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Rocco Palese: i dipendenti Arif impiegati per la pulizia dei litorali


In Puglia si avvicina la Pasqua, periodo di festa come sempre utilizzato come metro di valutazione dell’imminente stagione balneare, tanto da essere protagonista dell’intervento in consiglio regionale di ieri del consigliere e coordinatore regionale del Pdl Rocco Palese.

Spesso è proprio in questo periodo che i comuni e le associazioni si occupano della pulizia dei litorali, non solo per presentare al meglio la propria offerta turistica, ma anche per una sempre maggiore attenzione all’ambiente, è per questo Palese propone l’utilizzo dei 1300 dipendenti Arif.
Sull’argomento Palese asserisce: “Se il biglietto da visita per i turisti che verranno in Puglia a Pasqua saranno le spiagge piene di rifiuti, ciò inciderà negativamente anche sulla stagione turistica estiva e non è certamente questo il momento di danneggiare ulteriormente la nostra impresa turistica. La Regione non può scaricare su province e comuni i costi di pulizia delle spiagge, perché questo significherebbe scaricarli sui cittadini già tartassati dalle tasse nazionali, regionali e locali. Valuti piuttosto se non si possa affidare il servizio all’Arif così ricca di dipendenti (1300) da essere quasi una piccola regione nella regione. Ogni anno in questo periodo è la stessa storia: gli operatori balneari si ritrovano alle prese con le spese di ripristino delle strutture danneggiate dal maltempo invernale e con quelle di pulizia non solo del litorale che hanno in concessione, ma spesso anche con i tratti di spiaggia libera confinanti e stracolmi di rifiuti. Pare che la Regione Puglia abbia deciso di non stanziare più, in favore delle Province, i finanziamenti destinati alla pulizia delle spiagge e che a questo servizio dovrebbero far fronte direttamente i comuni. Riteniamo che in questo momento di tagli dei trasferimenti statali, in cui i comuni e le province sono già costretti ad aumentare le tasse a carico dei cittadini, la regione debba fare uno sforzo per continuare a finanziare il servizio. A tale scopo potrebbe anche valutare l’ipotesi di affidare il servizio all’Arif, l’agenzia regionale che, stando a quanto dichiarato dallo stesso direttore generale in audizione in commissione consiliare regionale, conta ben 1300 dipendenti, e competenze non ben definite a detta dello manager. Chiediamo quindi al presidente Vendola se non ritiene di dover intervenire per programmare l’intervento immediato sui nostri litorali, valore inestimabile e biglietto da visita della Puglia turistica nel mondo, finanziando il costo della pulizia e, magari, affidandolo direttamente all’Arif”.

Jenny De Cicco

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Olio e vino pugliese a Verona. Parte il Vinitaly


La Puglia Enologica fa faville al Vinitaly di Verona.
La Puglia è ormai un brand di tendenza per il turismo culturale enogastronomico, e sarà presente al Vinitaly con lo slogan “Puglia, dove la terra diventa vino” è il padiglione istituzionale allestito dalla Regione che accoglierà da domenica 25 a mercoledì 28 marzo buyer, winelover, giornalisti e operatori del settore per la 46esima edizione del salone di Verona.

Presenzieranno l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno e il Presidente della Regione Nichi Vendola.
Stèfano spiega:
“Andiamo a Verona con l’ambizione di consolidare e magari migliorare lo straordinario successo dello scorso anno, in termini di contatti commerciali con i buyer provenienti da tutto il mondo”.
La fiera settoriale è costituita da circa 6 mila metri quadrati per l’area istituzionale, il Padiglione 10 è quello che accoglierà le rappresentanze istituzionali pugliese, in totale sono presenti oltre 1500 etichette, di cui 144 sono le cantine pugliesi presenti, e 13 le aziende che esporranno al Sol, il Salone internazionale dedicato all’olio extravergine di qualità, ed un programma che alternerà nella quattro giorni.
Una grande occasione in termine di visibilità per la Puglia, è atteso un pubblico superiore a quello dello scorso, più di 156 mila visitatori, dei quali 50 mila dall’estero e un parterre di 2.625 giornalisti accreditati provenienti da una cinquantina di Paesi.

Una presenza importante quella della Puglia, testimoniata da un patrimonio vitivinicolo di grande qualità dove campeggiano 4 denominazioni Docg, 29 Doc e 6 Igt per un totale di 22 vitigni autoctoni già riconosciuti dalla Regione Puglia.
Con il Vinitaly al via anche al ciclo di eventi dedicati al vino rosato, noto tesoro pugliese, con “Il futuro è rosa… anzi rosato”, martedì 27 (Centro Congressi Arena Sala Puccini) con Davide Gaeta della Facoltà Economica Università Verona, il sommelier Alessandro Scorsone e il giornalista del Tg 5 Gioacchino Bonsignore, in cui verranno illustrati i risultati di uno studio dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino su consumi, produzione e tendenze dei Vini Rosati. L’occasione servirà a fare il punto sul primo Concorso nazionale dei Vini Rosati d’Italia, ideato e organizzato dalla Regione Puglia in partenza il 20 e 21 aprile a Bari la valutazione dei campioni da parte della giuria tecnica e il 5 maggio la premiazione a Otranto, informazioni maggiori sul sito www.concorsorosatiditalia.it.

