazione di cassa, da più anni, al limite del consentito e più colte censurato dalla Corte dei Conti, non poteva, come previsto, sortire effetti diversi. La normalità, reclamata dal sindaco, si scontra con la realtà, sempre più densa di nubi. Così era normale sforare il patto di stabilità, era normale non pagare debiti maturati, era normale pagare interessi sempre maggiori sulle anticipazioni è normale,così, che anche l’Imu aumenti in una situazione pesante sia per i singoli che per le attività produttive. Non è vero che tutti i comuni stiano facendo altrettanto, ci sono comuni che hanno tolto l’Imu per la prima casa, altri che lo hanno ridotto fino al massimo consentito, noi invece lo aumentiamo fino al massimo consentito, è questa la normalità? O sarebbe stato normale, in questa condizioni, rinunciare al progetto del pattinodramo, del minigolf, dello skateboard e del bike sharing grazie ai quali stiamo pagando e pagheremo rate di mutui che pesano sulla gestione di questo comune, senza che per i cittadini ci sia stato o ci sarà alcun vantaggio?”.

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Salviamo il tribunale magliese


Con una deliberazione unanime il consiglio comunale, convocato in forma aperta e monotematica su richiesta delle opposizioni (Pd, Per Cambiare Maglie, Città Libera e Udc), ha approvato un documento di salvaguardia della sede del Tribunale magliese. Il rischio di vedere eliminato un altro tassello fondamentale della “città dei servizi” c’è ed è concreto dopo la volontà espressa dal Ministero di Grazia e Giustizia di rivedere le circoscrizioni e l’attuale distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari e delle sezioni staccate dei Tribunali e degli Uffici del Giudice di Pace. La riduzione dovrebbe interessare le sedi con meno di 15 magistrati con una media finale di un Tribunale ogni 360mila abitanti. Ma a Maglie come ha spiegato il consigliere dell’ordine, Luigi Corvaglia, la situazione è tutt’altro che negativa e i numeri parlano di una realtà assolutamente virtuosa rispetto ad alternative come Casarano, Tricase, Galatina o Gallipoli. Tanto che se ci fosse la possibilità si potrebbe chiedere non il mantenimento della sede distaccata ma l’istituzione della seconda sede provinciale, facendo di Maglie un riferimento altrettanto importante rispetto a Lecce. Stesso discorso per il Giudice di pace la cui situazione è ancora più negativa in quanto il progetto prevede la riduzione ad un’unica sede in ambito provinciale. La questione della sede, come hanno ricordato anche altri intervenuti (il giudice Gianni Romano, l’avvocato Dario Quarta, il presidente della camera forense Gennaro Di Maio) riguarda anche la struttura in cui ospitare le aule di giustizia, visto che la sede di via Scorrano è ormai inadeguata. Il sindaco Antonio Fitto ha spiegato che, scartata l’ipotesi di acquisire il palazzo Ex Enel per l’eccessiva valutazione dei proprietari ci si sta orientando per la riconversione di una parte dell’edificio del “Michela Tamborino”, in particolare l’area che un tempo era occupata dagli uffici della Asl.

Maurizio Tarantino

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Sorgerà a Morigino la quinta farmacia magliese?


