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Vendola vicepresidente del R20


Nichi Vendola vice presidente del R20 per l’Europa.
Pochi giorni fa il presidente della Regione ha firmato a Ginevra, in Svizzera, un piano d’azione assieme alla rete di regioni per contrastare il cambiamento climatico e sviluppare fonti d’energie alternative R20.
L’unione mediterranea delle 20 regioni è stata anche sponsorizzata da Arnold Schwarzenegger quand’ancora era governatore della California, ed ora è presieduta dal vicepresidente dell’Ile de France, Michele Sabban.
Vendola ha riferito come l’importante incontro abbia portato a una lettera d’intenti e come rappresenti un importante viatico per la prossima Conferenza di Rio+20 delle nazioni: “La lettera di intenti che abbiamo sottoscritto apre un’importante prospettiva di collaborazione tra la Puglia e i membri della rete R20, guidata da Arnold Schwarznegger. Da oggi parte un percorso che sarà definito e presentato pubblicamente a Rio de Janeiro nel giugno prossimo, in occasione del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, Rio+20”.
Puglia, R20 e Associazione delle Regioni d’Europa, con i partners mediterranei unite per rinnovare i modelli economici di sviluppo in modelli più ecologici.
Vendola ha sottolineato nel convegno “Il cammino verso Rio: le regioni costruiscono la green economy” che proprio Arnold ha organizzato. Presentando i risultati della Puglia sulle energie rinnovabili, il presidente della Regione ha rivendicato “’il primato nazionale” che sul tema dell’energia la Regione ha assunto negli ultimi anni. “Nel 2006 la produzione rinnovabile pugliese copriva appena il 6% dei consumi elettrici regionali, nel 2010 questo valore ha superato il 21% e oggi, quasi tutta la domanda energetica residenziale regionale è coperta da fonti pulite. Un’eccellenza internazionale, soprattutto con riferimento al solare e l’eolico”.

Jenny De Cicco

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Casa-museo di Bene, Vendola: serve un tavolo tecnico


La questione della casa museo di Carmelo Bene a Santa Cesarea non cessa di creare interesse. Inviata in questi giorni una lettera al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, al presidente della Provincia Antonio Gabellone e ai nuovi proprietari della casa paterna di Bene, con il proposito di preservare la memoria dell’artista, tra i firmatari Maurizio Costanzo, Enrico Ghezzi e numerosi esponenti dell’arte e della cultura italiana, più una nutrita schiera di giornalisti.

Di seguito il testo della lettera.

“In data 18 febbraio 2012 è stata riportata dai maggiori quotidiani italiani la notizia della vendita all’asta della casa paterna di Carmelo Bene a Santa Cesarea Terme, nel Salento. Per gli amanti, gli studiosi e i conoscitori dell’opera del genio pugliese si tratta della casa che ha ospitato i lavori del film capolavoro Nostra signora dei turchi (1968) e da cui Bene ha composto i primi romanzi, come ricorda nella sua autobiografia in forma di conversazione, Vita di C.B. Nel corso degli ultimi dieci anni, dalla morte dell’autore a oggi, si è più volte vagheggiato il proposito di farne un vero e proprio museo dedicato all’opera di uno dei più importanti artisti del Novecento europeo, così come a Dublino ha sede il James Joyce Center e a Recanati la Casa Leopardi. Un progetto di tutela, valorizzazione e custodia dei materiali che può andare incontro all’intendimento che lo stesso artista ritenne necessario quando istituì la fondazione L’Immemoriale, al fine di attivare un progetto che potesse indirizzare gli studi e le ricerche del domani sul proprio percorso estetico e di pensiero. Ma immemoriale, lo ricordiamo, non vuole dire oblio. Quando si parla di ridare al Sud una centralità internazionale si dovrebbe saper comprendere che un’occasione come questa non può andare perduta, né può essere interpretata come semplice bega quotidiana o burocratica.
Proprio in quella casa, caro Presidente Vendola, caro Presidente Gabellone e cari nuovi proprietari, può essere eretto un primo pilastro fondante le infrastrutture culturali del domani, per una nuova stagione storica ed europea in cui il Meridione d’Italia si ponga come protagonista, come ponte mediterraneo verso l’altrove. Il problema che qui si denuncia, naturalmente, non riguarda una vendita tra privati cittadini avvenuta secondo le regole e il diritto di Stato, né le questioni ereditarie che, sebbene subite come un ostacolo alla diffusione dell’opera – soprattutto inedita – dell’autore e attore salentino, non ci interessano e da cui ci teniamo volentieri lontani.
Contestiamo però un’assenza non giustificabile da parte delle istituzioni pubbliche nazionali e locali, per lo meno per quanto concerne il lavoro diplomatico e ideativo di una possibile soluzione.
Ne proviamo a proporre una noi, nella certezza che gli interlocutori ai quali destiniamo questo appello sappiano comprendere a pieno la portata culturale del progetto e la responsabilità dell’acquisto appena compiuto. Chiediamo che sia convocato e aperto un tavolo progettuale tra Regione Puglia, Provincia di Lecce e nuovi proprietari, in cui si consideri la possibilità di adibire una parte della casa suddetta alle funzioni di una vera e propria casa-museo, riorganizzata per scopi di visita e studio di ricercatori e studenti, italiani e stranieri. La sinergia tra pubblico e privato, sotto la consulenza dei maggiori conoscitori e studiosi europei dell’opera beniana, può rappresentare una soluzione immediatamente praticabile sotto le forma di patrocinio e cogestione finanziaria che potranno essere valutate scientificamente e in apposita sede. Potrà essere questa, anche, un’occasione per dimostrare che negli anni della crisi è ancora possibile, con intelligenza e sensibilità, fare cultura in maniera progettuale e lungimirante, non assistenziale ma unendo forze e competenze, facendo confluire possibilità ed interessi privati e pubblici in progetti che abbiano nell’interesse comune e nella salvaguardia del patrimonio ambientale e artistico il proprio faro e orizzonte”.
E’ possibile sottoscrivere la lettera all’indirizzo web http://www.glialtrionline.it/home/2012/02/23/caro-nichi-salviamo-la-casa-di-carmelo-bene/.
Intanto ieri sera è intervenuto in risposta sul profilo Facebook Nichi Vendola.
Vendola si dice pronto a discutere, tramite un apposito tavolo tecnico: “Insieme agli enti locali del Salento, sulla proposta della creazione di un museo dedicato a Carmelo Bene. Si tratta di compiere una ricognizione puntuale degli immobili, abitati e amati dal maestro, che risultino idonei a ospitare l’allocazione dell’eventuale contenitore culturale e ovviamente si tratta di elaborare un progetto coerente con i requisiti della nostra programmazione, tesi al potenziamento del sistema museale regionale”.

