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A Maglie c’è Poplitic Icons di Fabio Leone


Aprirà al pubblico sabato 9 febbraio, alle 18, presso la Galleria Capece, in piazza Aldo Moro a Maglie, la personale di Fabio Leone dal titolo Poplitic Icons, che vedrà la rivisitazione di dieci famosi personaggi storici in chiave digital-pop. La mostra sarà visitabile anche domenica 10.

Si tratta di personalità di primo piano che vale la pena menzionare una ad una: Winston Churchill, Evita Peron, Mahatma Gandhi, John Fitzgerald Kennedy, Vladimir Ilic Lenin, Ernesto Guevara, Rita Levi Montalcini, Napoleone Bonaparte, Regina Elisabetta II, Martin Luther King.

L’arte digitale, in particolare quella Pop, che prende ispirazione – o quantomeno strizza l’occhio – dai grandi maestri del passato, geni delle discipline visuali come Andy Warhol (come non ricordare le sue Marilyn?), Roy Lichtenstein, James Rosenquist, solo per citarne alcuni, trova una delle sue più alte espressioni (nonché il suo maggiore successo commerciale) proprio nei ritratti di grandi personaggi, rivisitati nei modi più disparati. Che siano colori psichedelici e accesissimi o tonalità neutrali, i ritratti sprigionano quel senso di spaesamento che era tipico del pensiero Pop, e che si ritrova, in tempi recenti, nelle nuove generazioni di artisti che lavorano con il digital-pop.

Come dalle correnti neoplastiche, passando attraverso quelle dadaiste, si arrivava alla Pop Art, così da quest’ultima si sono sviluppati tanti modi di fare arte oggettiva, pur mantenendo degli aspetti peculiari che caratterizzano ogni singolo artista. Così, nell’era della rivoluzione digitale, gli artisti sono arrivati a confrontarsi con le nuove tecnologie e con tutti gli strumenti e le possibilità (potremmo dire infiniti) che queste offrono.

Un’arte indubbiamente immediata, come immediati sono i messaggi convogliati dalla pubblicità, a partire dai cartelloni stradali e dagli spot televisivi, fino alle modernissime tecniche persuasive che si possono trovare in Rete. Un’arte dall’impatto visivo forte e, per certi versi, permanente nelle menti degli utenti. Un’espressività che non poche volte usa l’ironia e sembra mettere in guardia contro l’omologazione e la ripetività dell’individuo moderno e delle sue stesse emanazioni artistiche.

 

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Maglie, area di via de Lorentiis: il parere di Antonio Giannuzzi


A Maglie l’intera area tra via de Lorentiis e via Ferramosca, con particolare riferimento agli edifici ex Iacp in pietra leccese, rappresenta il fulcro di un’annoso progetto di recupero che sembra non trovi il giusto adempimento. La storia e i protagonisti: il consigliere di Città Libera Antonio Giannuzzi il 15 ottobre scorso presentava al sindaco di Maglie Antonio Fitto un comunicato che conteneva una serie di osservazioni alle norme tecniche del Piano Regolatore Generale.

L’intervento di Città Libera focalizzava l’attenzione sulle necessità di preservare le caratteristiche edilizie del centro storico, con un’attenzione particolare all’utilizzo della pietra leccese, ritenendo che questa peculiarità arricchisca e caratterizzi la città. Antonio Giannuzzi sottolinea che Maglie è storicamente riconosciuta come la città della pietra, essendo il centro più grande in Italia edificato in pietra leccese: a suo avviso, le carenze normative del Piano Regolatore Generale, favoriscono interpretazioni diverse, tanto da non vincolare all’applicazione del rivestimento e del ripristino anche delle facciate in pietra leccese.

La vicenda ha attraversato gli ultimi mesi del 2012 giungendo al primo consiglio comunale del 2013, durante il quale tuttavia, non c’è stato tempo per la discussione, che è stata quindi rimandata. La proposta di Giannuzzi di preservare la pietra leccese fu presentata come ordine del giorno già durante il consiglio comunale dello scorso dicembre, ma non fu accettata e Città Libera auspicò, nel caso di mancato finanziamento, la preparazione di un nuovo progetto, che evidenziasse l’importanza dell’intera area, con particolare riferimento all’edificato in pietra leccese.

Antonio Giannuzzi sperava di presentare la mozione nel corso del consiglio comunale di lunedì 28 gennaio ma la discussione è slittata a data da destinarsi. Giannuzzi auspica che l’amministrazione si impegni a preparare, in tempo, un vero progetto di recupero, che potrà essere presentato entro l’anno, sperando che l’aspetto qualitativo dell’area da recuperare, premi, questa volta, il piano di recupero dell’amministrazione di Maglie. La questione rimane sospesa e l’ardua sentenza di via de Lorentiis perdura irrisolta nelle mani dei posteri.