Dove aprirà la quinta farmacia magliese? A porre la questione il consigliere di Città libera, Antonio Giannuzzi: “La legge 475/68 e la circolare esplicativa del ministero, dispongono che sia tutto il territorio ad essere servito, cosa che a Maglie, in parte, è stata attuata con la localizzazione di due farmacie, una a Nord-Est e una a Sud-Est oltre alle due rimaste in centro; nessuna farmacia è localizzata ad Ovest della città che è, poi, la parte maggiormente popolata con prossimo importante nuovo sviluppo abitativo, come da previsione del Prg. Ci si aspettava che, in quest’occasione, la lacuna potesse essere colmata, ma l’amministrazione, con lettera del 23 aprile, comunica alla regione e agli altri organi interessati, l’intenzione di localizzare la nuova farmacia nella frazione di Morigino”. Una scelta che è solo apparentemente motivata dalla dichiarata volontà di dare un servizio alla frazione, “ma che sembra in realtà – continua il consigliere -soltanto una trovata populista e che, ritengo, non potrà essere attuata. Intanto il numero dei potenziali clienti, non può giustificare i rilevanti investimenti, necessari, per una farmacia fornita ed attrezzata; non è vero che gli abitanti di Morigino non hanno il servizio, considerato che, come da sempre fanno, si servono, per medicinali, come per altre spese, nel comune adiacente di Cursi; la consuetudine a servizi nel centro più vicino, dimostra che Morigino, non rientra nel disposto inserito nella circolare ministeriale che invita a tener conto dell’esigenza di ‘garantire l’accessibilità del servizio farmaceutico anche a quei cittadini residenti in aree scarsamente abitate’ in quanto c’è già una farmacia a circa 400 metri servita pure da una pista ciclabile, in posizione più vicina di quanto lo siano i quartieri nuovi, ad Ovest di Maglie”. Osserva Giannuzzi che in comuni scarsamente popolati anche con più residenti di quanti ne conti la nostra frazione, “molte farmacie esistenti hanno chiuso o sono rimaste inoptate dai farmacisti concorrenti alle assegnazioni delle nuove farmacie, non disposti a porre in essere investimenti dei quali non potrebbe esserci alcun ritorno”. Una scelta che è anche contraria allo spirito della liberalizzazioni “finalizzate a creare servizi e lavoro, con l’obbligo di assicurare un’equa distribuzione sul territorio. La scelta, espone il comune di Maglie ad un possibile contenzioso che, come al solito, si risolverebbe con l’esborso di risorse, senza possibilità di far valere le proprie, deboli, ragioni. Invito l’amministrazione a rivedere le proprie determinazioni, ricordando che non è ‘adeguata l’attuale distribuzione con riferimento al capoluogo’ come si legge nelle comunicazioni del 23 aprile, proprio per le ragioni già espresse, evitando di incorrere nuovamente -conclude Giannuzzi- nel disservizio offerto dagli Studi Medici Associati che, pur dovendo servire tutta la città, hanno scelto una sede, assolutamente decentrata creando, anche per questo, un enorme disservizio ai pazienti, sotto gli occhi indifferenti della pubblica amministrazione”.

 

Maurizio Tarantino

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Città Libera chiede la convocazione del consiglio comunale


Da quanto tempo non si convoca un consiglio comunale a Maglie? Se lo domanda il capogruppo di Città Libera Antonio Giannuzzi che ha inviato una nota alla stampa per chiedere agli amministratori delucidazioni sul fenomeno. Secondo Giannuzzi, infatti, non sarebbero a mancare gli argomenti di discussione, tra cui lo sforamento del patto di stabilità, il nuovo progetto di bike sharing, che ha sollevato i dubbi dell’opposizione, il calo della popolazione. “Che succede nell’amministrazione comunale di Maglie? – dice Giannuzzi – In questi ultimi 3 mesi, non sono stati convocati consigli comunali, commissioni consiliari e nemmeno consulte (le consulte vengono però convocate una tantum dai loro presidenti, che non sono politici, ma espressione della realtà associativa, ndr). Eppure, in questi mesi, abbiamo appreso che era stato sforato il patto di stabilità per oltre 1100000 euro, che i dati del censimento hanno registrato 14830 residenti (Maglie aveva una popolazione superiore ai 15mila abitanti dagli anni ’60, ndr) e sarebbe opportuno capirne i motivi, che siamo obbligati a stabilire le tariffe da applicare per l’Imu, oltre a dover approvare il bilancio di previsione che la normativa indica nel mese di dicembre per l’approvazione, salvo deroghe, che se utilizzate, denotano le difficoltà in cui si trova l’amministrazione. Ora, sembra che l’approvazione dei bilanci sarà rimandata a giugno, facendo passare buona parte dell’anno, prima di far conoscere la capienza dei vari capitoli o le fonti dalle quali attingere le entrate, che consentono di operare, o meglio dire, amministrare. Va tenuto conto che l’operatività per dodicesimi sul bilancio precedente non potrebbe generare risultati diversi da quelli pesanti registrati nel 2011. Non approvando, poi, il bilancio consuntivo, sarebbe difficile capire le vere ragioni dello sforamento del Patto di Stabilità. L’opposizione reclama la convocazione di un consiglio, che consentirebbe di fare delle interrogazioni e darebbe la possibilità di valutare le tante problematiche che sono in essere, quali i problemi di bilancio, dell’edilizia, delle tariffe, del bike sharing, dell’area mercatale e altro ancora. Si dirà che 3 sono i consigli obbligatori, e sono quelli dei bilanci. L’amministrazione non convoca altri consigli o perché non ci sono argomenti o, forse, perché non ci sono soldi. Se è la seconda ipotesi la causa, si ricorda che l’opposizione aveva proposto il dimezzamento del gettone di presenza, anche se non sono i gettoni dei consiglieri che pesano sui costi dell’amministrazione, ma i rimborsi dovuti agli assessori, presidente e sindaco, che non hanno voluto aderire alla proposta di dimezzamento proposto dall’opposizione. Ora, credo che l’opposizione sia ben disposta a rinunciare completamente ai gettoni, con l’auspicio che questo possa consentire un maggiore numero di consigli, evitando sia il soffocamento dei dibattiti consiliari, dovuti alle decine di punti che normalmente fanno parte dell’ordine del giorno, sia l’approssimazione con la quale gli stessi vengono preparati. L’opposizione invita l’amministrazione ad approvare quanto prima i bilanci e comunque a convocare il consiglio comunale per consentire una definizione dei sospesi, evitando che, ancora una volta, sia la stessa opposizione a richiedere un consiglio comunale straordinario”.