Jenny De Cicco

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TrenItalia: dimenticati l’incontro e lo striscione


Incontro tra la Regione Puglia e TrenItalia ancora da definirsi, o forse dimenticato. A meno di 3 mesi dagli ultimi segnali d’”orgoglio” regionale per difendere il diritto alla mobilità dei propri cittadini – fisica e non dal “noioso” posto di lavoro – sembra non essere in programma nulla per ora. Niente di nuovo sotto al sole, o meglio niente di vecchio sul tavolo.
Eppure in questi mesi, come denunciato sulle pagine web della Gazzetta del Mezzogiorno da Franco Giuliano, sono passati 3 ricorsi, diverse interrogazioni parlamentari e regionali, incontri dell’assessore regionale Guglielmo Minervini con i vertici dell’azienda ferroviaria, la lettera del presidente Nichi Vendola a Mario Monti, incontri con i ministri e ora pare che tutto sia scoppiato, dopo neanche tre mesi, come una bolla di sapone.
A rimanere alta, non più la difesa dei cittadini con azioni politiche concrete, ma la grande stampa esposta sulla balconata in via Capruzzi a Bari, forse dimenticata, “La Puglia non è un binario morto, ridateci i treni”.
Marzo non è ancora finito, siamo solo alla 2a settimane e ne mancano altre due, c’è ancora speranza perché il ministro ai trasporti Corrado Passera si ricordi di convocare il tavolo.
Nel frattempo Mauro Moretti, amministratore delegato di TrenItalia, ha lasciato inalterati i vituperati orari, i discussi scali a Bologna e, dulcis in fundo, inalterate le tariffe aumentate di più del 60%.
Quest’ultimo punto portò la sede delle Fs di Bari a emettere un comunicato stampa, il 23 febbraio scorso, in cui i vertici precisavano che “in relazione ad alcuni articoli usciti in questi giorni su alcuni media, e alle dichiarazioni dell’assessore Minervini, che la politica tariffaria del trasporto regionale è di competenza delle singole regioni. In Italia esistono due tipi di agevolazioni per i pendolari: gli abbonamenti con estensione regionale e le Carte Tutto Treno. I primi si rilasciano in base a specifici accordi con le regioni e consentono di viaggiare sui treni regionali e sui treni a lunga percorrenza pagando l’abbonamento AV, ES, FB, IC incrementato del 5% (in Umbria del 20%). Le Carte Tutto Treno si rilasciano anche esse in base a specifici accordi con le regioni e consentono ai pendolari di viaggiare su tutti i treni sulla tratta per la quale sono valide pagando, oltre all’abbonamento regionale, un extra annuale o semestrale in base alla fascia chilometrica percorsa.
In alcune regioni si assicurano ai pendolari entrambe le agevolazioni, facendosi carico degli oneri derivanti. Il Contratto di servizio tra la Regione Puglia e Trenitalia ha previsto finora come agevolazione per i pendolari gli abbonamenti con estensione regionale. A fronte di tale servizio la Regione Puglia si è impegnata a corrispondere a Trenitalia il 5% d’incremento su ogni singolo abbonamento (la cosiddetta estensione regionale). Dal 2009 al 2011, però la Regione Puglia non ha corrisposto alcuna somma relativa all’estensione regionale, anzi ha recentemente annullato questa forma di agevolazione. Trenitalia è pronta a valutare e discutere ogni forma di agevolazione che la Regione Puglia, nel rispetto dell’equilibrio economico del contratto di Servizio, vorrà proporre nell’interesse dei pendolari pugliesi”.
Sembrerebbe un rimpallo di responsabilità, tra azienda e regione, che comunque non giustificherebbe matematicamente l’effettivo aumento dell’oltre 60%.

Jenny De Cicco

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Trenitalia-Regione Puglia, per risolvere il nodo ferroviario si aspetta il primo marzo


