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Alla Liberrima dibattito tra i sei candidati sindaco al comune di Lecce sul tema “Luoghi della cultura o luoghi comuni?”


Dal luogo della cultura ai luoghi della cultura: si è svolto alla libreria Liberrima il dibattito tra i sei candidati sindaco del comune di Lecce, sulle papabili proposte per lo sviluppo e l’incremento del patrimonio culturale della città, e la giusta valorizzazione di alcuni luoghi che meritano di essere messi in luce per la loro importanza culturale: l’Accademia delle Belle Arti, il Castello Carlo V, il Teatro Apollo, il Museo della Cartapesta, il Must, il Teatro Romano, il Conservatorio Tito Schipa . L’iniziativa promossa da SalentoWeb e InCima-Social Network Strategy ha avuto lo scopo di invitare i candidati a rivelare le idee, scoprire i futuri progetti e rispondere alle seguenti domande di interesse comune: Lecce produce Cultura?
Quella Cultura che oltre a tutelare e valorizzare i Beni Storico/Artistici riesce a fare “impresa” e quindi crea nuove opportunità di lavoro? Basta l’arte esistente per promuovere il turismo e, di conseguenza, l’economia? I candidati Paolo Perrone (centrodestra), Loredana Capone (centrosinistra), Luigi Melica (Terzo Polo), Antonio Capone (Verso Lecce), Andrea Valerini (Alternativa comunista) e Maurizio Buccarella (Cinque stelle), hanno dato luogo ad un dibattito acceso, che però ha manifestato, sin dalle prime battute, il suo carattere essenzialmente bifronte palesato dai continui rimandi politici, neanche troppo velati, tra il sindaco Paolo Perrone e la vicepresidente della regione Loredana Capone. Una lotta impari tra i candidati che non ha impedito alla cultura di presentarsi come assoluta protagonista della serata. Coniugata nelle forme più diverse ha permesso a tutti i candidati di proporre futuri progetti, non solo per la città di Lecce ma anche per tutto il territorio salentino.
Modulato con imparzialità e professionalità dalla giornalista Lara Napoli, il dibattito attivo e inter-attivo si è sviluppato sui binari di una partecipazione dinamica, che ha coinvolto sia gli spettatori astanti, che il popolo di internet presente con una serie di domande formulate attraverso il web. Il popolo sovrano ha evidenziato: carenze strutturali dei luoghi deputati alla cultura, una inadeguata informazione egli eventi proposti, una mancata attenzione verso un processo culturale che non cresce di pari passo con lo sviluppo tecnologico, la gestione parziale e poco trasparente dei bandi, e soprattutto la macroscopica distanza tra le istituzioni e i cittadini, a cui corrisponde un microscopico interesse politico verso i giovani, il primario patrimonio artistico e culturale del territorio. Non sono mancate le domande più specifiche e circostanziali riguardanti la Fondazione Memmo e la Triennale d’Arte Sacra a Lecce. La possibilità di affrontare tanti argomenti legati alla cultura ha permesso ai candidati di smarginare i confini dell’argomento specifico, spaziando su temi di carattere generale. Parla di una cultura circolare a produzione continua l’avvocato Loredana Capone che con la concretezza tipica delle donne esplicita il carattere pragmatico e concreto di un processo culturale, che per produrre deve necessariamente coinvolgere pubblico e privato. Propone di investire sulla valorizzazione di tutti i beni culturali della città, al fine di creare un continuum operativo che sia in grado di investire, fruire e re-investire. La Capone prospetta la creazione di un teatro della contemporaneità per il futuro, e risponde positivamente alla richiesta di maggiori attenzioni verso le tecnologie, attraverso un collegamento in rete di tutte le strutture culturali della città. Una città che per esplicita natura, ribadisce la Capone, è già luogo aperto di arte sacra e spazio artistico d’eccellenza. Paolo Perrone apre con una nota critica, e non si esime dal parlare da sindaco e padre dei leccesi, quando rivendica per i suoi figli-cittadini maggiore attenzione da parte della regione che, nella gestione e distribuzione dei fondi, penalizza la sua città in favore di altri paesi e di altre iniziative regionali. Consapevole del ruolo di candidato-sindaco, espone i suoi progetti per il futuro, ribadendo il suo parere favorevole alla Fondazione Memmo, e proponendo l’idea di un “Cartellone Unico” che promuova gli eventi locali su un raggio d’azione extraterritoriale. Luigi Melica punta su una rivoluzione strutturale antecedente al fare, e da professore parla di giusto merito già nella fase della selezione degli operatori culturali, puntando sulla trasparenza della scelta e su un campo più ampio che travalichi i confini della città. Guarda ai giovani di tutto il salento il professore Melica quando espone il programma “Europa Creativa 2014-2020”, che porterebbe fondi per promuovere tutti i campi culturali e creativi: il cinema, la TV, la cultura, la musica, le arti dello spettacolo, mentre da sindaco assicura che costituirà l’Ufficio Progetti Europei e l’Ufficio Progetti dell’Università. Sviluppa un’analisi fortemente ancorata alla realtà Antonio Capone che non esclude, per il bene pubblico, la possibilità di coinvolgere anche i privati nella promozione culturale, conscio del periodo di crisi che attraversa la società, e che investe inesorabilmente anche la cultura.
Si riconosce peraltro favorevole alla collaborazione con la Fondazione Memmo, e con le possibili iniziative della Curia. Meno propositivo Maurizio Buccarella che in una nota di anti-politica fa riecheggiare il dissenso popolare che serpeggia nella cittadinanza, non solo locale. Si fa portavoce di un sentimento di sfiducia generato da domande che rimangono senza risposte e chiede con forza, maggiore trasparenza e un uso più oculato delle tecnologie. Andrea Valerini non lascia spazio al compromesso dialettico, e scopre il velo del perbenismo nel momento in cui richiede una democratizzazione reale di tutti i luoghi della cultura. Ricorda tutti i giovani che vanno via dal territorio, ma focalizza l’attenzione anche su tutti i ragazzi che rimangono e che sono privati della possibilità di esprimersi. Punta il dito contro le tante, troppe barriere architettoniche e culturali che soffocano sul nascere iniziative valevoli ma non adeguatamente fruibili. E controcorrente rispetto agli altri candidati dice no agli interventi dei privati, e sulla triennale di Arte Sacra non nasconde un anticlericalismo di fondo. Sapremo il 7 Maggio quale cultura troveremo nei luoghi deputati, e quali luoghi investirà la cultura.