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Antonio Giannuzzi si esprime su bike sharing


Mancano pochi mesi per la partenza del bike sharing a Maglie. Il progetto, che vedrà il posizionamento di 70 biciclette in alcune stazioni strategiche di scambio, come la piazza Aldo Moro e la stazione, solo per citarne due, a disposizione di cittadini magliesi e dell’entroterra, oltre che per i turisti. L’opposizione però non ci sta: in un comunicato, il capogruppo di Città Libera Antonio Giannuzzi ha evidenziato quali siano a suo avviso i punti di debolezza del progetto. “Ci sono tanti modi per sprecare soldi pubblici – scrive – uno di questi è quello di fare opere di cui non si sente alcun bisogno, ancora peggio se, queste opere, non danno nessun apporto al patrimonio pubblico. Ultimamente l’amministrazione ha presentato il progetto di bike sharing, che consiste nel dotare la città di 70 biciclette a pedalata assistita (le bici sono elettriche con l’ausilio di celle fotovoltaiche, ndr), nasce da un bando del ministero dei trasporti del febbraio 2011 che prevede il finanziamento del ministero per 347mila euro e l’apporto dell’amministrazione di 189mila euro, complessivamente un costo di 536mila euro. In consiglio comunale, a fronte delle perplessità manifestate dall’opposizione che metteva in evidenza tra l’altro che il sistema poteva essere adeguato a una grande città, che la tensione finanziaria non poteva consentirci di sprecare risorse, che c’è il timore che, in due tre anni, il tutto potrebbe diventare un sistema da rottamare, la maggioranza, compatta, ma con superficialità, replicava che non potevamo rinunciare al finanziamento, come se i soldi dello stato, non fossero sempre soldi pubblici. A Maglie potevamo fare tesoro dell’esperienza fallimentare di Lecce ma non l’abbiamo fatto, anzi, abbiamo previsto un progetto ancora più oneroso. Quello che è ancora più grave, e che, secondo me, non può essere perdonato, è che a Maglie avevamo già acquistato nel 2002, 15 biciclette, con le stesse caratteristiche, pagate allora oltre 23mila euro, a oggi mai utilizzate e in fase di progressivo logoramento. Bisogna valutare se è il caso di recedere dal progetto, visto che lo sforamento del Patto di stabilità per oltre 1100000 euro, la riduzione dei trasferimenti determinati dalla riduzione della popolazione, il pagamento del mutuo per l’acquisto di queste biciclette, che graverà sui cittadini magliesi per circa 320mila euro, in venti anni costituiscono dei passi nel vuoto che ci porteranno verso il drammatico impoverimento di tutta la città. Noi diciamo basta, alle spese inutili e auspichiamo, almeno, la nomina di un assessore al Bilancio, perché Maglie, come si vede, non può farne a meno”. Il ruolo di assessore al Bilancio è infatti svolto attualmente dallo stesso sindaco Antonio Fitto, che non ha delegato altra figura politica o tecnica.

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Antonio Giannuzzi contesta il bilancio comunale