Trenitalia e il sud hanno un rapporto come l’economia italiana e lo spread, altri e bassi. Peppino Longo (Udc) parla di rapporti altalenati con le Ferrovie dello Stato, mentre Angelo di Sabato (Lppv) e Michele Lo Sappio (Sel) fanno il punto sulle scelte dell’azienda ferroviaria, definite dissennate.
A parlare di montagne russe di rapporti con l’azienda parastatale è Peppino Longo, consigliere regionale Udc: “Un giorno i vertici di Trenitalia, grazie all’intervento del ministro Corrado Passera, diventano nostri amici ma poi il giorno dopo ridiventano nemici. Un altro giorno, invece, le colpe sono della Regione e il giorno successivo non più: sui trasporti non ci stiamo capendo più nulla ma peggio ancora è che a non capirci davvero più niente sono i poveri pendolari che ogni giorno si trovano ad affrontare enormi disagi. Ai già enormi problemi con Trenitalia adesso s’aggiunge anche questa beffa degli abbonamenti integrati e questo sterile nonché stucchevole rimpallo di responsabilità tra la società dei trasporti e la Regione. Da una parte l’accusa di non aver rinnovato la convenzione, dall’altra la giustificazione della ricerca di soluzioni migliori per i pendolari. Un ping pong a cui non avremmo mai voluto assistere e che ha un solo unico effetto: quello di creare nuovi disagi ai pugliesi che viaggiano in treno.
Invito il governatore Vendola a rendersi conto se davvero c’è stata colpa da parte dell’ente regionale nel mancato rinnovo della convenzione. Se così non fosse, dovremmo respingere al mittente questo dispettuccio attuato dai dirigenti di Trenitalia, probabilmente offesi dalle giuste rivendicazioni che arrivano dalla Puglia”.
Mentre in una nota congiunta dei capigruppo de La Puglia per Vendola, Angelo Disabato, e di Sinistra ecologia e libertà, Michele Losappio fanno sapere: “Non consentiremo che le politiche dissennate di Trenitalia si ripercuotano sui pendolari e sui bilanci delle famiglie pugliesi. La nuova iniziativa di Trenitalia di raddoppiare il costo del trasporto ai viaggiatori abbonati ai treni ad alta velocità, Eurostar e Intercity che vogliano servirsi anche di quelli regionali è assurda e a dir poco grottesca.
Il presidente Nichi Vendola e l’assessore ai Trasporti Guglielmo Minervini hanno con il governo nazionale un dossier aperto proprio su Trenitalia e le sue politiche di negazione del diritto alla mobilità dei cittadini e di isolamento del Mezzogiorno dal resto dell’Italia. Negli ultimi mesi senza alcuna politica industriale e infrastrutturale si è scagliata contro il sud e la Puglia dividendo l’Italia in due e aumentando i costi dei trasporti e queste nuove politiche commerciali che dal 1 marzo non prevedono abbonamenti con estensioni regionali rientrano sempre nella logica vessatoria antimeridionalista di Trenitalia. L’appello è che l’assessore Minervini nell’incontro già previsto per venerdì prossimo con l’azienda ferroviaria, ponga anche la questione dei rincari degli abbonamenti integrati, l’ennesima beffa che si sta consumando ai danni dei pendolari pugliesi, affinché si giunga a una soluzione immediata.
In caso contrario non lasceremo soli i nostri cittadini mentre vedono schiacciati il loro diritto a lavorare, a studiare e a viaggiare: la nostra sarà una protesta dura e determinata”.
La speranza dei pendolari è che sulle vicende si riesca a fare chiarezza, come auspicato dal ministro competente Passera, nell’incontro del 1 marzo prossimo.

Jenny De Cicco

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Alla Bit ribadita la vocazione green della Puglia


La Puglia e il Salento presenti alla Bit di Milano per mostrare la propria offerta turistica di qualità e puntare all’obiettivo della destagionalizzazione.
Una vetrina importante la Bit, utile anche per fare un resoconto delle passate stagioni turistiche pugliesi, controllare i trend futuri e proporre il proprio appeal ai buyers. Il fascino pugliese conta sulla tutela del patrimonio agricolo e culturale, grazie alle sempre più numerose manifestazioni del territorio pugliese, i comitati No Petrolio si energie rinnovabili di Monopoli, il salentino No Tap, Zero fumi sul Salento, il Comitato di Tutela per Porto Miggiano, gruppi spontanei che denunciano i reati ambientali.
L’altro ieri è stato presente l’assessore regionale all’ambiente Lorenzo Nicastro che ha parlato dei 10mila pugliesi che hanno detto no alle trivelle.
“Il presupposto essenziale per il nostro turismo sono politiche ambientali di tutela – ha chiosato Nicastro – è questo il quadro di riferimento entro cui lo sforzo di promozione del territorio s’inserisce, questa la motivazione per cui ho voluto esser presente alla conferenza stampa della Regione Puglia alla Bit di Milano. Noi siamo vigili contro gli scempi”.
Un turismo dei grandi numeri secondo i dati diffusi dall’Osservatorio della Regione. Il peso del Pil turistico su quello totale regionale nel 2010 è stato del 7,7% con un incremento dal 2006 del 126,5%.
Nel 2011 forte richiamo ha avuto Lecce, con un aumento d’arrivi del 13% e di presenze del 14%, così raggiungendo il secondo posto regionale dopo Vieste, terza Peschici, poi Alberobello, Bari, Manfredonia, Ugento, Fasano. Le tre province salentine Lecce, Brindisi e Taranto rientrano tra le prime 15 destinazioni per numero d’arrivi nello 2011, mentre Nardò, Porto Cesareo, Otranto e Gallipoli rientrano nella classifica dei primi 15 comuni della regione. La puglia è al terzo posto tra le destinazioni scelte dagli italiani, dopo Emilia Romagna, al secondo posto per percentuale d’occupazione di posti letto, al primo posto tra le regioni più visitate nel mese di agosto, con il 10,9% complessivo del turismo in Italia.
Intervenuto alla conferenza stampa alla Bit anche Nichi Vendola per la presentazione di “Puglia, terra di racconti”, il concept promozionale del prodotto Puglia 2012.
“Il segreto del successo della Puglia sta nel lavoro svolto sin qui per la professionalizzare il settore – afferma Vendola che per il futuro ha evidenziato la necessità di entrare nei mercati esteri – Cerchiamo di farci conoscere nel mondo e di fare in modo che il mondo venga ad arricchirci”.
Vendola ha poi ringraziato Giorgio Forattini e Roberto Vecchioni testimonial d’eccezione per la Regione. Alla conferenza stampa presente anche anche Amalia Grè “una voce che travalica i confini regionali”.
L’assessore Godelli ha ricordato come nel 2011 la Puglia abbia superato i 3 milioni di turisti, trend in crescita. Un mercato che non solo consolida le posizioni della domanda turistica tradizionale come Germania, Francia e Regno Unito, ma che vede profilarsi all’orizzonte nuovi Paesi di provenienza come la Russia (+ 40%) e i cosiddetti Paesi Brics, ovvero Brasile, India, Cina e Sudafrica.
Invece ha parlato d’eccellenze nel settore agroalimentare che hanno una ricaduta notevole sul turismo l’assessore alle Politiche Agroalimentari Dario Stefàno: “Siamo particolarmente orgogliosi di aver portato a Milano la rete di circa 70 masserie didattiche, qualità attraverso le proprie tradizioni culinarie ed enogastronomiche, diventate elemento catalizzatore di flussi turistici in Puglia”.