Jenny De Cicco

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Entro Marzo definizione dei nuovi orari di TrenItalia


Non è finita la vicenda Trenitalia che ha tenuto banco sulle cronache nostrane per tutto l’inverno.
Si è svolto il 21 febbraio a Roma l’ultimo di una serie d’incontri tra le istituzioni locali e il Governo Tecnico. Il governatore pugliese Nichi Vendola, l’assessore alla mobilità Guglielmo Minervini hanno incontrato nel pomeriggio il ministro allo Sviluppo economico e ai Trasporti Corrado Passera: il tavolo con l’agenzia ferroviaria terminerà entro marzo.
Vendola ha commentato così il tavolo di discussione: “Oggi è stata giornata molto positiva perché abbiamo istruito e aperto dossier su tre diverse problematiche. Prima fra tutte quella relativa alla vertenza cruciale di Trenitalia che ha spaccato letteralmente in due l’Italia, isolando la Puglia e il resto del Mezzogiorno e negando di fatto il diritto alla mobilità. Abbiamo avuto un’interlocuzione molto attenta da parte del Ministro e una comprensione positiva delle ragioni sollevate dalla Puglia. E’ un incontro che certamente ci dà fiducia. Certamente un’ulteriore verifica potremo farla quando ci sarà l’incontro di approfondimento con Trenitalia”.
Per Minervini, “il ministro Passera ha preso coscienza che l’Italia è divisa in due e che non è solo un problema di treni ma anche di investimenti sulle reti ferroviarie.
Abbiamo trovato un ministro attento, non una controparte ma un interlocutore che ha assunto l’impegno di convocare subito Trenitalia a un tavolo tecnico per riequilibrare l’offerta di servizi tra nord e sud del Paese. Molleremo solo quando la Puglia sarà rispettata. Va riscattata la frattura della Puglia dal resto del Paese. Abbiamo posto la questione della strozzatura del binario unico sulla Termoli-Lesina e il Ministro ci ha anticipato che è già in corso un’istruttoria con Rfi per la definizione del fabbisogno finanziario per l’ammodernamento e la velocizzazione della linea adriatica e che poi il governo sarà pronto a formalizzare il suo impegno”.
Durante il colloquio è stata trattata anche la questione della disparità di servizi tra nord e sud palesata negli ultimi due anni da un taglio del 60% dei treni notte sulla linea adriatica e del 38% dei treni contribuiti da finanziamenti dello Stato, a fronte del taglio di un solo treno contribuito nel centro-nord cui si è aggiunto perfino un sensibile incremento dei treni ad alta velocità.
“Il dossier preparato dalla Puglia che fotografava questa divaricazione insopportabile è servito per una presa di coscienza – ha ribadito Minervini – Dal governo è arrivata l’indicazione politica a riequilibrare il servizio attraverso la discussione in un tavolo tecnico con Trenitalia che dovrà concludersi entro marzo, per avere effetto sul nuovo orario”. Nel dettaglio la Puglia ha chiesto che venga riequilibrata l’offerta del servizio universale considerando la maggiore presenza di treni ad alta velocità sulle linee del centro nord, il ripristino dei collegamenti diretti con Milano, Torino, Trieste e Venezia, eliminando lo stop obbligatorio a Bologna, la riattivazione dei notturni e che almeno uno di questi parta da Taranto.
“Adesso ci aspettiamo – sottolinea Minervini – una significativa inversione di tendenza da parte di Trenitalia”.

