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Punti nascita, Negro replica a Stefàno: “Maggioranza indichi la soluzione”


Al dibattito sui punti nascita soppressi si aggiunge un nuovo capitolo, con le dichiarazioni del presidente del gruppo Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro, che replica alle affermazioni dell’assessore Dario Stefàno.

“Sui punti nascita di Gallipoli e Casarano – dichiara Negro – la soluzione la deve indicare la maggioranza. Noi siamo opposizione e possiamo solo controllare o contrastare una decisione che riteniamo non vada negli interessi dei cittadini. L’assessore Stefàno confonde i ruoli delle forze politiche in Consiglio e cerca di scaricare le responsabilità di una decisione scellerata sul sottoscritto. Non possiamo essere noi a dire quale delle strutture ospedaliere andava soppressa, ma possiamo sottolineare che questa scelta sarà causa di molti disagi per i residenti e soprattutto per le donne che devono partorire in situazioni di emergenza. Piuttosto – ha sottolineato il capogruppo Udc – l’amico e assessore Stefàno spieghi come mai quell’emendamento proposto dalle opposizioni è stato approvato in Commissione consigliare con i voti della maggioranza e poi si è scoperto che in sede di Giunta sono stati soppressi i punti nascita di Gallipoli e Casarano. Questo va sottolineato per dovere di chiarezza perché l’assessore de La Puglia per Vendola non può pensare di scaricare le responsabilità sul sottoscritto che siede tra i banchi dell’opposizione e che ha sostenuto l’approvazione di quell’emendamento. Tra l’altro voglio ricordare che il consigliere di maggioranza Caracciolo ha contestato quel piano e un altro consigliere del Pd, Antonio Maniglio, si è detto contrario a tale soppressione perché il punto nascita di Gallipoli e Casarano coinvolge un comprensorio di 200mila abitanti e, come prevede la legge, è raggiungibile facilmente da molti comuni in 15-20 minuti. La soppressione, al contrario, sarà causa di gravi disagi, per esempio, per chi da comuni come Alliste, Racale e Taviano, deve raggiungere il punto nascita più vicino, quello di Tricase, distante almeno 50-60 minuti nelle condizioni di traffico più favorevoli. Qui non è una questione di rigore conti. Voglio ricordare all’assessore Stefàno che con grande responsabilità e per evitare il commissariamento, seppure a precise condizioni poi disattese dalla maggioranza, il gruppo Udc ha sostenuto il piano di rientro sanitario, coerentemente con le linee politiche che il nostro partito segue a Roma come a Bari. Siamo convinti – ha concluso Negro – che soluzioni alternative erano possibili se solo si fosse aperto un dialogo con i territori e ci fossero state meno distrazioni da parte del presidente Vendola e della sua Giunta.”

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Scontro Negro – Stefàno sui punti nascita di Gallipoli e Casarano


La mancata conservazione dei punti nascita di Gallipoli e Casarano ha scatenato un battibecco tra il presidente del gruppo Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro e il consigliere regionale de La Puglia per Vendola, Dario Stefàno. Queste le dichiarazioni di Negro che ha puntato il dito sulla delibera regionale del 27 dicembre scorso che ha modificato il piano di rientro, bocciando l’emendamento presentato dalle opposizioni che prevedeva la conservazione dei suddetti punti nascita:

“Le distrazioni del governo Vendola, tutto preso dallo stabilire quando è più conveniente dimettersi e mandare di nuovo al voto i pugliesi, continuano a provocare danni alla Puglia e al Salento. L’eredità che l’attuale presidente della Giunta si appresta a lasciare ai territori è fatta di problemi e criticità che si sono acuite nell’ultimo periodo e di cui presto dovranno rendere conto a tutti i pugliesi. Ci chiediamo con quale faccia l’on. Vendola e il suo partito si presenteranno agli elettori del sud Salento dopo che la Giunta regionale ha bocciato l’emendamento al piano di rientro che prevedeva la conservazione del punto nascita di Gallipoli e Casarano. Quale garanzia si può dare a una donna che deve partorire in stato di urgenza e non può disporre di un punto nascita vicino al luogo dove risiede? Questo può succedere per le donne che abitano nell’area ionica salentina – ha chiesto il capogruppo Udc – in più occasioni abbiamo messo in evidenza e condiviso le preoccupazioni di migliaia di cittadini che si vedono privati di servizi considerati essenziali e primari, come quello del reparto di ostetricia, la cui soppressione nelle strutture ospedaliere di Casarano e Gallipoli, lascia scoperta una vasta area che raggruppa numerosi comuni ed è meta di migliaia di turisti nel periodo estivo. Speriamo che questo sia l’ultimo ‘regalo’ del presidente Vendola al Salento e non ci siano altre sorprese.”