Jenny De Cicco

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Clini: valutare l’eolico off shore


A Mediterre è polemica. Si fa largo l’ipotesi d’impianti di eolico off shore in Adriatico a seguito delle dichiarazioni del ministro Corrado Clini. Mentre tiene ancora banco il dibattito sulle prospezioni petrolifere, la politica pugliese compatta difende da possibili abomini il proprio mare.
A Bari per la settima edizione di Mediterre il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha dichiarato: “Se saremo in grado di spiegare concretamente che esistono opzioni alternative a quella della ricerca in mare del petrolio probabilmente il problema sarà superato. Se non siamo in grado d’investire e di far crescere le rinnovabili come fonti alternative allora ci restano solo quelle fossili”. Il ministro ha riconosciuto la validità della protesta di Monopoli del gennaio scorso: “La popolazione pugliese ha protestato contro l’idea che ci fosse un allentamento delle misure di salvaguardia. La norma che avrebbe ridotto le clausole di salvaguardia in materia di trivellazioni a mare è stata fermata. La procedura di valutazione di impatto ambientale prevede sempre l’inchiesta pubblica e gli enti locali vengono sentiti per legge”.
Fin qui le dichiarazioni del ministro hanno incontrato il favore pugliese, ma il turbinio di polemiche si è innescato a seguito delle dichiarazioni sul progetto Powered: “Il progetto può rappresentare il modello la traccia del lavoro per lo sviluppo dell’energia eolica offshore nell’Adriatico”.
Finanziato con 4 milioni e 400 mila euro dal Programma transfrontaliero Ipa Adriatico, Powered vuole determinare se ci siano le possibilità per investire e determinarlo tramite l’installazione di una rete di anemometri in mare per monitorare le condizioni climatiche.
Tra le prime reazioni Onofrio Introna, presidente del consiglio regionale pugliese: “Non siamo affascinati dalle sirene dell’oro nero”. Introna lo ha ribadito direttamente al ministro Clini durante l’incontro-riunione dei presidenti delle Regioni adriatiche e del Mediterraneo europeo, sul tema della difesa del mare, tenutosi in occasione di Mediterre , chiedendo di “aiutare le Regioni a difendere il mare”. Sono 14 i progetti pendenti autorizzati di prospezione che riguardano la Puglia. A novembre a L’Aquila la conferenza dei presidenti dei consigli ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per il Consiglio dei Ministri, il documento unitario ha condiviso anche il progetto di una Conferenza delle Regioni adriatiche e del Mediterraneo europeo, accolta dal ministro Clini. L’intervento pugliese ha pure raggiunto Bruxelles, convincendo il commissario all’ambiente a sostenere l’opportunità di un protocollo di regole più rigorose, estese a tutte le acque europee mediterranee”.
Più drastico nella sua nota il consigliere del Gruppo Misto-Psi Franco Pastore: “Che vadano altrove, il ministro e chiunque voglia installare nel nostro mare trivelle, piattaforme e altro. Il progetto Powered sull’eolico in Adriatico, per noi non ne vale la pena”.
Interviene anche il presidente del del PdL alla Regione Rocco Palese: “Le dichiarazioni del ministro Clini sono inaccettabili e meritano una risposta forte e unitaria. E non c’è ministro tecnico che ce le possa imporre. Su come trattare la nostra terra e il nostro mare non accettiamo né diktat né lezioni”.
Drastici i presidenti de La Puglia per Vendola, Angelo Disabato e Sinistra Ecologia e Libertà, Michele Losappio sul ragionamento costi/benefici del Ministro Clini dicono: “I costi sono a carico della Regione Puglia e i benefici a sostegno delle multinazionali che pensano che la nostra sia una terra low cost”.
Jenny De Cicco

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No alle trivelle di Vendola e Dl sulle attività estrattive in Regione


Alla presentazione di Mediterre 2012 Nichi Vendola dichiara guerra all’oro nero, mentre lunedì si sono riunite la IV e la V commissione per l’approvazione del decreto regionale sull’attività estrattiva. “Da Mediterre faremo partire gli squilli di tromba contro le irresponsabilità e la miseria culturale. La nostra è anche la battaglia sull’oro nero su cui si gioca la partita del condizionamento del futuro e non c’è pareggio che possa esistere sul petrolio. Guideremo una battaglia che però non combatteremo da soli”, ha detto il governatore.