Bilancio comunale pesante e patto di stabilità 2010 non rispettato. Questa frase riassume il pensiero del capogruppo magliese di Città Libera, Antonio Giannuzzi, che ha voluto fare i conti in tasca al comune e stigmatizzare la situazione finanziaria, secondo quanto il ruolo di opposizione richiede. “Da tempo – scrive Giannuzzi – si prevedeva che la gestione finanziaria, così come è stata politicamente condotta, in questi anni, non poteva che portare al peggio. Dopo lo sforamento del patto di stabilità del 2009, giustificato in modi diversi dagli stessi amministratori e un 2010 inconcludente, ma che ci ha consentito di rispettare i parametri finanziari imposti, si è concluso un 2011 con un bilancio, a dir poco, pesante. Nessuno lo ha detto, né sono trapelate notizie che nel 2011 il patto di stabilità, per la seconda volta, non era stato rispettato. Forse, si aspettava l’obbligatoria approvazione del consuntivo, previsto per metà anno, per informare i consiglieri e i cittadini? Lo temevamo, lo abbiamo detto, era prevedibile. Tutti i nodi vengono al pettine per cui si è verificato quanto tutta l’opposizione paventava e per la quale, la stessa Corte dei Conti, aveva allertato più volte, trattata, dalla maggioranza, con sufficienza, ignorando le sue indicazioni. Il patto, quindi, è stato sforato per circa 800 mila Euro, ben di più del 2009. Il saldo del conto di tesoreria, al 30 dicembre 2011, è negativo per 797.000 Euro. Tutto ciò comporterà molte pesanti conseguenze per la conduzione finanziaria del 2012, tra queste vanno citati, proprio i minori trasferimenti determinati dall’importo dello sforamento (salvo correttivi) e l’iniziale saldo negativo del conto di tesoreria, in una città dove, è ormai certo, conterà ben meno dei 15mila abitanti, con un ulteriore risvolto negativo per tutti i cittadini”.

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Città Libera esamina i dati del censimento


Antonio Giannuzzi, capogruppo in consiglio comunale a Maglie di Città Libera, esamina il fenomeno della migrazione dal suo paese e il fatto che ormai Maglie è sceso sotto la soglia dei 15mila abitanti, come attesta il censimento della popolazione residente. “I dati del censimento, al 31 dicembre, non sono assolutamente confortanti – dice Giannuzzi – infatti, anche se manca qualche piccola percentuale di modelli da acquisire, siamo a circa 200 unità sotto la soglia auspicata dei 15mila abitanti. Il problema non è di poco conto, abbiamo fatto affidamento sulla tranquillità del sindaco, che sulla stampa, si diceva fiducioso del raggiungimento della fatidica soglia.

Sembra, invece, che l’obiettivo non sarà raggiunto, con un notevole impatto negativo per la città, sia come immagine che come riscontro economico. Ricordo, che su mia proposta, circa 5 anni fa, fu approvato un ordine del giorno che demandava agli uffici il compito di far emergere quanti figuravano residenti in altri centri, senza risiedervi veramente. In altre occasioni, si è suggerito anche di far luce sulle centinaia di badanti che avrebbero l’obbligo di censirsi, come cittadini. A oggi, nulla è stato fatto: le badanti censite sono addirittura diminuite, anche se, sembra, il numero effettivo sarebbe aumentato; non abbiamo recuperato nessun residente, per motivi fiscali, nei paesi, soprattutto, di mare visto che, tra l’altro, anche sulla prima casa sarà imposto il pagamento dell’Ici oggi Imu. Sono convito che un invito a riprendere la cittadinanza magliese rivolto a questi concittadini che amano Maglie, potrà sortire qualche effetto.

Manca poco più di un mese, alla scadenza dei termini per completare il censimento. Il tempo per fare qualcosa ci sarebbe ancora, mi sento di invitare l’amministrazione ad attivarsi, insieme agli uffici competenti, per tentare di raggiungere l’obiettivo, evitando, dopo gli ultimi anni di declino, di diventare un paesone di serie B”. Il problema collaterale a questo calo della popolazione residente sarà a breve nel cambio di sistema elettorale, che diventerà quello previsto per i paesi al di sotto dei 15mila abitanti. Il comunicato di Città Libera inoltre fa riferimento a dei problemi reali, ma non a degli altri che sono sotto gli occhi di tutti quotidianamente, forse anche perché le motivazioni sono talmente ataviche da non poter pensare a una soluzione a breve e se n’è parlato sempre e a lungo: il prezzo degli affitti che spinge le coppie giovani e i single che si emancipano a prendere casa nei paesi limitrofi, come Corigliano, Melpignano, Muro e Scorrano, e la mancanza di occupazione stabile che spinge le giovani menti fuori regione o fuori Italia. Un collega magliese, Lucio Colavero, attualmente giornalista in Spagna, ha esaminato tempo addietro sul suo blog il fenomeno della fuga dei cervelli, che interessa Maglie, ma anche altri centri del Salento e del sud, spiegando come solitamente ci si preoccupi di quello che accada, ma non solo non si faccia abbastanza a proposito, ma soprattutto si dimentichi come oggi i cervelli che se ne vanno non sono più importanti della manovalanza che nel ‘900 andava all’estero a lavorare in miniera, o al nord Italia nelle fabbriche di eternit.