Infine, il capogruppo Udc non risparmia critiche al consigliere Stefàno:

“Se questo è il governo della Puglia che l’assessore Stefàno dice di volere proiettare a Roma è meglio evitare pessime figure che non gioverebbero a nessuno. In ogni caso – ha concluso Negro – sull’argomento sarebbe gradita una risposta dello stesso presidente della Giunta che da molto tempo non si affaccia su questi territori per spiegare le ragioni di tali provvedimenti che ci hanno riportato indietro di qualche decennio, privando i cittadini di servizi essenziali e indispensabili.”

Non si è fatta attendere la risposta di Dario Stefàno che ha dichiarato:

“La politica ci insegna che ci si può appassionare a tutto, nel bene della collettività, ma allo strabismo proprio no. Non si può. Perché la politica chiama al dovere della coerenza. Per questo non ci appassionano le argomentazioni del consigliere Negro. Perché mentre a Roma predica con il suo partito il rigore, il rispetto delle norme e dei conti ‘a prescindere’, anche quando creano nuova povertà, come ha fatto l’esperienza del governo Monti, a Bari predicano altro. Piuttosto che fare demagogia, allora il consigliere Negro indichi la strada per tenere insieme le indicazioni della conferenza Stato-Regioni con le aspettative dei territori. Ci indichi almeno ora e in concreto, visto che non l’ha fatto nemmeno in Commissione quando ne ha avuto la opportunità, per far posto al punto nascita nell’area ionico salentina, che anch’io giudico opportuno, quali taglierebbe tra quelli individuati dall’Assessorato? Scorrano? Galatina? Copertino? Ecco, ce lo dica chiaramente. Fare campagna elettorale per le prossime elezioni politiche strumentalizzando sulle difficoltà dei territori causate dalle imposizioni del governo nazionale è roba da vecchia politica, non è approccio di responsabilità. Per vincere le elezioni politiche bisogna dire cosa si propone per governare l’Italia. Così come fa Negro è la strada più comoda e furba, ma non pagherà.”

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L’ospedale di Scorrano verso la ristrutturazione


Un finanziamento per adeguare e ristrutturare l’ospedale di Scorrano. L’amministrazione comunale di Scorrano ha raggiunto un altro importante risultato, ossia la “Perizia suppletiva di variante dell’importo di 5.898.741,39 euro per lavori di ristrutturazione e adeguamento a norma del presidio ospedaliero”. La perizia comporta una maggiore spesa di 1.043.168,98 euro rispetto ai lavori che sono già in fase di esecuzione. “Ciò testimonia – spiega il primo cittadino Mario Pendinelli – la volontà amministrativa di potenziare l’ospedale e di spingere in un percorso che veda il presidio scorranese come punto di riferimento di tutto il territorio. Con forza diciamo che è assurdo pensare la chiusura di una struttura così grande per impelagarsi nella costruzione di un nuovo ospedale. Rilanciamo il tema del potenziamento dei servizi, della copertura delle carenze dell’organico e diciamo con forza: lavoriamo davvero per i cittadini e per i malati. Nel mentre si aspetta l’avvio della nuova Tac, vogliamo che i livelli di funzionamento dei reparti vengano portati sempre più in alto, mettendo gli operatori nelle condizioni di poterlo fare. Che il punto nascita resti a Scorrano perché la sua cancellazione rappresenterebbe un fallimento di tutti , un danno per le nostre comunità e la certificazione dell’essere condannati ad avere una sanità di serie B in questo territorio”.