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Fc Otranto-Toma Maglie 2-2


Otranto: Baglivo, Ferramosca E. Ferramosca F. (De Giuseppe), Serra, Longo, Conte, Curso (De Matteis), Garrapa, De Vito (Salentino), Presicce, Pighin All. Salvadore

Maglie: De Iaco, Resta, Neco, Caputo, Indirli, Sicuro, Perneti (Quarta), Maglio (Tommasi), Gennari (Brigante), Di Santantonio, Cortese All. Manco

Arbitro: Conte (Lecce)

Marcatori: 19′ Di Santantonio, 37′ Urso, 48′ Garrapa, 60′ Quarta

Doveva essere la partita della svolta, si sarebbero decisi i destini di Otranto e Maglie, ma il pareggio ottenuto alla fine di 90 minuti palpitanti ha lasciato tutto in una fase di stallo.

La gara inizia con gli ospiti che per 20 minuti imperversano nella metà campo locale: la compagine di Salvadore appare annichilita, di fronte alla sfrontatezza degli uomini di Manco e buon per i biancazzurri locali che l’ottimo Baglivo con autentici “miracoli” limita a una sola segnatura il passivo per la squadra. Punti nell’orgoglio capitan Presicce e compagni si ridestano, prendendo le adeguate contromisure e sciorinano innumerevoli azioni che per mera sfortuna non si concretizzano in gol, ma al 37′ ci pensa Urso a riequilibrare le sorti della gara e con una rasoiata chirurgica traumatizza De Iaco.

Nei restanti minuti finali della gara entra in scena l’arbitro Conte che con due rigori negati dà adito alle vibranti proteste dei sostenitori locali. La ripresa inizia con un’invenzione di Pighin che libera Garrapa dinanzi a De Iaco che per la seconda volta viene trafitto. Lo stesso numero 8 locale imbeccato, 10 minuti dopo, dal redivivo Urso potrebbe chiudere definitivamente le ostilità ma il suo tiro si infrange sulla rete difesa dal numero 1 ospite dando a tutti l’illusione del gol.
Poi la gara vive una fase di quiete in cui la compagine locale controlla agevolmente le sporadiche sfuriate ospiti, ma al 60′ ci pensa Quarta a riequilibrare le sorti della partita raccogliendo un calcio di punizione battuto in modo errato (circa 10 metri dal punto in cui era stato assegnato). E approfittando di un’incomprensione nella retroguardia locale sancisce il 2-2 .
Nei restanti minuti di gara entrambe le squadre si controllano a vicenda, sancendo alla fine delle ostilità un salomonico risultato di parità che lascia tutto immutato. E domenica si va a Massafra.

Rino Gualtieri

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Artigiani in Galleria. Artigianato locale in mostra a Maglie


Artigianato locale, patrimonio da preservare e, allo stesso tempo, divulgare. Per questo il comune di Maglie e la fondazione Francesca Capece hanno organizzato – in collaborazione con il Consorzio degli Artigiani della Provincia di Lecce – la mostra Artigiani in Galleria. Sarà allestita a Maglie presso la galleria Francesca Capece, con inizio alle ore 18 e quanti vorranno visitarla avranno tempo fino al prossimo 20 dicembre secondo il seguente orario:

  • mattina dalle ore 10 alle ore 13;
  • pomeriggio dalle ore 16 alle 20,30.

Il Salento ha mille facce e l’artigianato è una di queste. Pensando all’artigianato salentino vengono in mente i negozietti dei centri storici ricchi di manufatti tipici del luogo. Gli artigiani, in tempi di crisi come quello che stiamo attraversando, si arrabattano per non far morire il proprio mestiere e cercare di tramandarlo alle nuove generazioni, apparentemente distanti dai lavori manuali di un tempo. Dunque, in questa mostra il Salento, i suoi artisti e le sue aziende avranno l’occasione per mettere in mostra il saper fare, quella manualità tipica dei lavori, spesso realizzati con materiale povero, come la pietra leccese, la cartapesta, la terracotta, il ricamo e tante altre arti.