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Antonio Giannuzzi presenta un’interrogazione sulla sicurezza sul lavoro


Antonio Giannuzzi, consigliere di Città Libera, presenta un’interrogazione consiliare sulla sicurezza sul lavoro degli operai comunali e degli Lsu impiegati al comune. “Il Comune di Maglie – racconta Giannuzzi in una nota alla stampa – non tiene da conto la salute e la sicurezza dei suoi dipendenti. Il limitato numero di operai e Lsu non è fornito di nessun tipo di vestiario o strumento a tutela dell’integrità fisica. L’abbondante normativa esistente obbliga la pubblica amministrazione a individuare un responsabile della sicurezza, con l’obbligo di dotarlo di un fondo adeguato alle necessità degli operai. A Maglie, da quasi dieci anni, quel fondo è stato completamente azzerato per cui non è possibile dotare i lavoratori di alcunché. Nonostante gli aspetti penali che esistono e nonostante convegni, dibattiti svolti anche nell’aula del consiglio sull’obbligo, per i datori di lavoro, a rispettare le norme sulla sicurezza, proprio la pubblica amministrazione dà un pessimo esempio, equiparando il Comune di Maglie a qualche paese sottosviluppato, dove ancora la cultura della sicurezza non esiste. Questa è la ragione per la quale è stato presentato un ordine del giorno, affinché, sin da subito, si provveda a dotare il dirigente responsabile di ciò che possa servire almeno fabbisogni più urgenti, pensando poi al bilancio 2012 dove ci aspettiamo un adeguato stanziamento”. Il capogruppo di Città Libera parte dal presupposto che al Comune di Maglie lavorano cinque operai e cinque lavoratori socialmente utili, che sono impiegati in ogni situazione di bisogno, sia in strada che negli edifici, a volte senza competenze ed esperienze – si legge nell’ordine del giorno – e che necessiterebbero di divise adeguate, non solo per la sicurezza ma anche per il decoro, come scarpe, vestiti, guanti, mascherine, imbracature, dispositivi di visibilità, caschi e tutto quanto sia necessario secondo gli impieghi. Per Giannuzzi, la spesa non dovrebbe essere neppure troppo alta, dato l’esiguo numero degli stessi operai, per cui chiede cosa intenda fare l’amministrazione per ovviare a queste che lui chiama evidenti carenze, ricordando che occorre prevedere una specifica voce di bilancio, perché sulla sicurezza dei lavoratori non è possibile risparmiare.

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Maglie, Città libera sollecita una risposta alla Corte dei Conti


Città Libera sul piede di guerra contro l’amministrazione magliese all’indomani del consiglio comunale. Il motivo? L’amministrazione, secondo quanto riportato nel comunicato di Città Libera era tenuta a rispondere di una valutazione immediata, causata da una serie di questioni finanziarie dell’ente locale sollevate quest’anno e nel passato prossimo. “E’ noto che la Corte dei Conti ha rimesso all’amministrazione di Maglie una serie di rilievi – ha commentato il consigliere di opposizione Antonio Giannuzzi, capogruppo di Città Libera – per i quali chiedeva una valutazione e una risposta immediata sul perchè, tra l’altro, dello sforamento del Patto di Stabilità, dell’utilizzo delle anticipazioni di tesoreria per l’intero anno e dell’eccessivo ricorso al credito, al limite dell’affidamento”. Giannuzzi spiega che la Corte si riferiva all’esercizio 2009, anche se, il deliberato è pervenuto nel luglio 2011. “Era nostro dovere rispondere sollecitamente – continua Giannuzzi – illustrando le decisioni richieste che, secondo noi, potevano essere utili alla risoluzione del problema, che rischia di complicarsi ulteriormente. L’amministrazione, invece, sceglie di non rispondere, o meglio, di ignorare la deliberazione che sarebbe rimasta nel cassetto, se non fosse stato oggetto di un ordine del giorno presentato da Città Libera. Nel consiglio comunale di lunedì, ci aspettavamo una discussione approfondita, invece, i consiglieri di maggioranza, infastiditi, hanno preferito ignorare il problema, pronti, a votare contro l’ordine del giorno. E’ presuntuoso l’atteggiamento dell’amministrazione e del presidente del Collegio dei Revisori, pronti ad affermare, che le risposte che voleva la Corte, potevano essere desunte dalla lettura del bilancio 2010. Nemmeno una nota di riferimento, come se dicessimo, ai giudici della Corte: non abbiamo niente da dire, le risposte ai vostri quesiti ve le potete ricavare dal bilancio 2010, del quale, riceverete, prossimamente, l’informativa prevista. E’ sbagliato parlare di mancato rispetto delle istituzioni? Era meglio scrivere: Noi non abbiamo tempo da perdere”.

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