Jenny De Cicco

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Perdere i fondi Ue? La Puglia non ci sta


La Puglia rischia di perdere i Fondi dell’Unione Europea per i nuovi target di spesa del Dipartimento per la Coesione territoriale. Nichi Vendola scrive al ministro Fabrizio Barca.

Nella lettera inviata al ministro del governo Monti dal governatore pugliese scrive che le regioni non hanno affatto condiviso ciò che ora un documento del Dipartimento annuncia, e cioè nuovi target di spesa il cui mancato rispetto prevede sanzioni. Ecco il testo integrale della lettera:

Gentile Ministro Barca

non mi pare corretto, da parte di un uomo della sua finezza culturale, spingere un contrasto di natura politico-istituzionale sul terreno scivoloso dei giudizi personali.

Qui parliamo di Sud, non di psicanalisi. Di fondi europei, non di nevrosi caratteriali. E comunque, seppure chi le scrive soffrisse di sdoppiamento della personalità, le assicuro che entrambi i miei io tenderebbero sempre e in ogni caso alla rigidità comportamentale nei casi in cui si tratta di tutelare gli interessi della Puglia.

Io le ho dato una mano a dicembre, non penso l’abbia dimenticato, per chiudere l’accordo con il quale si riscriveva il Piano per il Sud, consentendo al governo di diminuire significativamente l’intensità del co-finanziamento per la spesa comunitaria per le regioni dell’obiettivo convergenza.

Ma non abbiamo affatto condiviso ciò che ora un documento del suo Dipartimento, sia pure nella confezione di un tavolo tecnico, tende ad annunciare. E cioè nuovi target di spesa per ognuno degli anni dell’attuale programmazione dei fondi europei.

Non una ricognizione o un monitoraggio, Signor Ministro, ma nuovi, inediti e non concordati target il cui mancato rispetto prevede importanti riduzioni della quota di co-finanziamento. Lei sa, Signor Ministro, che la mia non è la lamentazione di chi non vuole sottoporsi allo sforzo congiunto per non disperdere i finanziamenti europei. Noi non abbiamo mai perso un euro rispettando sempre gli obbiettivi. Lei sa che, per ragioni tecniche e oggettive, il grosso della spesa si concentra sempre nel secondo semestre dell’anno. Lei capisce che con quei nuovi target ci viene messa una corda al collo.

Così il governo fatalmente ci multerà, rastrellando risorse che (così è scritto non nella fantasia di una delle mie due personalità, ma nel documento) possono essere riversate anche alle regioni dell’obiettivo competitività (cioè a quelle del centronord). Se l’intenzione non era questa, ne sono felice.

Basta togliere di mezzo quel documento, con i suoi evidenti equivoci, e possiamo con serenità ripartire nello spirito di quella leale collaborazione che chiede, per non essere una evocazione retorica, rispetto reciproco e rispetto della verità”.

Jenny De Cicco

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Primo concorso enologico dei rosati


I rosé vini pregni di dignità. I vini rosé venivano considerati scarti di produzione, ma nella cultura enologica nazionale di rivalutazione stanno assumendo sempre maggiore importanza. Né rossi né bianchi, ma rosati cristallini e trasparenti, dal gusto deciso sono tra le massime espressioni enoiche salentine in grado di muovere milioni di euro tra turismo enogastronomico e commercio enologico.

Ieri, giovedì 26 gennaio a Roma, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del primo concorso enologico dei vini rosati ideato e realizzato dalla regione Puglia, nella sala Cavour del Mipaaf, presentata da Dario Stefàno, assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Nichi Vendola, governatore pugliese e il ministro Mario Catania, che ha dichiarato: “Sarà un modo per attirare l’attenzione su un prodotto di altissimo profilo e di forte personalità, Il nostro Paese è il miglior produttore del mondo di questa tipologia e non a caso quattro anni fa abbiamo difeso il Rosato dai tentativi della Ue di farlo diventare una mistura di vino bianco e rosso”.

Stefàno ha dichiarato: “L’obiettivo del concorso è quello di valorizzare le migliori produzioni nazionali, favorendone la diffusione e affiancare le aziende nel percorso di produzione, sino alla commercializzazione. Era doveroso per la Puglia, storicamente vocata alla produzione dei rosati, rendersi protagonista di una iniziativa di altissimo profilo che non ha precedenti nella storia dei concorsi nazionali dedicati all’enologia di qualità”.

Soddisfatto anche il presidente Vendola: “Nel contesto di una crisi rurale drammatica noi abbiamo il dovere di aiutare l’agricoltura a vivere e non sopravvivere, investendo sull’innovazione. Ciò che stiamo realizzando in Puglia va nella direzione dell’innovazione. Il nostro obiettivo è quello di offrire migliori opportunità e supportare al meglio chi ha voglia e capacità di crescere”.