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Internet e il nuovo mondo dei ragazzi


Nelle scorse settimane, stavo informandomi sul movimento studentesco a Maglie, la cittadina in cui abito. Ho parlato con i ragazzi, ho compreso le loro questioni. Ci sono dei momenti in cui mi piacerebbe che non ci fosse tra a me e loro nessun gap generazionale, un po’ per non sentirmi vecchia, un po’ perché in molti di loro ci vedo qualcosa di me che ho solo messo da parte. Ma in ogni gruppo di giovani, in ogni scuola, in ogni classe, c’è sempre qualcuno che fa la cosa sbagliata. Anche a me è capitato molte volte di farla. Sarà capitato a tutti. Così ho beccato un video su Youtube non esattamente edificante. Mi ha disturbata.

Io parlo spesso con i ragazzi per gli articoli che scrivo, mi piace capire come cambiano le abitudini di generazione in generazione, comprendere quali siano i loro bisogni nei confronti della città in cui vivono e del Salento. Li trovo spesso molto più svegli di me alla loro età, più consapevoli, più intelligenti e vivaci. Però ci sono sempre le eccezioni, come accade quando si generalizza. Mi piace pensare che il “cattivo” sia un’eccezione, non la regola. Eppure, quando ho visto quel video non ho saputo non indignarmi, interrompere quel filo di comprensione verso una generazione che da me forse non è lontanissima.

Io non me lo ricordo come si facevano le bravate alla mia età. Mi ricordo che il preside mandava a chiamare i genitori e la cosa finiva lì, magari con una nota che non serviva a niente e via, chiusi in casa per una settimana. Però non c’era Internet, non c’erano gli smartphone che fanno i filmati, forse avevamo un concetto di privacy più spiccato, anche se pure noi ormai ce lo siamo venduto all’asta dei social network. Ma stavolta, quando ho visto quel video – e ne avevo visti altri che non approvavo in passato – ho scritto quest’articolo.

L’imbarazzo corre in rete. È stato diffuso su internet e poi rimosso, su Youtube, un filmato che nei giorni scorsi ritrae alcuni ragazzi di un istituto superiore di Maglie riunirsi in corteo e camminare per le strade della città, ma prima spicca addirittura un piccolo fuoco per strada, forse acceso con un giornale, è impossibile stabilire da chi. Il video dopo un giorno risultava rimosso dallo stesso utente che lo aveva inserito, forse le critiche ricevute da altri utenti lo hanno riportato a più miti consigli.

In questi giorni in Italia gli studenti si oppongono alle privatizzazioni e ai tagli, e anche a Maglie si riuniscono in assemblee per comprendere quale sia la migliore forma di protesta da attuare: nelle scorse settimane si era parlato di sciopero bianco. Che non c’è stato. Non sempre le proteste riescono, è molto difficile coordinare migliaia di studenti magliesi, soprattutto se si è mossi da motivazioni che spaziano e comprendono anche il microsistema piuttosto che il macrosistema. Sicuramente, la percezione della protesta oggi, per gli adulti, assume contorni sfocati e poco ha a che vedere con quelle del ’68, del ’77 e della Pantera negli anni ’80, ma le ragioni appaiono comprensibili: l’avvento del privato nel pubblico potrebbe sancire la fine dell’istruzione per tutti, è questo di cui hanno paura i ragazzi. Tuttavia, l’attenzione in rete è rimasta per qualche ora puntata su questo filmato.

Un gruppo di ragazzi nel video urla frasi e slogan contro i colleghi delle altre scuole, nonché slogan maschilisti e sessisti nei confronti delle ragazze. Un atteggiamento che ha raccolto commenti negativi in rete e ha fatto anche il giro dei social network. Oggi i ragazzi hanno spesso in mano una tecnologia che qualche anno fa era possibile solo sognare. E a volte la utilizzano in maniera errata. È loro la colpa? Come in ogni protesta che si rispetti, la colpa è del sistema, non di come sono i ragazzi, piuttosto di come siamo cambiati noi e della nostra incapacità di spiegare a volte dove sia lo sbaglio, evitando il dileggio o addirittura l’insulto. Naturalmente non si vuole criminalizzare gli studenti, ma solo cercare di comprendere come la tecnologia ci abbia cambiati. Un po’ tutti.

La Gazzella

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Città Libera sulle regole dell’edilizia


Riceviamo e pubblichiamo.

Il 30 novembre è scaduto il termine ultimo per presentare osservazioni che modificano e integrano le Norme Tecniche che regolano l’edilizia a Maglie. Città Libera, già dal 15 ottobre, aveva presentato delle osservazioni tendenti a preservare le peculiarità sia paesaggistiche che edilizie della nostra città.

Io e gli amici di Città Libera siamo contenti che a queste nostre osservazioni ne siano seguite tante altre, che vanno a regolare aspetti diversi e integrano ulteriormente le norme Tecniche e il Regolamento Edilizio. Siamo grati per il notevole apporto da parte delle associazioni ambientaliste, che non ci sarebbe stato, se la mia azione consiliare, insieme ad altri dell’opposizione, non avessero messo in risalto quanto stava accadendo in Consiglio.