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Il Pd di Maglie e hinterland contro il taglio dei punti nascita


Tornano a riunirsi presso il circolo Pd di Maglie, alla presenza di Wilson Castellano, responsabile della Consulta Sanità del Pd provinciale e di Fabrizio Cananiello, coordinatore della segreteria provinciale del partito, i rappresentanti dei circoli del Partito Democratico dell’hinterland magliese per discutere del problema del taglio dei Punti Nascita in Puglia all’indomani dell’audizione in commissione regionale “Sanità e Servizi sociali”. I punti nascita che dovrebbero essere mantenuti sono due di secondo livello, il “Vito Fazzi” di Lecce e l’ente ecclesiastico “Panico” di Tricase, e due di primo livello, uno Gallipoli l’altro Copertino. “L’assemblea – dicono dal Pd – ha denunciato preoccupanti ritardi e incertezze nell’ammodernamento e razionalizzazione della rete ospedaliera come previsto dal Piano di Riordino regionale prima e imposto dal Piano di Rientro poi, ha registrato la totale mancanza di contestualità tra i tagli e la riconversione delle strutture dismesse che è causa della pressoché inesistente assistenza territoriale, dell’allungamento delle liste d’attesa e dell’inadeguata assistenza domiciliare, ha stigmatizzato la disparità di trattamento nell’individuazione del numero di Punti Nascita da mantenere nella provincia di Lecce rispetto alle altre province pugliesi, ha considerato irrazionale la soppressione del punto nascita di Scorrano, già dotato di una delle 4 divisioni fondamentali di un presidio ospedaliero, cioè il reparto di ostetricia-ginecologia”. Così, anche gli uomini del Pd, così com’è stato per le donne si impegneranno battendosi contro la soppressione di troppi punti nascita nel Salento.

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La sanità e la questione dei punti nascita. Parla Patrizio Mazza


Continua a far discutere il taglio dei punti nascita. Nei giorni scorsi è intervenuto il consigliere regionale, Saverio Congedo (Pdl). “La riduzione dei punti-nascita a quattro o cinque in Provincia di Lecce – afferma Congedo – è un dovere cui la nostra Regione non si può certamente sottrarre, a seguito degli impegni assunti per rientrare dal deficit e accedere così a una quota integrativa del Fondo Sanitario Nazionale. Essa però non può avvenire a discapito di comunità già colpite da chiusure di ospedali e tagli di posti letto come per la parte del Salento che si affaccia sull’Adriatico, già interessata dalla chiusura degli Ospedali di Gagliano, Maglie e Poggiardo.

Occorre che le scelte del Governo regionale portino a un’equilibrata ripartizione sul territorio degli ospedali pubblici”.

A parlare di questo problema e della sanità in generale è anche il consigliere regionale Patrizio Mazza (Idv). “Riguardo la questione dei punti nascita – dice Mazza – ribadisco che oggi è importante creare una situazione che guardi al futuro, come del resto accade a livello europeo, cioè che i punti nascita siano attrezzati anche per il nascituro, oltre che per la madre, e che siano collegati a una neonatologia e a una rianimazione, in caso di problemi e complicanze. Creare molti punti nascita per il solo fatto di lasciare situazioni di interesse meramente politico e di beneficio elettorale, piuttosto che di utilità nell’assistenza medica per la popolazione non lo giudico corretto, soprattutto quando si acuisce nella popolazione un sentimento di puro campanilismo e non si opera una corretta informazione riguardo i benefici dell’assistenza. Per una donna che deve partorire e la cui gravidanza non ha manifestato problemi, è perfettamente organizzabile la parte finale del parto con l’ausilio del proprio ginecologo di fiducia, se questi è disponibile a seguire la donna assumendosi ogni responsabilità di cura e così se il ginecologo è un operatore esterno alla struttura sanitaria con la disponibilità della struttura sanitaria di offrire quegli spazi, strutture e strumentazioni necessarie a consentire il parto. Frammentare i punti nascita come si sta cercando di fare, per accontentare le varie intelligenze politiche del territorio credo che sia deleterio e che sia solo un ritardare un cambiamento che dovrà avvenire obbligatoriamente nel rispetto di standard europei. Io credo che la liberalizzazione dell’assistenza sanitaria sia l’unica maniera di creare la giusta responsabilità dei professionisti, e di creare quella giusta informazione nella popolazione dando adeguata soddisfazione alla stessa, soprattutto nel rispetto del principio che possa effettivamente scegliersi il medico di gradimento. In questo senso bisogna lavorare evitando situazioni indifendibili sia sul profilo economico che su quello professionale. La mia proposta di legge viaggia in questi termini di efficacia ed efficienza sanitaria mediante una matura liberalizzazione dell’assistenza che può salvare tutto e tutti in termini di vera assistenza e di tutela di professioni, valorizzate in termini di utenza soddisfatta per le prestazioni che può ricevere”.