Al concorso potranno partecipare i vini rosati fermi a denominazione di origine Dop e Igp, i frizzanti Dop e Igp, nonché i vini spumanti rosati a Doc e vini spumanti di qualità rosati, prodotti e imbottigliati in Italia (la quota di partecipazione è di 50 euro + Iva).

Ogni campione di vino sarà valutato in base al metodo “Union Internationale des Oenologues” da commissioni composte per sorteggio da quattro enologi-enotecnici nominati dall’Associazione Enologi Enotecnici Italiani e da un giornalista italiano o straniero nominato dall’ente organizzatore.

L’evento entrerà nel clou il 20 e 21 aprile, quando nell’Hotel Villa Romanazzi Carducci di Bari, la giuria tecnica si riunirà per valutare i campioni di vino rosato iscritti alla competizione.

I primi tre vini rosati che risulteranno vincenti nell’ambito delle sei categorie previste – quattro per i vini rosati e due per i vini spumanti rosati – saranno premiati con Medaglia d’oro, d’argento e di bronzo.

Il presidente dell’Accademia italiana della Vite e del vino, Antonio Calò, intervenuto alla conferenza stampa, ha spiegato nei dettagli le varie fasi del concorso, che si concluderà il 5 maggio a Otranto con la cerimonia di premiazione nell’ambito del convegno internazionale sui vini rosati, alla quale il ministro Catania ha assicurato la sua presenza.

Da mercoledì 1 febbraio sarà attivo il portale dedicato al concorso. All’indirizzo www.concorsorosatiditalia.it sarà possibile scaricare la modulistica per partecipare e il regolamento.

Jenny De Cicco

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Vendola, D’Agata e le liberalizzazioni


Liberalizzazioni, delusione della politica regionale pugliese. Nichi Vendola boccia a chiare lettere il decreto sulle liberalizzazioni varato dal venerdì scorso. Il leader di Sel nella relazione introduttiva dell’assemblea generale nazionale del suo partito. “La cosa che ci è piaciuta di più è quel che non è stato fatto. Siamo stufi del conformismo obbligato, vogliamo dire la nostra”. Secondo il governatore nel provvedimento Salva Italia “bisognava partire dalla patrimoniale, non sono state toccate banche e assicurazioni, mentre bisognava partire da lì”.

Sulle liberalizzazioni, Vendola ha osservato: “Le lenzuolate di Bersani all’epoca del governo Prodi erano liberalizzazioni più corpose e radicali, oggi vedo provvedimenti modesti accompagnati da un’enfasi propragandistica che mi ricorda il nostro recente passato. Tuttavia,qualcosa di positivo c’è”.

Ma in sostanza, ha affermato Vendola, “la montagna ha partorito il topolino”.

Giovanni D’Agata, dell’Idv di Lecce dichiara: “Gli ultimi vent’anni di liberalizzazioni sono costate agli italiani quasi 110 miliardi. Per le famiglie gli aumenti sono arrivati a 280 euro l’anno. Qui o si fa sul serio o è solo demagogia. Come detto, l’unico settore a salvarsi dagli esiti di quelle che appaiono come finte liberalizzazioni alla luce dei dati riportati, solo quello dell’energia elettrica dove nel complesso, il risparmio per le famiglie è stato di 6,7 miliardi di euro”.

Per tali ragioni, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti“, condivide l’analisi del segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi secondo cui “in Italia le liberalizzazioni, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno funzionato. Prezzi o tariffe sono cresciuti, con buona pace di chi sosteneva che un mercato più concorrenziale avrebbe favorito il consumatore finale. Purtroppo in molti settori si è passati dal monopolio pubblico a vere e proprie oligarchie private. Non si può parlare di liberalizzazioni dei trasporti come quello urbano dei taxi o dell’orario di apertura dei negozi che potrebbero apparire come iniziative quasi demagogiche per non dire populistiche, se prima non s’interviene con vere liberalizzazioni nei confronti delle lobbies e delle corporazioni che dominano quasi incontrastate l’economia del paese quali assicurazioni, banche e imprese del settore energetico”.

Jenny De Cicco

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Polemica ad alta velocità con l’Anas Sondrio per la Maglie-Leuca


Fondi Cipe per il Sud, in arrivo per la Puglia per le infrastrutture, tra i quali fondi per il raddoppio della Maglie-Leuca. Soddisfazione dei politici pugliesi, mentre insorgono i comitato contrari e dal Giornale di Sondrio è polemica. In una nota, il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese annuncia lo stanziamento: “Buone notizie per la Puglia. Confermati i 790 milioni di euro per l’asse ferroviario Napoli-Bari-Lecce/Taranto, i 200 milioni di euro per la Potenza Foggia, i 135,5 milioni di euro aggiuntivi per il raddoppio della SS 275 Maglie – Leuca stanziati con la Delibera Cipe di luglio 2009, i 33,6 milioni di euro per la Piastra portuale di Taranto”.