Maria Rosaria Contaldo

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Manifestazione di Monopoli, la politica aderisce al di là delle bandiere


Fronte compatto della politica della regione che si prepara alla manifestazione del comitato “No Petrolio” di Monopoli il prossimo 21 gennaio. Nell’eventualità non dovesse essere sufficiente al cambio di rotta c’è chi, come il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna, propone una petizione comunitaria per impedire l’estrazione d’idrocarburi nell’Adriatico.

Adesione di tutti i gruppi politici presenti in Regione, dei rappresentanti pugliesi in parlamento e probabile presenza del leader dell’Idv Antonio Di Pietro.

Durante la conferenza stampa di presentazione della manifestazione del 16 gennaio, Nichi Vendola ha sottolineato il ruolo della Puglia come ”la prima produttrice d’energia rinnovabile d’Italia. Per noi il petrolio è il mare. Cercare il petrolio nel mare significa invece rischiare di distruggere quel tesoro che già abbiamo. Noi metteremo insieme tutto il potere istituzionale delle comunità, faremo tutti i passi che si potranno fare sul piano giuridico, diremo tutto ciò che si può esprimere sul piano politico per fare una grande rivolta, un grande momento di disobbedienza civile”.

L’iniziativa, promossa dal comitato “No petrolio” di Monopoli vede coinvolte anche province, amministrazioni comunali e associazioni.

Il presidente del consiglio Onofrio Introna ha sottolineato l’importanza della manifestazione, che rappresenta “un ulteriore passo in avanti nella battaglia per la salvaguardia dell’ecosistema e che si colloca nel solco della politica ambientale della Regione. Un modo per sollecitare il governo nazionale e il parlamento europeo ad approvare una legge contro lo sfruttamento delle risorse nell’ Adriatico”.

“A difesa non di un’idea, ma di un diritto”, si è schierato il capogruppo Pdl Rocco Palese, “pronto a scendere in piazza non solo a Monopoli, ma ovunque serva”.