L’occasione, dell’esame di queste osservazioni, insieme a quelle di altri gruppi politici, danno l’opportunità di colmare, per quanto possibile, le carenze del Piano. Speriamo che, almeno questa volta, la scarsa sensibilità dell’amministrazione su questi temi, possa lasciare spazio ad una più ragionevole condivisione dei rilievi apportati.

Antonio Giannuzzi

Osservazione alle norme tecniche del P.R.G. modificate Premesso che, a tutti i livelli, l’orientamento è quello di preservare le caratteristiche edilizie dei centri storici, ritenendo che queste peculiarità, arricchiscono e caratterizzano le città; -Visto che Maglie, è storicamente riconosciuta come la città della pietra, essendo il centro più grande in Italia edificato in pietra leccese; -Visto che le carenze normative del nostro PRG, favoriscono interpretazioni diverse, tanto da non obbligare l’applicazione del rivestimento in pietra leccese; -Visto che il PRG non prevede, anche in occasione di ristrutturazione, l’obbligo di ripristino, anche, delle facciate in pietra leccesei; -Visto che, in consiglio, l’articolo votato delle norme tecniche, lascia aperta la possibilità dell’utilizzo di intonaci e pitture, soprattutto se già introdotti a seguito di interventi precedenti. Considerato, inoltre, che con riferimento alle aree adiacenti al Centro Storico, ancora rifinite con pietra leccese, il Consiglio Comunale con delibera n. 32 del 21.07.2003, aveva votato, all’unanimità, l’obbligo di usare la pietra leccese nelle costruzioni realizzate nelle zone B, adiacenti al Centro Storico; -Visto che la disposizione, non essendo recepita dal PRG, viene, tranquillamente, disapplicata, anche se la volontà e l’esatta interpretazione, ne vorrebbe il completo rispetto, considerata l’inesistenza di norme che dicono il contrario. -Visto che lo scopo, che si voleva raggiungere in questa occasione, era proprio di restringere le maglie delle deroghe, soprattutto da parte di grandi costruttori, disinteressati al necessario mantenimento estetico e alla dovuta conformità della zona. Tutto ciò premesso si chiede: con riferimento alle zone A1, la sostituzione dell’integrazione del punto 4.4.delle norme generali, che prevedono, nei casi di interventi di manutenzione e/o ristrutturazione dei prospetti, anche la possibilità dell’uso di intonaco a grana sottile con pitturazione in tutte le tinte tradizionali, con: -…è obbligatorio, inoltre, in tutti i casi di interventi di manutenzione e/o ristrutturazione, eliminare anche eventuali rivestimenti esterni costituiti da piastrelle, marmi, intonaci, ecc. ripristinando il prospetto in pietra leccese; di aggiungere: In caso di completamento o sopraelevazione, è obbligatorio il rivestimento in pietra leccese, anche del piano terra, qualora fosse già stato modificato con rivestimenti diversi. con riferimento alle zone B/1.1 visto il mancato recepimento della delibera consiliare n. 32 del luglio 2003, di eliminare la nuova disposizione inserita dove si dice: ”Nel caso di completamento del fronte strada è obbligatorio l’utilizzo di tipologie costruttive e materiali degli edifici adiacenti” con la norma, a carattere generale, dove si dica che: In tutti gli interventi, sia di sopraelevazione che di ristrutturazione o nuove costruzione è obbligatorio, sul fronte strada, l’utilizzo della pietra leccese.