Si tratta di finanziamenti strategici per la Puglia e per tutto il Mezzogiorno, frutto degli accordi sottoscritti nell’ultimo anno e mezzo tra governo e regioni.

L’assessore regionale alle Infrastrutture Strategiche e mobilità Guglielmo Minervini commenta l’approvazione del contratto di programma Rete Ferroviaria Italiana, avvenuta al Cipe, che ha riservato alle infrastrutture ferroviarie per il meridione fondi aggiuntivi per 3,9 miliardi. “Il governo ha mantenuto l’impegno – aggiunge Minervini – e accogliamo positivamente anche la notizia della ripresa dei finanziamenti per un altro tratto dell’alta capacità ferroviaria”.

Sulle infrastrutture Nichi Vendola ha dichiarato la necessità di non cadere in considerazioni ragionieristiche sull’alta capacità: “Trovo assolutamente fuorviante disperdere le energie in questo modo, energie invece preziose per il raggiungimento dell’obiettivo comune, e da sempre prioritario, sia per la Puglia che per la Campania”. Il riferimento è alla polemica con Stefano Caldoro, presidente Campano.

Per Vendola, il finanziamento per l’Alta Capacità “dovrebbe essere indicata come tra le priorità del governo nazionale e bene ha fatto il ministro Barca a rimarcarne la centralità nazionale nell’agenda di lavoro. Con il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro abbiamo sempre condiviso, senza incertezza alcuna e con la stessa sensibilità, l’opportunità di individuare l’Alta Capacità come priorità strategica utile non solo alla Puglia o alla Campania ma all’Italia intera”.

Insorgono studenti e associazioni definendo la SS 275 ecomostro a 4 corsie, di cui hanno discusso lunedì scorso 9 gennaio all’Università del Salento, Facoltà di Beni Culturali, incontro curato da Unione degli Universitari, comitato delle associazioni No SS 275, Consiglio degli Studenti.

Parole di plauso per la delibera dai politici pugliesi, mentre sulla Gazzetta di Sondrio del 20 gennaio scorso, lo stanziamento è “uno scandalo”. Il presidente dell’Anas Vincenzo Pozzi sul giornale di sondrio afferma: “Riteniamo semplicemente scandaloso l’aver privilegiato, con 135,5 milioni di euro aggiuntivi, il raddoppio della SS 275 Maglie – Leuca. Non ci sono soldi per noi, per le tangenziali onde evitare le gravi strozzature di Morbegno e Tirano con quello che c’è a monte, passi alpini e valichi di confine compresi. Ci sono per questa SS 275, per portare la gente a Santa Maria di Leuca con quattro corsie. Ci sono per una strada dall’iter tormentatissimo, partita nel 2001, definita Ammodernamento SS 275 tratta Maglie-Santa Maria di Leuca. Una è quella tradizionale, la 275, via Maglie-Alessano. La seconda è quella panoramica, lungo la costa.

La terza é la più moderno e più rapida via Gallipoli-Ugento-Presicce. La quarta, da Maglie, passa per Poggiardo-Andrano. Non bastano, occorre un’altra ancora”.

Jenny De Cicco

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In 10 mila per dire no al petrolio