Mediterre – Cantiere euromediterraneo della sostenibilità è l’appuntamento internazionale green giunto alla settima edizione organizzato da Regione Puglia e Federparchi, dal 31 gennaio al 4 febbraio nella Fiera del Levante di Bari.

Il governatore pugliese non ha risparmiato parole sui temi ambientali più caldi della cronaca di questi ultimi giorni: dal no alle trivellazioni petrolifere in mare, alla tutela della biodiversità, dallo sviluppo della Green Economy ai temi della desertificazione e dei cambiamenti climatici.

Il capoluogo pugliese ospiterà anche la terza sessione plenaria dell’Assemblea Euromediterranea degli Enti Locali e Regionali (Arlem) – dal 29 al 30 gennaio nell’ex palazzo delle Poste – come ha spiegato il dirigente del settore Ecologia della Regione “La mutazione climatica – ha proseguito Vendola – la misuriamo con i cambiamenti dei fenomeni meteorologi: natura e cultura costituiscono un patto, un intreccio anche economico perché apre la strada a un nuovo fenomeno dei flussi migratori, con perdita di territori e prospettive di sviluppo. Sono i cosiddetti ecoprofughi ad aggiungersi alle emergenze”.

“Bisogna riprendere i temi della conferenza di Kyoto e di

Durban in Sud Africa sulla promozione delle pratiche di sviluppo sostenibile e sull’impegno ad abbassare le emissioni di gas a effetto serra per un accordo salva-clima per sostenere l’intero ecosistema – ha chiosato l’assessore alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro – serve una riflessione profonda sull’emergenza climatica”.

Tra gli ospiti della 5 giorni di convegni, workshop e incontri anche il ministro dell’Ambiente Corrado Clini sul tema della difesa del mare dalle trivellazioni petrolifere e il ministro allo sviluppo economico Corrado Passera che interverrà sulle prospettive di sviluppo della green economy in Puglia e nel Sud, Mercedes Bresso, presidente del Comitato delle Regione Ue e co-presidente di Arlem e Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo.

Intanto in Puglia continua la discussione sulle attività estrattive, lunedì 30 gennaio si sono infatti riunite la IV e la V Commissione, mentre è in dirittura d’arrivo l’iter di approvazione del disegno di legge su la “Nuova disciplina generale in materia di attività estrattive”. Riunite in seduta congiunta e presiedute da Aurelio Gianfreda (IdV) e Donato Pentassuglia (Pd), hanno concluso l’esame dell’articolato, inviando l’approvazione del testo alla prossima seduta, in attesa del referto tecnico degli uffici dell’assessore Loredana Capone, presente alla riunione.

10 gli articoli esaminati e solo la metà approvati a maggioranza con l’astensione del Pdl (art 21, 22 e 23 sull’autorizzazione alle attività di ricerca, art 25 sul risarcimento del danno, art 26 sulle cave di prestito) e i restanti all’unanimità.

In particolare la discussione si è soffermata sull’articolo 34, relativo alle sanzioni amministrative per chi esercita l’attività estrattiva in maniera “abusiva”.

Jenny De Cicco

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Puglia: definanziare Trenitalia la bugiarda


Trenitalia taglia le tratte poco redditizie della Puglia e intanto non mantiene fede all’acquisto di 14 treni con i 16 milioni di euro di finanziamenti della regione.

L’assessore regionale alle infrastrutture e mobilità Guglielmo Minervini ha dichiarato le intenzioni della Regione a disimpegnare i 16 milioni messi a disposizione delle ex ferrovie dello Stato: “Nel 2006 abbiamo sottoscritto con Trenitalia un accordo di programma finalizzato all’acquisto di 14 nuovi treni composti complessivamente da 55 vetture a doppio piano e 14 semipilota, da destinare al servizio regionale. Costo complessivo 80 milioni di euro, di cui 20,4 a carico della Regione. Trenitalia ha acquistato finora solo quattro treni, ovvero quattro semipilota e 12 carrozze, utilizzando 4,4 milioni di euro del contributo regionale.

Disimpegneremo i restanti 16 milioni”.

Nell’accordo, modificato a ottobre 2007, viene tra l’altro puntualizzata la validità del contributo: 30 mesi a decorrere dalla data di sottoscrizione. Pertanto le ordinazioni di materiale rotabile si sarebbero dovute effettuare al massimo entro il 20 agosto 2008.

“Trenitalia ha dirottato altrove i suoi investimenti – ha aggiunto Minervini – evidentemente non è convinta che solo treni nuovi possano far percepire un servizio di qualità. Noi al contrario intendiamo offrire ai pendolari pugliesi i migliori servizi. Non ci arrendiamo all’idea che il trasporto ferroviario debba essere scadente. È per questa ragione che la Puglia negli ultimi anni è stata la quarta regione in Italia per investimenti sull’ammodernamento della flotta dei treni. Trenitalia, dunque, non può operare al ribasso lasciando cadere nell’inerzia l’impegno di concorrere all’acquisizione di nuovi treni. Adesso con i 16 milioni provvederemo ad acquistare direttamente i treni e immetterli nel nostro servizio di trasporto regionale”.