A concludere l’incontro l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, che ha puntato il dito contro le scelte di politiche energetica del governo nazionale,”dietro le quali si nascondono interessi economici e tentativi di controllo sul nostro territorio da parte delle multinazionali del petrolio che è necessario scongiurare”. Al termine della conferenza stampa il capogruppo dell’Idv regionale Orazio Schiavone ha dichiarato: “Quanto i governi nazionali hanno fatto negli ultimi anni rispecchia una forte influenza delle multinazionali. La Puglia ha un ruolo pionieristico nel settore delle rinnovabili e per questo può diventare la testa di ponte per orientare diversamente le linee energetiche nazionali. Il gruppo consiliare dell’ Idv, come pure il presidente nazionale Antonio Di Pietro, aderisce alla manifestazione del prossimo 21 gennaio, ritenendola una occasione fondamentale per il popolo pugliese e per l’Adriatico”.

Il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna intanto propone una raccolta firme per dire no alle piattaforme petrolifere nelle acque italiane a livello europeo, se non si dovesse pervenire in tempi brevi ad una moratoria per le prospezioni nel Mediterraneo, sarà necessaria una grande petizione popolare all’Unione Europea contro il petrolio in mare. L’obiettivo è la raccolta di un milione di firme che servono per sostenere un’iniziativa popolare davanti alle autorità comunitarie, non sarà difficile ottenere la più ampia adesione al documento da inviare alla Commissione Europea e al Commissario europeo all’Ambiente, perché prendano atto della volontà univoca, effettiva, di tutti i pugliesi e di tutti gli italiani, di difendere l’ambiente e scegliere un futuro di bandiere blu e di mare pulito”.

Jenny De Cicco

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La segretaria Nardelli si è dimessa


Si è dimessa nei giorni scorsi la segretaria generale del Comune di Maglie, Esmeralda Nardelli. D’accordo con il primo cittadino Antonio Fitto la professionista ha lasciato l’incarico per accettare di entrare a far parte dello staff del Comune di Tricase attualmente commissariato. La segretaria Nardelli aveva cominciato il suo lavoro presso l’amministrazione magliese nel settembre del 2005 per volontà dello stesso Fitto che l’aveva inserita nell’organigramma comunale. Da allora aveva ricoperto diversi incarichi oltre a quello di segretario generale: direttore generale della città di Maglie, presidente del nucleo di valutazione, dirigente dell’Uos (Unità Organizzativa di Servizio) “Attività produttive, Ufficio studi, ricerche e acquisizioni finanziamenti, servizio statistico” (quest’ultima responsabilità mantenuta fino al giugno 2008), dirigente dell’ufficio legale e del contenzioso e delle relazioni con il pubblico, dirigente del controllo di Gestione, dirigente del monitoraggio di processo sulle implementazioni delle politiche di sviluppo e progettazione e dirigente dei servizi di comunicazione ed informazione. Incarichi di un certo rilievo che non hanno impedito però, nell’ultimo anno, un deterioramento dei rapporti con il primo cittadino per divergenze di vedute sull’organizzazione degli uffici. Nel marzo scorso vi fu addirittura una proposta di ordine del giorno da parte del Partito Democratico per far luce su alcuni screzi (mai confermati) avvenuti durante una seduta di giunta proprio tra la segretaria Nardelli e il sindaco Antonio Fitto. Il Partito Democratico avrebbe voluto esprimere solidarietà alla professionista ma la discussione non si tenne per la mancata intesa sulle modalità dell’assemblea che avrebbe dovuto riunirsi, per motivi di privacy, in convocazione segreta. Negli ultimi mesi poi la segretaria aveva partecipato solo occasionalmente all’attività comunale a causa di problemi di salute personali. Intanto è stato aperto il bando per la sostituzione della professionista: nei prossimi giorni il sindaco Fitto, presa visione dei curricula pervenuti, sceglierà il nuovo segretario generale del comune.

Maurizio Tarantino

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Coppola si propone, il centrosinistra prende tempo


Dopo due esperienze di colore politico diverso, interrotte prima della scadenza naturale del mandato, anche Tricase si prepara, insieme ad altri comuni del Salento, a rivivere l’avventura delle elezioni amministrative.