Alessandro Conte

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Salvatore Negro sui punti nascita: “No a tagli indiscriminati”


Si è riunita nei giorni scorsi la III Commissione con l’audizione dell’assessore alla Salute, Tommaso Fiore, sul progetto di razionalizzazione dei punti nascita. A tal proposito si registra l’intervento del presidente del gruppo Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro. “No a tagli indiscriminati che non tengano conto delle esigenze dei territori. – ha dichiarato Negro – La relazione del comitato Percorso nascita regionale, che prevede una proposta di ristrutturazione della rete ospedaliera materno-infantile, illustrata dal coverno regionale in commissione Sanità, merita un’approfondita riflessione.

Secondo quanto previsto, in provincia di Lecce i reparti di ostetricia passerebbero dagli attuali 7 a 4, a danno soprattutto di alcuni territori come il Sud Salento che vedrebbero ulteriormente aumentare rischi e disagi per gli utenti. L’innalzamento del numero dei nati da 500 a 1000, indispensabile per il mantenimento di un punto nascita, secondo il contenuto dell’accordo stato-regioni che ha previsto questi ulteriori tagli avrà conseguenze negative e disagi sul territorio, a scapito soprattutto delle fasce più deboli della popolazione. Ancora una volta il buon senso rischia di cedere il passo alle aride cifre. In un territorio come quello del Sud Salento, non si può perdere il reparto dell’ospedale di Scorrano per una lunga serie di ragioni, soprattutto di carattere territoriale, di viabilità e di dotazioni di servizi. Inoltre, appare una contraddizione la nascita di un nuovo ospedale (previsto dal piano di riordino ospedaliero) che sia già privo dell’attività specialistica ostetrico-ginecologica. Auspichiamo che tale previsione possa essere rivista e rimodulata, invitando sin da ora il governo regionale a individuare soluzioni alternative che non ledano in alcun modo il diritto alla salute dei cittadini di Puglia”.

Alessandro Conte

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Asl Lecce, le donne del Pd contestano la possibile scarsità di punti nascita


Le donne dei circoli del Pd magliese e dell’hinterland cittadino hanno discusso sulla possibilità che la Asl Lecce chiuda alcuni dei punti nascita. Per cui hanno convocato un’assemblea per tirare le somme di alcune considerazioni che sono scaturite da questa, che è solo una delle facce dei tagli alla Sanità che stanno interessando in questo periodo la sanità pugliese. Per ora, i reparti di Ostetricia che dovrebbero essere chiusi, anche se uno di questi pare potrebbe avere un destino differente, sono quelli di Casarano, Gallipoli, Galatina e Scorrano, mentre resterebbero attivi Lecce, Copertino e Tricase. “Tre punti nascita – dicono in un comunicato le donne del Pd – per coprire un territorio lungo cento chilometri e costituito da 97 comuni: queste sarebbero le conclusioni formulate dalla Commissione Pugliese Punti Nascita, organismo tecnico-consultivo nominato dalla giunta regionale, che detta le linee di indirizzo per il miglioramento della qualità e della sicurezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo attraverso la chiusura dei punti nascita con meno di 5cento nati all’anno e la riorganizzazione degli altri con meno di mille nati all’anno”. Le donne del Pd si dichiarano aliene a qualunque campanilismo e spiegano come le loro considerazioni partano anche da un attento studio di quanto prescritto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che chiede che ogni punto nascita non preveda meno di mille parti l’anno, ma un numero eccessivo rischia di essere altrettanto problematico. “Secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità – dicono – i punti nascita presenti nelle strutture ospedaliere devono svolgere almeno mille parti all’anno per garantire servizi ottimali: si vedono più casi clinici, si è meglio allenati, si lavora di più in gruppo e quindi si è più pronti e adeguati a ogni circostanza. In provincia di Lecce nascono ogni anno 6930 bambini, in provincia di Brindisi 3227 e a Taranto 3571. Se, come preannunciato dalla stampa, a Taranto rimanessero tre punti nascita mediamente in ognuno dei tre centri verrebbero alla luce 1200 bambini. Per Brindisi rimanendo attivi due punti nascita la media sarebbe di 1600 nati, mentre a Lecce se quattro centri su sette chiudessero, nei rimanenti tre si conterebbero circa 2300 nati per punto. La disparità tra province sarebbe evidente, come evidente sarebbe l’incapacità delle tre strutture pugliesi che rimanessero attive di sopportare una media di 2300 nati a causa delle loro dimensioni e del riallocamento di strumenti e personale”. L’appello è all’ascolto, alla possibilità di ragionare sulle scelte perché i cittadini non subiscano, ma partecipino alle decisioni.

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