Si è svolta la manifestazione di Monopoli del 21 gennaio, organizzata dal comitato “No petrolio, sì energie rinnovabili”. Una marea gialla, il corteo di diecimila persone che a Monopoli ha detto no alle trivelle nell’Adriatico e sfilando ha fatto fare un passo in dietro sulle liberalizzazioni petrolifere previste nella manovra finanziaria Cresci Italia. La folla si è riunita alle 9 e alla partenza è stata preceduta dai Gonfaloni delle Regioni Puglia e Abruzzo, rappresentata dal capogruppo regionale di Rifondazione Maurizio Acerbo.
Il serpentone è confluito in piazza Vittorio Emanuele dove ha festeggiato, alla presenza di Antonio Stornaiolo, i musicisti baresi “I maltesi”, padre Alex Zanotelli in vivavoce per la difesa dell’acqua pubblica e Giobbe Covatta, che ha ironizzato a suo modo sul tema delle trivellazioni. Ha allietato la folla anche la cantante Erica Mou.
Presenti anche Bonelli dei Verdi e Debora Serracchiani del Pd.
Tutti presenti i politici pugliesi, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e il capogruppo Pdl Rocco Palese e gli assessori regionali Fabiano Amati, Silvia Godelli, Nicola Fratoianni.
Il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna ha ringraziato tutti, parlando a nome dell’assemblea pugliese, riunita in un coro unanime, Introna ha sottolineato il “grande messaggio lanciato a tutto il Paese da una mobilitazione. Dobbiamo continuare a batterci, perché i pericoli non sono stati superati con la decisione del governo nazionale di sospendere norme meno restrittive sulle coltivazioni di petrolio e gas in mare. Bruxelles deve garantire a milioni di cittadini sui mari del Mediterraneo europeo di poter contare su un ambiente marino al sicuro da torri, pozzi e chiazze di sostanze inquinanti”.
Al termine della manifestazione Vendola ha sottolineato la migliore espressione della cittadinanza territoriale, che “sta aiutando l’Italia a emanciparsi da un vecchio modello di crescita economica che uccide l’ambiente”.
Legambiente attraverso Stefano Ciafani e Francesco Tarantini, fa notare che “se estraessimo gli 11 milioni di tonnellate di riserve petrolifere stimate nei fondali marini del nostro Paese, li esauriremmo in soli 55 giorni. Le trivellazioni non servono a ridurre i costi delle bollette”.
Il capogruppo Udc regionale, Salvatore Negro, ha evidenziato il pericolo derivante dall’estrazione per Otranto: “I progetti delle compagnie petrolifere sono in contrasto con quelli di valorizzazione e di sviluppo della nostra regione”.
Soddisfazione a nome del comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili”, promotore della manifestazione dalla coordinatrice Silvia Russo.
L’assessore all’ambiente regionale Lorenzo Nicastro esprime soddisfazione per la riuscita della manifestazione, ma si dice preoccupato per notizie nazionali. Non verrebbe rispettato il diritto all’autodeterminazione della Puglia, che “si oppone, non solo con la piazza ma anche con atti amministrativi.
Vogliamo vederci chiaro: abbiamo accolto con favore, qualche giorno fa, le rassicurazioni del ministro Clini sulla distanza minima delle trivellazioni dalle coste e dalle aree protette. Avevamo ritenuto un fatto positivo la dichiarazione secondo cui al centro degli obiettivi del governo ci fosse la tutela dell’ambiente. Eppure apprendiamo dalla stampa nazionale pessime notizie. In particolare si discuterebbe di modifiche al decreto legislativo 152/2006 che rischierebbero un vuoto normativo pericoloso in una materia delicata come questa”.

Jenny De Cicco

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Il sud dei trasporti dimenticato?


Si è tenuto l’incontro tra Nichi Vendola e il ministro ai Trasporti Passera. E’ polemica a seguito alle dichiarazioni di Vendola, che dichiara il Sud dimenticato dai governi degli ultimi 20 anni, polemica anche sul trasporto ferroviario riservato alla Puglia. Intanto TrenItalia ha smentito la notizia del Lecce-Foggia invaso da liquami.

Rocco Palese, capogruppo del Pdl alla Regione dichiara la vicinanza a Vendola nella battaglia contro TrenItalia ma il Sud non è stato dimenticato, lo dimostrerebbe l’impegno e i risultati ottenuti da Raffaele Fitto. “In secondo luogo – dice Palese – ci è sembrato che Vendola stia pensando a un nuovo organismo, dimenticando forse che in Puglia, tra le decine di agenzie regionali c’è l’Arem”.

Peppino Longo, Udc, ha spiegato: “Per il nodo del trasporto ferroviario va bene il tavolo di confronto ma deve essere convocato in tempi brevissimi. La proposta del ministro Passera non deve farci cullare sugli allori di una promessa spuntata”.

Salvatore Negro, capogruppo Udc alla regione dichiara: “I tagli dei treni a lunga percorrenza condannano la Puglia all’isolamento. Accanto alla soppressione di corse, anche quella di numerose fermate. Gli studenti salentini che vogliono raggiungere Urbino non possono scendere a Pesaro ma sono costretti a fermarsi ad Ancona e a prendere due coincidenze prima di raggiungere la città universitaria”.

Intanto Onofrio Introna, presidente del consiglio regionale Pugliese, afferma: “Se il Sud non cresce insieme, non ci sarà sviluppo per nessuno”. Desta sorpresa, secondo Introna, la freddezza del presidente della Campania, Stefano Caldoro, che “appare preoccupato da valutazioni ragionieristiche di un’impresa che a suo dire non vale la spesa per Napoli, solo per Bari. Il miglioramento degli scambi tra Tirreno e Adriatico, anche con linee attraverso l’Appennino, da Caserta a Foggia, era e continua a essere nelle ragioni della sfida all’emarginazione e nella battaglia per il rilancio del Mezzogiorno”.

Nel frattempo sono apparsi anche sul palazzo del consiglio regionale i manifesti “La Puglia non è un binario morto. Ridateci i treni”, due cartelloni 6 metri per 3, in via Capruzzi a Bari. Introna spiega: “Prendo atto della disponibilità dichiarata dal ministro Passera, ma appartengo alla scuola dell’apostolo Tommaso. Aspettiamo l’indicazione puntuale di nuove coppie di treni da Lecce a Milano e viceversa”.