Rincara la dose Onofrio Introna, presidente del consiglio regionale pugliese: “Minervini e la giunta Vendola provvedano a definanziare il contributo regionale per l’inadempienza di Trenitalia e attivino subito le procedure d’acquisto di treni moderni e carrozze confortevoli, al servizio dei passeggeri e dei pendolari pugliesi. I patti si mantengono, ma questa regola sembra non valere per Trenitalia, che non ha dato esecuzione all’intesa con la Puglia e ora una decina di treni moderni viaggeranno verso altre stazioni, probabilmente del Nord”. Introna si dice “rammaricato dalla scelta, ma a questo punto non sorpreso”.

Il presidente si rivolge anche al livello nazionale: “Nei giorni della semplificazione, ritengo che per consolidare il consenso il governo Monti debba dare un segnale forte, di vicinanza alle esigenze cittadini, richiamare fondi e materiali lontano dal Mezzogiorno, rischia di realizzare una secessione di fatto, tagliando in due il Paese. In questa vicenda Moretti, Trenitalia e il ministro Passera hanno l’obbligo morale di farci conoscere perché, per chi e per quali territori vengono stornati finanziamenti che impegni ufficiali avevano assegnato alla Puglia. In mancanza di risposte ritiriamo i 16 milioni di risorse pugliesi e mettiamoli direttamente a disposizione dei pendolari. Serviranno a migliorare un servizio insufficiente sotto ogni aspetto, come ci viene segnalato ogni giorno dai nostri concittadini”.

Jenny De Cicco

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Perdere i fondi Ue? La Puglia non ci sta


La Puglia rischia di perdere i Fondi dell’Unione Europea per i nuovi target di spesa del Dipartimento per la Coesione territoriale. Nichi Vendola scrive al ministro Fabrizio Barca.

Nella lettera inviata al ministro del governo Monti dal governatore pugliese scrive che le regioni non hanno affatto condiviso ciò che ora un documento del Dipartimento annuncia, e cioè nuovi target di spesa il cui mancato rispetto prevede sanzioni. Ecco il testo integrale della lettera:

Gentile Ministro Barca

non mi pare corretto, da parte di un uomo della sua finezza culturale, spingere un contrasto di natura politico-istituzionale sul terreno scivoloso dei giudizi personali.

Qui parliamo di Sud, non di psicanalisi. Di fondi europei, non di nevrosi caratteriali. E comunque, seppure chi le scrive soffrisse di sdoppiamento della personalità, le assicuro che entrambi i miei io tenderebbero sempre e in ogni caso alla rigidità comportamentale nei casi in cui si tratta di tutelare gli interessi della Puglia.

Io le ho dato una mano a dicembre, non penso l’abbia dimenticato, per chiudere l’accordo con il quale si riscriveva il Piano per il Sud, consentendo al governo di diminuire significativamente l’intensità del co-finanziamento per la spesa comunitaria per le regioni dell’obiettivo convergenza.

Ma non abbiamo affatto condiviso ciò che ora un documento del suo Dipartimento, sia pure nella confezione di un tavolo tecnico, tende ad annunciare. E cioè nuovi target di spesa per ognuno degli anni dell’attuale programmazione dei fondi europei.

Non una ricognizione o un monitoraggio, Signor Ministro, ma nuovi, inediti e non concordati target il cui mancato rispetto prevede importanti riduzioni della quota di co-finanziamento. Lei sa, Signor Ministro, che la mia non è la lamentazione di chi non vuole sottoporsi allo sforzo congiunto per non disperdere i finanziamenti europei. Noi non abbiamo mai perso un euro rispettando sempre gli obbiettivi. Lei sa che, per ragioni tecniche e oggettive, il grosso della spesa si concentra sempre nel secondo semestre dell’anno. Lei capisce che con quei nuovi target ci viene messa una corda al collo.

Così il governo fatalmente ci multerà, rastrellando risorse che (così è scritto non nella fantasia di una delle mie due personalità, ma nel documento) possono essere riversate anche alle regioni dell’obiettivo competitività (cioè a quelle del centronord). Se l’intenzione non era questa, ne sono felice.

Basta togliere di mezzo quel documento, con i suoi evidenti equivoci, e possiamo con serenità ripartire nello spirito di quella leale collaborazione che chiede, per non essere una evocazione retorica, rispetto reciproco e rispetto della verità”.

Jenny De Cicco

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Primo concorso enologico dei rosati


I rosé vini pregni di dignità. I vini rosé venivano considerati scarti di produzione, ma nella cultura enologica nazionale di rivalutazione stanno assumendo sempre maggiore importanza. Né rossi né bianchi, ma rosati cristallini e trasparenti, dal gusto deciso sono tra le massime espressioni enoiche salentine in grado di muovere milioni di euro tra turismo enogastronomico e commercio enologico.