Si respira desiderio di cambiamento nel comune balzato negli ultimi tempi agli onori della cronaca per le ben note e drammatiche vicende dell’Adelchi e non solo.

Tricase e i suoi abitanti sentono forte la voglia di superare un periodo buio a livello sociale ed economico e le prossime elezioni amministrative potrebbero costituire un’opportunità di riscatto.

Lentamente si sta delineando il ventaglio delle papabili candidature per la poltrona di sindaco.

È ormai certa la ricandidatura di Antonio Coppola, sindaco di Tricase dal 2001 al 2007.

Dopo l’abbandono dei suoi e la sonora sconfitta inflittagli nel 2008 dal candidato del centrodestra, Antonio Musarò, la sua avventura politica era ritenuta dai più conclusa.

Invece Coppola è pronto a ritornare sulla cresta dell’onda e lo ha comunicato con un mezzo che ha destato curiosità mista a perplessità: tempo addietro, lo si è visto in un elegante abito da sera sorridere ammiccante da un manifesto; sullo sfondo di una locandina di felliniana memoria, le immagini di Tricase. Il messaggio è quanto mai esplicito: pur consapevole delle mutate condizioni del paese, come spiegato nella manifestazione di inaugurazione del cammino pre-elettorale, Coppola sa che Tricase ha bisogno di nuova linfa vitale e si propone come artefice del cambiamento. Alla sua quarta candidatura consecutiva, Coppola dalla sua ha esperienza, carisma, grandi doti comunicative e oratorie. Di contro, la vicenda Acait e la pecca di decisioni ritenute troppo autoreferenziali all’epoca del suo mandato dalla sua stessa coalizione.

Ma se la candidatura di Coppola si delinea in modo sempre più chiaro, è ancora dubbio invece con chi scenderà in campo, dal momento che il centrosinistra pare propenso a vagliare al suo interno candidature in vista di un’opzione “primarie” e sta valutando le possibili alleanze.

Per il centrodestra, al momento, appare improbabile la ricandidatura di Antonio Musarò, eletto nel 2008 con il 60% delle preferenze. Ma i tempi sono cambiati e il ricordo dei rimpasti del suo mandato è ancora troppo vivo. Si vocifera della candidatura di Claudio Pispero, già vicesindaco nella giunta uscente, ma nulla trapela con ufficialità.

Non sembra intenzionato a scendere in campo Alfredo De Giuseppe, leader del Movimento Pes, proposta innovativa delle scorse elezioni amministrative.

Non confermate a tutt’oggi le voci di altre candidature.

Antonella Cazzato

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Revisori dei conti in consiglio


I revisori dei conti sulla graticola. Con un ordine del giorno specifico, la minoranza consiliare (Pd, Udc, Maglie Città Libera e Per Cambiare Maglie) ha chiesto, durante l’assise municipale di lunedì scorso, la revoca della delibera di nomina dei professionisti. “È indispensabile -scrivono nel documento i consiglieri- procedere all’autoannullamento della suddetta deliberazione, anche al fine di tenere indenne l’ente da eventuali azioni o richieste risarcitorie promananti da soggetti terzi i cui interessi siano stati lesi dalla (illegittima) deliberazione”. L’amministrazione in estate aveva deciso di dare avvio alle operazioni per il rinnovo dell’organo collegiale in scadenza da lì a poco. Durante in consiglio dello scorso settembre si era proceduto a nominare attraverso votazione Oronzo Chilla, presidente, Giovanni Montagna e Antonella Cesari. Una decisione che però da lì a pochi giorni la minoranza ha provveduto a contestare con decisione a causa del cambio di sistema voluto dal ministero del Tesoro. Le nuove norme prevedono che la scelta dei professionisti avvenga attraverso il sorteggio da un elenco regionale. Novità in vigore proprio da metà agosto. Per sciogliere il dubbio anche il dirigente del settore finanziario Rossano Marra, che in occasione del consiglio era presente in qualità di vicesegretario comunale, è intervenuto con un parere scritto spiegando le ragioni della preferenza con il vecchio metodo. “Il 30 settembre -ha scritto Marra- sarebbe scaduto il mandato del collegio dei revisori dei conti del comune, così il 14 luglio abbiamo avviato le procedure per il rinnovo dell’organo di revisione. Una scelta precedentemente all’adozione, da parte del Governo, del decreto. Sarebbe pertanto illegittimo mantenere in vita un organo oltre la proprio scadenza temporale, perché i possessori di titoli interessati, che nel frattempo hanno prodotto domanda di partecipazione pervenute a partire dal 19 luglio, avrebbero potuto ravvisare un danno nei propri confronti”. Una spiegazione che non ha sopito le polemiche da parte dell’opposizione secondo cui la nomina sarebbe stata fatta proprio per evitare il sorteggio, mentre si sarebbe potuto procedere in proroga. La maggioranza ha respinto le illazioni dichiarando la bontà della procedura avviata proprio a tutela dell’ente. Alla fine l’ordine del giorno è stato respinto ma gli animi si sono surriscaldati causando l’abbandono dell’aula da parte degli otto consiglieri di minoranza.