Antonio Buccoliero, consigliere regionale Mep, sostiene che il ritocco dei treni sta colpendo soprattutto le fasce sociali salentine più deboli: “Condividiamo in linea di massima la presa di posizione e la viva protesta del presidente della giunta Regionale. Le corse notturne sono quelle che danneggiano di più le classi deboli perché la loro soppressione costringerà i viaggiatori a dover pernottare in albergo almeno una notte con conseguente aggravio dei costi”.

Smentita da TrenItalia sulla vicenda del treno invaso da liquami. Con una nota ufficiale Trenitalia ha dichiarato che “non corrisponde a verità la notizia, diffusa da alcuni media locali, che un treno regionale sia stato fermato per emergenza sanitaria perché invaso dai liquami. L’episodio riguarda il regionale 12605 Bari–Lecce che ha viaggiato con alcuni bagni chiusi e fuori servizi. Il treno ha effettuato un’ulteriore corsa fino a Bari, dove è stato inviato all’impianto di manutenzione.

Jenny De Cicco

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Trenitalia, Vendola e il Lecce-Foggia pieno di liquami


Sembra senza fine la questione Trenitalia. Nichi Vendola ha scritto a Mario Monti, affinché lo “stato si riappropri della programmazione”, come reca la missiva che giunge in seguito alla protesta del manifesto sulla balconata della Regione.

Intanto la politica pugliese, seppur unita nell’obiettivo del ripristino dei normali servizi ferroviari, si divide sulle modalità della protesta e denuncia l’ennesimo treno invaso dai liquami.

Vedola afferma nella lettera: “Il governo Monti deve farsi carico della questione legata ai trasporti di Trenitalia in Puglia e alla dotazione infrastrutturale ferroviaria. Ci attendiamo in tempi brevi il ripristino di un decoroso servizio notturno a prezzi comparabili con quelli antecedenti il cambio orario, il ripristino dei collegamenti giornalieri su Roma da Bari e Taranto e il ripristino, senza rottura di carico, dei collegamenti notturni sull’adriatica.

Per l’offerta diurna dei treni ci attendiamo invece il ripristino del livello di offerta dei treni Eurostar sulla direttrice Lecce-Bari-Roma esistente meno di due anni fa e cioè cinque coppie di treni Eurostar”.

La lunga e dettagliata lettera è stata corredata d’informazioni specifiche sullo stato dell’arte dei trasporti e delle infrastrutture in Puglia.

Vendola ha anche evidenziato nella lettera “come nel corso dell’ultimo decennio, lo stato abbia impropriamente delegato le funzioni del proprietario al gruppo Fs, il quale, con le risorse finanziarie di tutti i cittadini italiani ha privilegiato i massicci e consistenti investimenti infrastrutturali verso il territorio del Nord Italia e lungo la dorsale tirrenica (sino a Napoli) a scapito della dorsale adriatica, del Centro-Sud Italia, delle Isole.

Vendola ha affermato che il “colpo mortale è stato inferto al servizio notturno da Trenitalia con l’ultimo cambio dell’orario”, chiedendo contestualmente che “lo stato ora rimetta celermente in riga, e nelle forme dovute, il servizio di trasporto pretendendo dal management comportamenti uniformati a una più sana gestione industriale”.

Salvatore Greco de La Puglia Prima di Tutto invece ritiene “che con i soldi sprecati per questa inutile campagna pubblicitaria si sarebbe potuto acquistare un treno intero”. È ironico il commento del coordinatore regionale che ha presentato una interrogazione per sapere “quanto è costata, come è motivata e quale è l’utilità della campagna di affissione di centinaia di cartelloni 6 metri per 3 con la scritta: la Puglia non è un binario morto.

Il destinatario dell’azione di Vendola dovrebbe essere Trenitalia e il governo nazionale, non certo chi vive in Puglia. I pugliesi sono stanchi dei suoi giochi di parole, vorrebbero fatti, cioè servizi efficienti, tariffe basse, investimenti, risorse in favore di famiglie e imprese, a sostegno dell’occupazione di giovani e donne.

Perché Vendola preferisce invece sprecare i soldi così?”.

Intanto i consiglieri regionali salentini del centrodestra, tra i quali Rocco Palese, denunciano l’ennesimo episodio su un treno regionale, il Lecce Foggia invaso dai liquami, per rivolgere un appello al presidente Vendola affinché faccia sentire con forza la voce unica della Puglia a Roma col governo Monti e con Trenitalia. “E’ vergognoso – dicono – che in Puglia arrivino pochi treni, con tariffe più care e pure invasi dai liquami, tanto che una ispezione della Asl ha decretato l’emergenza sanitaria e stabilito che il treno era impraticabile. Le proteste, le rivendicazioni, le rivolte sono il minimo che la popolazione pugliese e meridionale può mettere in atto, ma ciò che occorre è che le istituzioni facciano la loro parte”.