Ieri, giovedì 26 gennaio a Roma, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del primo concorso enologico dei vini rosati ideato e realizzato dalla regione Puglia, nella sala Cavour del Mipaaf, presentata da Dario Stefàno, assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Nichi Vendola, governatore pugliese e il ministro Mario Catania, che ha dichiarato: “Sarà un modo per attirare l’attenzione su un prodotto di altissimo profilo e di forte personalità, Il nostro Paese è il miglior produttore del mondo di questa tipologia e non a caso quattro anni fa abbiamo difeso il Rosato dai tentativi della Ue di farlo diventare una mistura di vino bianco e rosso”.

Stefàno ha dichiarato: “L’obiettivo del concorso è quello di valorizzare le migliori produzioni nazionali, favorendone la diffusione e affiancare le aziende nel percorso di produzione, sino alla commercializzazione. Era doveroso per la Puglia, storicamente vocata alla produzione dei rosati, rendersi protagonista di una iniziativa di altissimo profilo che non ha precedenti nella storia dei concorsi nazionali dedicati all’enologia di qualità”.

Soddisfatto anche il presidente Vendola: “Nel contesto di una crisi rurale drammatica noi abbiamo il dovere di aiutare l’agricoltura a vivere e non sopravvivere, investendo sull’innovazione. Ciò che stiamo realizzando in Puglia va nella direzione dell’innovazione. Il nostro obiettivo è quello di offrire migliori opportunità e supportare al meglio chi ha voglia e capacità di crescere”.

Al concorso potranno partecipare i vini rosati fermi a denominazione di origine Dop e Igp, i frizzanti Dop e Igp, nonché i vini spumanti rosati a Doc e vini spumanti di qualità rosati, prodotti e imbottigliati in Italia (la quota di partecipazione è di 50 euro + Iva).

Ogni campione di vino sarà valutato in base al metodo “Union Internationale des Oenologues” da commissioni composte per sorteggio da quattro enologi-enotecnici nominati dall’Associazione Enologi Enotecnici Italiani e da un giornalista italiano o straniero nominato dall’ente organizzatore.

L’evento entrerà nel clou il 20 e 21 aprile, quando nell’Hotel Villa Romanazzi Carducci di Bari, la giuria tecnica si riunirà per valutare i campioni di vino rosato iscritti alla competizione.

I primi tre vini rosati che risulteranno vincenti nell’ambito delle sei categorie previste – quattro per i vini rosati e due per i vini spumanti rosati – saranno premiati con Medaglia d’oro, d’argento e di bronzo.

Il presidente dell’Accademia italiana della Vite e del vino, Antonio Calò, intervenuto alla conferenza stampa, ha spiegato nei dettagli le varie fasi del concorso, che si concluderà il 5 maggio a Otranto con la cerimonia di premiazione nell’ambito del convegno internazionale sui vini rosati, alla quale il ministro Catania ha assicurato la sua presenza.

Da mercoledì 1 febbraio sarà attivo il portale dedicato al concorso. All’indirizzo www.concorsorosatiditalia.it sarà possibile scaricare la modulistica per partecipare e il regolamento.

Jenny De Cicco

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Il sud dei trasporti dimenticato?


Si è tenuto l’incontro tra Nichi Vendola e il ministro ai Trasporti Passera. E’ polemica a seguito alle dichiarazioni di Vendola, che dichiara il Sud dimenticato dai governi degli ultimi 20 anni, polemica anche sul trasporto ferroviario riservato alla Puglia. Intanto TrenItalia ha smentito la notizia del Lecce-Foggia invaso da liquami.

Rocco Palese, capogruppo del Pdl alla Regione dichiara la vicinanza a Vendola nella battaglia contro TrenItalia ma il Sud non è stato dimenticato, lo dimostrerebbe l’impegno e i risultati ottenuti da Raffaele Fitto. “In secondo luogo – dice Palese – ci è sembrato che Vendola stia pensando a un nuovo organismo, dimenticando forse che in Puglia, tra le decine di agenzie regionali c’è l’Arem”.

Peppino Longo, Udc, ha spiegato: “Per il nodo del trasporto ferroviario va bene il tavolo di confronto ma deve essere convocato in tempi brevissimi. La proposta del ministro Passera non deve farci cullare sugli allori di una promessa spuntata”.

Salvatore Negro, capogruppo Udc alla regione dichiara: “I tagli dei treni a lunga percorrenza condannano la Puglia all’isolamento. Accanto alla soppressione di corse, anche quella di numerose fermate. Gli studenti salentini che vogliono raggiungere Urbino non possono scendere a Pesaro ma sono costretti a fermarsi ad Ancona e a prendere due coincidenze prima di raggiungere la città universitaria”.

Intanto Onofrio Introna, presidente del consiglio regionale Pugliese, afferma: “Se il Sud non cresce insieme, non ci sarà sviluppo per nessuno”. Desta sorpresa, secondo Introna, la freddezza del presidente della Campania, Stefano Caldoro, che “appare preoccupato da valutazioni ragionieristiche di un’impresa che a suo dire non vale la spesa per Napoli, solo per Bari. Il miglioramento degli scambi tra Tirreno e Adriatico, anche con linee attraverso l’Appennino, da Caserta a Foggia, era e continua a essere nelle ragioni della sfida all’emarginazione e nella battaglia per il rilancio del Mezzogiorno”.