Maurizio Tarantino

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Maglie, le interrogazioni del prossimo consiglio comunale


È stato convocato per le ore 15 di lunedì prossimo il consiglio comunale cittadino. Saranno ben tredici i punti da esaminare, la maggior parte presentati dall’opposizione. Dopo l’approvazione dei verbali della precedente seduta si partirà con le interrogazioni: le prime due a cura della consigliera del Pd, Sabrina Balena, sul pattinodromo comunale, i cui lavori non sono mai terminati a distanza di 10 anni, e la rendicontazione del 5 x 1000 comunale per il 2009 e il 2010: l’esponente del Pd chiede di conoscerne la destinazione che il comune ha deciso di farne. A cura del Pd i due punti successivi: nel primo si chiede di conoscere il beneficiario diritti di segreteria e di rogito del trimestre luglio – settembre 2011, dopo che il dirigente del primo settore, Rossano Marra, ha rilevato che nel trimestre è stata incassata la somma complessiva di 12.169,92 per diritti di segreteria e di rogito, impegnando al contempo la somma di 7.751,11 euro al capitolo 275, “Quota dei diritti di rogito spettanti al Segretario Comunale” del bilancio dell’ente. Niente di strano, se non fosse che nel periodo considerato la segretaria comunale Esmeralda Nardelli è risultata assente dal servizio per motivi di malattia. La successiva interrogazione ha come oggetto alcuni interventi manutentivi del tribunale cittadino, nel quale nei giorni scorsi erano caduti alcuni pezzi di intonaco. Il sesto punto chiede di aderire alla richiesta dell’ Aifvs , l’associazione familiari e vittime della strada di Maglie, affinché le istituzioni velocizzino l’iter della proposta di legge riferite “all’incremento di pene per l’omissione di soccorso, al riconoscimento del danno alla vita di chi muore subito, di chi in auto viene ucciso per il lancio di sassi o a causa di animali, alla limitazione del patteggiamento e della sospensione condizionale della pena”. Si passerà quindi ad alcuni punti posti dal consigliere Antonio Giannuzzi: il primo chiede di esaminare la deliberazione della Corte dei Conti relativa principalmente al mancato rispetto del patto di stabilità nel 2009, la seconda invita ad annullare l’elezione del presidente della Consulta attività sociali, anziani e famiglia. Il nono punto è un ordine del giorno presentato dai capigruppo consiliari Pd, Udc, Maglie Città Libera, Per Cambiare Maglie sull’elezione dei revisori contabili che dovrebbe essere revocata. Ci sarà a seguire l’integrazione e la modifica dell’elenco annuale delle Opere Pubbliche 2011 con l’inserimento del finanziamento del frantoio ipogeo di via Foggiari e la rimodulazione della somma per l’ammodernamento della Zona Pip. Sarà quindi approvato il nuovo schema di convenzione per l’affidamento in concessione del servizio di tesoreria comunale, sarà determinato l’importo del gettone di presenza e si chiuderà infine con l’ordine del giorno del Partito Democratico sulla gestione dell’Ato da parte del Presidente Silvano Macculi.