Jenny De Cicco

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I tagli di TrenItalia e lo striscione di Vendola


Nichi Vendola manifesta contro i tagli ai collegamenti ferroviari e lo fa esponendo uno striscione dalla sede regionale: “La Puglia non è un binario morto. Ridateci i treni”. Vendola lo ha esposto sulla propria balconata ieri, riprendendo a suo modo l’iniziativa della provincia di Brindisi di alcune settimane. Un modo civile d’esprimere il dissenso nei confronti delle politiche di TrenItalia, che ha ricevuto solidarietà e sostegno al presidente regionale da tutti i gruppi politici del consiglio regionale. Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione esprime la propria felicità per la protesta sempre più condivisa. “Una battaglia che sta valicando i limiti territoriali – sostiene De Leonardis – Uno degli effetti più devastanti delle scelte di Trenitalia è quello inaccettabile di isolare il Nord dal Sud Italia, con una serie di tagli dei collegamenti notturni, costringendo i passeggeri in particolare dei ceti meno abbienti a viaggi indecorosi con un paradossale aumento dei disagi e non solo del prezzo dei biglietti. Tutto questo mentre i tagli sarebbero motivati e giustificati da una domanda inferiore alle aspettative, come dire: la beffa oltre al danno”. Mentre il vicecapogruppo PdL, Massimo Cassano chiosa – “Ci saremmo aspettati investimenti, il rafforzamento di tutte le linee verso il Nord e le altre principali città del Meridione, un progetto per l’alta velocità lungo la linea Adriatica e sulla tratta per Napoli, nuovi servizi, a partire dal treno più auto e dai vagoni letto, che invece sono ridotti all’osso e limitati a pochi mesi – estivi – dell’anno e solo verso un paio di città del Nord. E invece Trenitalia decide non solo di sopprimere molti convogli notturni a lunga percorrenza, ma potrebbe decidere anche di aumentare il costo del biglietto che colpirebbe ancora una volta i viaggiatori del Sud”. Anche il consigliere regionale Pdl, Arnaldo Sala non usa toni gentili nei confronti dei vertici TrenItalia: “Rimango basito dall’atteggiamento assunto dall’amministratore delegato di Trenitalia, Mario Moretti che, quale ex segretario generale della Filt-Cgil, conosce molto bene il settore ferroviario che – è bene ricordarlo – dirige da tempo: nel 2001 il governo Amato targato Ulivo lo nominò amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, e poi nel 2006 il governo Prodi lo nominò amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. Si tratta, dunque, di un manager pubblico. Ora, all’improvviso, questo capace uomo d’impresa è stato colto da schizofrenia imprenditoriale. Con un eclettismo degno dell’oratoria di Cicerone, a secondo dei casi fa dichiarazioni sia da manager pubblico di un’azienda che necessita di finanziamenti statali, sia da manager privato che guida un’azienda che si deve misurare con la concorrenza e il mercato. Ieri ha dichiarato che dei 400 treni a lunga percorrenza gestiti da Trenitalia, 100 sono in perdita e i loro costi sono necessariamente coperti con finanziamenti statali e grazie agli utili generati dagli altri 300 treni in attivo. Inoltre, Moretti afferma che, dovendosi misurare a breve con la concorrenza di altri operatori ferroviari, Ntv in primis, tali utili si ridurranno e sarà così costretto a tagliare ulteriori collegamenti ferroviari in perdita. Mario Moretti deve decidere che vuole fare da grande”.

Jenny De Cicco

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Vendola incontra i ministri del governo Monti


Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha incontrato il 12 gennaio scorso a Roma i ministri Francesco Profumo, Fabrizio Barca e Corrado Clini. L’incontro ha visto sottoscrivere un accordo governo-regione in difesa del suolo. Previsti interventi per la somma di 195 milioni di euro, mentre il secondo incontro è stato quello con il ministro Francesco Profumo sul bando relativo agli interventi del Pon ricerca su società dell’informazione e ambiente.

Il governatore ha definito l’incontro come un buon viatico per il meeting previsto il prossimo martedì.

Il primo incontro con i ministri per la Coesione Territoriale Barca e per l’Ambiente Clini con i quali il Vendola ha siglato un accordo per la difesa del suolo, che prevede interventi per 195 milioni di euro. Un piano che servirà a eliminare situazioni a rischio idrogeologico nel territorio regionale tramite l’utilizzo di risorse finanziare statali e regionali.

Il secondo incontro con Profumo è avvenuto per illustrare ai rappresentanti delle regioni del Sud, il bando relativo agli interventi del Pon – ricerca su società dell’informazione e ambiente. Al tavolo solo due i presidenti di regioni, quello della Puglia e Stefano Caldoro, campano. Il confronto ha visto il ministro Profumo accogliere le richieste della Puglia relative a un maggiore coinvolgimento delle regioni nelle procedure valutative e attuative del bando e il tavolo ha visto anche la definizione del termine ultimo per il completamento delle procedure di emanazione dell’avviso entro il 15 febbraio 2012, 200 milioni di euro rivolti alle quattro regioni obiettivo convergenza (Puglia, Calabria, Campania e Sicilia) ma è anche aperto alla partecipazione finanziaria delle altre regioni del Mezzogiorno.

Jenny De Cicco

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