Nel frattempo sono apparsi anche sul palazzo del consiglio regionale i manifesti “La Puglia non è un binario morto. Ridateci i treni”, due cartelloni 6 metri per 3, in via Capruzzi a Bari. Introna spiega: “Prendo atto della disponibilità dichiarata dal ministro Passera, ma appartengo alla scuola dell’apostolo Tommaso. Aspettiamo l’indicazione puntuale di nuove coppie di treni da Lecce a Milano e viceversa”.

Antonio Buccoliero, consigliere regionale Mep, sostiene che il ritocco dei treni sta colpendo soprattutto le fasce sociali salentine più deboli: “Condividiamo in linea di massima la presa di posizione e la viva protesta del presidente della giunta Regionale. Le corse notturne sono quelle che danneggiano di più le classi deboli perché la loro soppressione costringerà i viaggiatori a dover pernottare in albergo almeno una notte con conseguente aggravio dei costi”.

Smentita da TrenItalia sulla vicenda del treno invaso da liquami. Con una nota ufficiale Trenitalia ha dichiarato che “non corrisponde a verità la notizia, diffusa da alcuni media locali, che un treno regionale sia stato fermato per emergenza sanitaria perché invaso dai liquami. L’episodio riguarda il regionale 12605 Bari–Lecce che ha viaggiato con alcuni bagni chiusi e fuori servizi. Il treno ha effettuato un’ulteriore corsa fino a Bari, dove è stato inviato all’impianto di manutenzione.

Jenny De Cicco

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I tagli di TrenItalia e lo striscione di Vendola


Nichi Vendola manifesta contro i tagli ai collegamenti ferroviari e lo fa esponendo uno striscione dalla sede regionale: “La Puglia non è un binario morto. Ridateci i treni”. Vendola lo ha esposto sulla propria balconata ieri, riprendendo a suo modo l’iniziativa della provincia di Brindisi di alcune settimane. Un modo civile d’esprimere il dissenso nei confronti delle politiche di TrenItalia, che ha ricevuto solidarietà e sostegno al presidente regionale da tutti i gruppi politici del consiglio regionale. Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione esprime la propria felicità per la protesta sempre più condivisa. “Una battaglia che sta valicando i limiti territoriali – sostiene De Leonardis – Uno degli effetti più devastanti delle scelte di Trenitalia è quello inaccettabile di isolare il Nord dal Sud Italia, con una serie di tagli dei collegamenti notturni, costringendo i passeggeri in particolare dei ceti meno abbienti a viaggi indecorosi con un paradossale aumento dei disagi e non solo del prezzo dei biglietti. Tutto questo mentre i tagli sarebbero motivati e giustificati da una domanda inferiore alle aspettative, come dire: la beffa oltre al danno”. Mentre il vicecapogruppo PdL, Massimo Cassano chiosa – “Ci saremmo aspettati investimenti, il rafforzamento di tutte le linee verso il Nord e le altre principali città del Meridione, un progetto per l’alta velocità lungo la linea Adriatica e sulla tratta per Napoli, nuovi servizi, a partire dal treno più auto e dai vagoni letto, che invece sono ridotti all’osso e limitati a pochi mesi – estivi – dell’anno e solo verso un paio di città del Nord. E invece Trenitalia decide non solo di sopprimere molti convogli notturni a lunga percorrenza, ma potrebbe decidere anche di aumentare il costo del biglietto che colpirebbe ancora una volta i viaggiatori del Sud”. Anche il consigliere regionale Pdl, Arnaldo Sala non usa toni gentili nei confronti dei vertici TrenItalia: “Rimango basito dall’atteggiamento assunto dall’amministratore delegato di Trenitalia, Mario Moretti che, quale ex segretario generale della Filt-Cgil, conosce molto bene il settore ferroviario che – è bene ricordarlo – dirige da tempo: nel 2001 il governo Amato targato Ulivo lo nominò amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, e poi nel 2006 il governo Prodi lo nominò amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. Si tratta, dunque, di un manager pubblico. Ora, all’improvviso, questo capace uomo d’impresa è stato colto da schizofrenia imprenditoriale. Con un eclettismo degno dell’oratoria di Cicerone, a secondo dei casi fa dichiarazioni sia da manager pubblico di un’azienda che necessita di finanziamenti statali, sia da manager privato che guida un’azienda che si deve misurare con la concorrenza e il mercato. Ieri ha dichiarato che dei 400 treni a lunga percorrenza gestiti da Trenitalia, 100 sono in perdita e i loro costi sono necessariamente coperti con finanziamenti statali e grazie agli utili generati dagli altri 300 treni in attivo. Inoltre, Moretti afferma che, dovendosi misurare a breve con la concorrenza di altri operatori ferroviari, Ntv in primis, tali utili si ridurranno e sarà così costretto a tagliare ulteriori collegamenti ferroviari in perdita. Mario Moretti deve decidere che vuole fare da grande”.

Jenny De Cicco

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