Maurizio Tarantino

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Il Pd magliese presenta un odg sulla gestione Ato Lecce 2 di Macculi


Il presidente dell’Ato Lecce 2, Silvano Macculi continua a essere nell’occhio del ciclone. A chiedere al sindaco Antonio Fitto, componente del consiglio di amministrazione dell’ente consortile, di mettere in atto “ogni iniziativa finalizzata a ripristinare trasparenza, correttezza, legalità contabile e amministrativa nell’ambito della gestione del consorzio” è il gruppo del Partito Democratico di Maglie. I consiglieri Raffaele Cesari, Sabrina Balena, Salvatore Moscaggiuri e Antonio Tau hanno infatti presentato uno specifico ordine del giorno sulla conduzione dell’ente da parte dell’assessore provinciale. “Solo un anno fa – precisa il capogruppo Pd, Raffaele Cesari- il consorzio Ato Lecce 2 ha incrementato di 340mila euro il costo del servizio per lo smaltimento dei rifiuti dovuto dal Comune di Maglie. Questo ha comportato per i cittadini un notevole aumento della Tarsu e l’avvio, da parte degli uffici comunali, di indagini e di verifiche per l’ampliamento della base imponibile. Ora, le numerose e puntuali contestazioni rivolte dai sindaci di quindici comuni appartenenti all’Ato Lecce 2 all’operato del presidente Macculi hanno reso evidente la mancanza di trasparenza, di rigore e di legalità nella gestione del consorzio”. Per il capogruppo del Partito Democratico, Macculi ha inteso amministrare l’Ato come “una sorta di pozzo di San Patrizio i cui tesori, i soldi versati dai contribuenti, sono stati utilizzati da chi ne aveva la disponibilità per conferire incarichi d’oro senza limiti e controlli. Il consorzio, difatti, non ha mai costituito al suo interno l’organo di revisione e ha operato a lungo senza adottare bilanci di previsione e conti consuntivi. Una situazione a dir poco scandalosa che ha giustamente indotto l’onorevole Teresa Bellanova a presentare un’apposita interrogazione parlamentare e i sindaci di quindici comuni a chiedere al presidente Nichi Vendola la nomina urgente di un commissario straordinario alla guida del consorzio”.

Maurizio Tarantino

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Nasce a Maglie il circolo dell’Italia dei Valori


Da qualche giorno anche i simpatizzanti dell’Italia dei Valori hanno un punto di riferimento a Maglie. È stato infatti inaugurato giovedì scorso il nuovo circolo cittadino del partito di Antonio Di Pietro nella sede provvisoria messa a disposizione dalla Libreria Universal Studium. Erano presenti il coordinatore provinciale Francesco D’Agata, il capogruppo provinciale Idv, Gianfranco Coppola e il consigliere regionale Aurelio Gianfreda che ha auspicato una svolta nella politica cittadina. “Sono molto felice – ha detto – della nascita del circolo in una città che è uno dei capoluoghi culturali del Salento. Crediamo molto in questo progetto politico confortato dai successi referendari. Maglie è in piccolo, l’Arcore salentina, per le personalità politiche di cui è espressione. Siamo convinti che il rinnovamento sia possibile anche in un centro che da decenni ha avuto una forte continuità politica”. A fare gli onori di casa i promotori Giovanni Cerullo e Ottorino Capocelli. “A Maglie – ha spiegato Cerullo – il movimento ha raccolto consensi elettorali significativi. Basti ricordare i tanti voti raccolti dalla candidatura di Luigi De Magistris alle ultime elezioni europee”. Sulla stessa linea Capocelli. “Il circolo – ha commentato – sarà una casa di vetro, l’assoluta trasparenza sarà il Dna, il motivo conduttore di qualsiasi iniziativa. Con i partiti e le associazioni presenti sul territorio avremo un dialogo franco e cortese, non subalterno, alla pari, un dialogo costruttivo prima sui problemi reali della città e poi, se ci saranno le condizioni, condivideremo una campagna elettorale per l’elezione del primo cittadino. Crediamo che il nostro contributo possa essere decisivo per avere in questa città, finalmente, un sindaco di una compagine diversa da quella che ci amministra ininterrottamente dal dopoguerra a oggi”.

