A Maglie l’intera area tra via de Lorentiis e via Ferramosca, con particolare riferimento agli edifici ex Iacp in pietra leccese, rappresenta il fulcro di un’annoso progetto di recupero che sembra non trovi il giusto adempimento. La storia e i protagonisti: il consigliere di Città Libera Antonio Giannuzzi il 15 ottobre scorso presentava al sindaco di Maglie Antonio Fitto un comunicato che conteneva una serie di osservazioni alle norme tecniche del Piano Regolatore Generale.
L’intervento di Città Libera focalizzava l’attenzione sulle necessità di preservare le caratteristiche edilizie del centro storico, con un’attenzione particolare all’utilizzo della pietra leccese, ritenendo che questa peculiarità arricchisca e caratterizzi la città. Antonio Giannuzzi sottolinea che Maglie è storicamente riconosciuta come la città della pietra, essendo il centro più grande in Italia edificato in pietra leccese: a suo avviso, le carenze normative del Piano Regolatore Generale, favoriscono interpretazioni diverse, tanto da non vincolare all’applicazione del rivestimento e del ripristino anche delle facciate in pietra leccese.
La vicenda ha attraversato gli ultimi mesi del 2012 giungendo al primo consiglio comunale del 2013, durante il quale tuttavia, non c’è stato tempo per la discussione, che è stata quindi rimandata. La proposta di Giannuzzi di preservare la pietra leccese fu presentata come ordine del giorno già durante il consiglio comunale dello scorso dicembre, ma non fu accettata e Città Libera auspicò, nel caso di mancato finanziamento, la preparazione di un nuovo progetto, che evidenziasse l’importanza dell’intera area, con particolare riferimento all’edificato in pietra leccese.
Antonio Giannuzzi sperava di presentare la mozione nel corso del consiglio comunale di lunedì 28 gennaio ma la discussione è slittata a data da destinarsi. Giannuzzi auspica che l’amministrazione si impegni a preparare, in tempo, un vero progetto di recupero, che potrà essere presentato entro l’anno, sperando che l’aspetto qualitativo dell’area da recuperare, premi, questa volta, il piano di recupero dell’amministrazione di Maglie. La questione rimane sospesa e l’ardua sentenza di via de Lorentiis perdura irrisolta nelle mani dei posteri.