Una delle strutture più importanti del turismo pugliese, la più antica, vede delle nubi addensarsi sul suo futuro, il Club Mediterranée di Otranto conserverà la gestione del villaggio di Otranto solo per la prossima estate. Il Club Med, il più antico villaggio del Salento, il capostipite del turismo moderno, è ritornato interamente nelle mani di Italia Turismo, poiché la società Torre d’Otranto ha venduto a quest’ultima il restante 15% di quota societaria detenuta da Club Med. Il tutto è avvenuto in questi giorni a Roma nell’assemblea in cui si è deciso che
“Per quanto concerne l’acquisto delle partecipazioni di minoranza detenute da Club Med (Società Alberghiera Porto d’Orra, Torre d’Otranto, Sviluppo Turistico per Metaponto) si evidenzia quanto segue – recita il verbale dell’assemblea- L’acquisto della partecipazione di minoranza (15%) detenuta dal Club Med nella società Torre d’Otranto, avverrà a un prezzo previsto di 3,4 milioni. Le parti hanno, inoltre, convenuto la possibilità di valutare la fattibilità tecnico economica di un progetto di ristrutturazione ed ammodernamento del villaggio. Qualora esse fossero d’accordo sul progetto di ristrutturazione, verrebbe stipulato un nuovo contratto di affitto con Club Med alle stesse condizioni previste per il villaggio di Cefalù. In caso contrario, alla scadenza naturale del contratto (2013), Italia Turismo dovrebbe indire una gara per la scelta del nuovo gestore, con evidente incertezza sui flussi di cassa attesa dopo il 2013”.
Insomma, per quest’estate il Club Med riapre, ma resta incerto il futuro del complesso.
“Io credo che anche per quest’anno la situazione sarà complessa – spiega Gigi Ricciardi di Otranto, delegato di Italia Turismo che ha partecipato all’assemblea – poiché la società Club Med potrebbe decidere di aprire soltanto ad agosto per motivi tecnici di riorganizzazione, così facendo, però, nessuno dei lavoratori riuscirà a raggiungere le 78 giornate che permettono di ottenere il prezioso sussidio di disoccupazione previsto per i lavoratori stagionali. La situazione, a questo punto, diverrebbe molto complessa. Inoltre il futuro è legato a un’eventuale ristrutturazione, secondo me, occorre prestare molta attenzione a tutti questi aspetti”.
La preoccupazione che si evince da tale passaggio è che se Italia Turismo non dovesse decidere di ristrutturare subito il villaggio di Otranto, i lavoratori potrebbero saltare una o più stagioni e perdere due terzi di quella dell’anno in corso. Sarebbe, in questo caso, una vera e propria beffa visto che il comparto turistico in località come Otranto è uno dei pochi a reggere all’urto della crisi, uno dei pochi che garantisce il reddito necessario a numerosi lavoratori. L’attenzione per questa struttura storica, dunque, deve essere alta
“questo è un appello che lancio a nome di tutto il Comprensorio di Alimini – conclude Ricciardi – perché sarebbe grave che un villaggio così importante restasse chiuso o aprisse in forma ridotta”.
Il Club Mediterranée è stato uno dei primi villaggi turistici ad aprire nel Sud dell’Italia, il primo insieme a quello di Vieste in Puglia. Nacque per una felice intuizione dello statista Aldo Moro e fu finanziato dalla Cassa del Mezzogiorno. Non si badò a spese per erigerlo e la progettazione fu affidata all’architetto Gae Aulenti che in quegli anni era già diventato celebre per la sua lampada da tavolo “Pipistrello”, disegnata per lo showroom di Olivetti oggi esposta nei maggiori musei del mondo. Furono ricreati in forma moderna i trulli salentini e il complesso fu raccordato da un grande ponte di legno. Il cuore della struttura era “Le Piramid”, una piramide attraversata dall’acqua. Il Club Mediterranée di Otranto aprì nel 1970 e da allora ha formato generazioni di cuochi, barman, maitre, ristoratori, camerieri che oggi gestiscono le loro strutture in tutto il Salento e nella Puglia. Per la sua costruzione furono impiegate maestranze locali e la proprietà pubblica diede in concessione la struttura a condizione che i lavoratori locali fossero impiegati e fossero retribuiti secondo le tariffe sindacali vigenti nel resto d’Italia. Si narra che gli stipendi “a norma” fossero così abbondanti e “insoliti” per il Salento che tanti emigranti tornarono per lavorare nei villaggi turistici.
Elio Paiano