Maurizio Tarantino

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Maglie, è ancora polemica sui revisori dei conti


La polemica sulla scelta dei revisori dei conti non si placa. La decisione della maggioranza del consiglio comunale di nominare Oronzo Chilla, Giuseppe Montagna e Antonella Cesari, non ha ben disposto i restanti consiglieri che avrebbero gradito indicare un proprio rappresentante nella terna che dovrà valutare l’andamento delle operazioni contabili del comune. Nomine poi, secondo quanto asserito dai capigruppo, che non avrebbero dovuto aver luogo secondo le usuali procedure ma in base ad un nuovo criterio, stabilito in estate nella manovra finanziaria: il collegio si deve formare attingendo da un elenco regionale di professionisti istituito appositamente. Per l’opposizione quindi la maggioranza ha agito artatamente, anticipando il rinnovo del collegio per poter operare secondo le vecchie normative. Da qui la richiesta di convocare un consiglio straordinario urgente per “procedere in autotutela alla revoca della deliberazione, anche al fine di tenere indenne l’ente da eventuali azioni o richieste risarcitorie promananti da soggetti terzi i cui interessi siano stati lesi dalla (illegittima) deliberazione”. La questione è arrivata in questi giorni in commissione Attività Produttive e Politiche Fiscali e Finanziarie: presenti oltre ai rappresentanti di diritto, cioè il presidente Dario Massimiliano Vincenti, la vicepresidente Valeria Leone e i componenti Gabriele Bucci, Roberta Culiersi e Antonio Rocco Tau, anche i capigruppo della minoranza che hanno confermato le loro perplessità per le procedure seguite dal consiglio al momento delle nomine. Il confronto si è concentrato sull’opportunità o meno di avere un parere sulle nomine da parte dello stesso presidente dei revisori, Oronzo Chilla sollecitato dalla commissione stessa. Per il capogruppo del Pd, Raffaele Cesari si sarebbe trattato di un passaggio significativo. Il presidente Dario Massimiliano Vincenti, dopo aver accettato di far votare la proposta (respinta per tre voti a due), ha voluto confermare la sua contrarietà: in primo luogo ripetendo quanto spiegato nei giorni scorsi in un articolata risposta tecnica sull’impossibilità di procedere alla nomina con il sorteggio e in secondo luogo perché la richiesta di Cesari poteva apparire di natura esclusivamente politica e utile solo per riaccendere ancor di più la polemica.

Maurizio Tarantino

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Minervino. Continua lo scontro sulla Pet-Tac. E oggi si torna in aula


Arriva la risposta del sindaco di Minervino, Ettore Caroppo, alle dichiarazioni con cui la minoranza ha commentato la sospensione – per mancanza del numero legale – dell’ultimo consiglio comunale, tra i cui punti all’esame dell’aula figurava anche la discussione sulla Pet-Tac. In particolare, l’ordine del giorno era finalizzato a sollecitare la Regione a erogare le risorse necessarie affinché il centro privato e convenzionato di medicina nucleare Calabrese, che negli ultimi mesi s’è visto tagliare i rimborsi, possa riprendere a fornire gli esami ai mutuati, addebitando i costi al servizio sanitario. Il mancato raggiungimento del numero legale ha determinato il rinvio della seduta, suscitando il disappunto dell’opposizione che in aula aveva accusato la maggioranza di essere “debole e divisa”. Il sindaco respinge al mittente le accuse e, soprattutto, ne stigmatizza il comportamento: “Discutere un diritto come quello alla salute per avere un servizio importante, come quello della Pet, è fare sponda a un’amministrazione?”, si chiede retoricamente Caroppo, il quale, evidentemente, su questo specifico problema dalla minoranza si aspettava ben altro impegno in virtù del fatto che più volte in passato la maggioranza aveva espresso la volontà di dare il proprio contributo per risolverlo. Insomma, se il quorum è saltato, la colpa non è da ricercare tra i banchi vuoti della maggioranza, ma in quelli di minoranza che hanno tolto la stampella.

“Comprendo che fa sempre notizia che un Consiglio comunale venga rinviato per mancanza del numero legale”, rincara l’assessore Giuseppe Foscarini. “Figuriamoci se la minoranza, già avara di proposte o di motivi di discussione, si sarebbe fatta sfuggire una occasione come questa per uscire sui giornali. Quello della Pet-Tac – aggiunge – non era argomento da strumentalizzare politicamente”. Altrettanto duro il presidente dell’assise, Domenico Carrapa, secondo cui il gruppo d’opposizione avrebbe sprecato l’ennesima occasione per dimostrare che è in grado di sedere in consiglio e di tutelare gli interessi dei cittadini. “Il solo scopo della minoranza – ha commentato Carrapa – è cercare di arrivare al potere, tanta è l’avidità che la contraddistingue, da non discernere ciò che è realmente utile al bene comune”.

Intanto, il confronto riprenderà in aula: è previsto per oggi, infatti, il consiglio comunale rimandato, mente nei prossimi giorni l’amministrazione sarà impegnata con il vaglio e l’approvazione del bilancio 2010.

Antonio Palma

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Giuggianello, attivi gli impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici


Giuggianello avvia l’attivazione del fotovoltaico sugli edifici pubblici. L’amministrazione comunale ha realizzato gli impianti sui tetti della sede municipale, la scuola primaria e dell’infanzia, il museo della Civiltà Contadina e il mercato coperto, per una potenza complessiva di centocinque kilowatt. Il Comune ha investito mezzo milione di euro con un notevole impatto ambientale e benefici sul piano finanziario.

Lo sfruttamento dell’energia solare eviterà l’immissione nell’atmosfera di sessantamila chilogrammi di Co2 e di altri agenti inquinanti prodotti dalle centrali elettriche a combustione, ma per il Comune ci saranno anche i vantaggi economici di “Quarto conto energia”: la normativa prevede un incentivo, che garantisce al proprietario di ricevere un corrispettivo proporzionato all’energia generata dall’impianto, e un ulteriore incremento del 10%, in caso di utilizzo di materiali come moduli fotovoltaici e inventer di produzione europea, e prevede anche uno scambio sul costo, con un risparmio sulle bollette di energia elettrica di tutti i consumi comunali derivanti dagli edifici e l’illuminazione pubblica.

Antonio Palma

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Otranto, al voto fra un anno. Ma tutti vogliono già allearsi con tutti


Si stanno avvicinando le sfide elettorali, a Otranto: dopo l’estate la campagna elettorale entrerà nel vivo, dunque gli schieramenti politici si stanno delineando sempre più, anche se restano aperti numerosi tavoli di trattative. Gli interrogativi sono diversi e riguardano, soprattutto, le posizioni che assumeranno i vari gruppi spontanei di cittadini che si preparano a scendere in campo. L’attuale maggioranza a Palazzo Melorio dovrebbe ripresentarsi compatta all’appuntamento con il rinnovo del Consiglio comunale. “La nostra compagine non ha subito nessuna frattura, nessuno sconvolgimento o divisione”, spiega il sindaco di Otranto Luciano Cariddi. “Questo è già un valore in sé, soprattutto se confrontato con le precedenti esperienze consiliari, quando in ogni amministrazione si sono avute defezioni, fratture, dimissioni e instabilità generali”. Una maggioranza unita e senza screzi, dunque, di cui Cariddi è orgoglioso: “Ci presenteremo all’appuntamento elettorale con un’alleanza politico-amministrativa che non ha mostrato nessun segno di cedimento. E’ ovvio che ogni tornata apre un’esperienza diversa, tuttavia non avere divisioni è, di per sé, un grande vantaggio. Siamo comunque aperti alle varie sollecitazioni che ci vengono dai cittadini, per cui valuteremo anche le eventuali aperture a ulteriori gruppi che intenderanno contribuire al miglioramento dell’azione amministrativa nella città”. L’altra compagine che avrà il compito di contendere alla maggioranza uscente l’amministrazione della città è il gruppo di minoranza “Alleanza per Otranto”. “Ci identifichiamo per la maggior parte col Pdl”, dice Corrado Sammarruco, “ma la nostra è una compagine ben disposta nei confronti dei contributi esterni. La scelta di lasciare aperti tutti i tavoli, anche in fatto di candidature, è dettata dal fatto che vorremmo infatti unire quante più componenti possibili attorno a un progetto chiaro e condiviso intorno al quale aggregare le tante componenti della città con cui dialoghiamo”. Insomma, carta bianca da parte di tutti nei confronti di tutti i gruppi spontanei di cittadini che intendono affacciarsi alla politica. Resta solo da comprendere chi andrà da una parte e chi dall’altra, il tutto senza trascurare eventuali sorprese dell’ultima ora: per questo molti cittadini continuano a chiedersi se stavolta non si arriverà a tre o addirittura quattro liste contrapposte.

Elio Paiano

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