Osservazione alla variante riferita alle Norme Tecniche del PRG adottato
Visto il disegno di legge quadro, proposto dal ministero delle politiche agricole, in difesa del territorio dalla cementificazione e contro il consumo del suolo, del 14 settembre u.s. che stabilisce che dovrà essere determinata l’estensione massima di superficie agricola edificabile, tenuto conto dell’estensione dei terreni agricoli rispetto alle aree che risultano già edificate, oltre una serie di altre indicazione tra le quali il riferimento paesaggistico e la difesa delle costruzioni rurali;
Viste le indicazione della Protezione Civile con riferimento alla riduzione delle aree impermeabilizzate responsabili degli allagamenti, tenuto conto della particolare esposizione di Maglie ai fenomeni atmosferici;
Visto, anche, i movimenti su tutto il territorio nazionale che propugnano lo stop al consumo del territorio, come atto di responsabilità e di indirizzo nazionale;
Visto che ben 23 comparti approvati dal PRG svilupperebbero circa 545.000 mc di edificato per una superficie di circa 1.000.000 di mq di superficie territoriale;
Visto che il calo della popolazione in rapporto all’eccesso del costruito e del possibile altro autorizzabile, non necessita, comunque, di nuove costruzioni, soprattutto in aree agricole;
viste le norme tecniche modificate, riguardo alle zone agricole produttive e quanto prescrive il PRG al punto 15 delle Norme Tecniche, va rilevato che già il CUR aveva eliminato: “E’ ammesso il rilascio di concessioni onerose per la residenza “ e, di fronte alla controdeduzione del Comune tendente a giustificare i permessi di costruire, per una sorte di recupero di situazioni compromesse, la Regione ribadisce: “nelle zone agricole non possono essere consentite residenze, come prospettato dal Comune in maniera generalizzata, ma solo le nuove costruzioni destinate a residenza comunque riferite all’intera azienda agricola, giusto art. 51 della L.R. n. 56/80” nei limiti del punto 15.2.
A fronte di quanto sopra,
SI OSSERVA
Che il tentativo di inserire delle norme contrarie, in modo eclatante, agli indirizzi nazionali, alle disposizioni regionali, al buon senso, potrebbe essere inteso come una violenza al territorio ed ai cittadini, a favore di esigenze di minoranze; pertanto, nell’interesse generale, si chiede:

1) La cancellazione della norma introdotta al punto 15, ultimo capoverso che recita: “E’ ammesso altresì il rilascio di Permessi di Costruire onerosi per la residenza, anche nel caso in cui le opere da realizzare non siano asservite alla conduzione del fondo e alle esigenze dell’imprenditore agricolo …” ;
2) L’eliminazione dell’intero nuovo punto 15.3 proposto;
3) L’inserimento, nelle norme generali, dell’obbligo del censimento e della tutela, di tutti i manufatti agricoli quali: trulli, furneddhi e paiari .

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Maglie: lo Sportello dei Diritti su uno strano caso di presunte molestie


La cronaca giudiziaria fornisce spesso notizie interessanti e alcune anche insolite. Come quella di un ragazzo magliese condannato a un risarcimento di 50 euro per aver inviato un SMS di troppo alla ex. Ora, questa storia, che risale al 2011 torna alla ribalta grazie anche allo Sportello dei Diritti, guidato da Giovanni D’Agata. Ecco il comunicato ricevuto:

Ferisce più la penna che la spada: un proverbio ritornato di moda con l’avvento delle nuove tecnologie che hanno visto sostituire la classica biro e il taccuino con gli sms, i messaggi di posta elettronica ed i social network. È chiaro che un’offesa può costare cara, anche 50 euro, secondo le motivazioni addotte dal Tribunale di Lecce che nel febbraio 2011 aveva condannato ad una multa per molestie un giovane magliese di 26 anni reo di aver inviato alla propria ex che lo aveva da poco lasciato nell’aprile del 2008, un sms ritenuto offensivo dal giudice di merito per “petulanza” e “biasimevole motivo costituito dalla gelosia e dalla volontà di infliggere alla ex fidanzata una punizione per avere interrotto la relazione sentimentale con lui”. Il giovane ha quindi proposto ricorso in Cassazione argomentando che si trattava non di un messaggio offensivo, bensì di un semplice scherzo tra amici. La prima sezione penale della Suprema Corte ha accolto il ricorso rinviando la causa ad altro giudice dello stesso Tribunale per un nuove esame del caso. Gli ermellini hanno, infatti, rilevato che “il reato di molestia o disturbo alle persone non ha natura di reato necessariamente abituale, sicchè può essere realizzato anche con una sola azione ovvero con una sola telefonata effettuata dopo la mezzanotte, ma di questo occorre dare una esaustiva motivazione, nel caso in esame del tutto omessa, anche con riferimento alle finalità di petulanza o di altro biasimevole motivo”. Una vicenda che per Giovanni D’Agata, fondatore dello Sportello dei Diritti può far sorridere ma deve far riflettere sull’abuso dell’utilizzo delle moderne tecnologie che in non rari casi possono essere addirittura foriere di conseguenze di natura penale.

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Maglie: due pericolosi cordoli segnalati allo Sportello dei Diritti


Maglie, il pericolo anche sulle strade urbane è dietro l’angolo. Questa la segnalazione ricevuta da Giovanni D’Agata, responsabile dello Sportello dei Diritti di Lecce:

Basta vedere le fotografie che ci hanno inoltrato alcuni cittadini per farsi venire più di un interrogativo sulle motivazioni che hanno spinto l’amministrazione comunale di Maglie in provincia di Lecce a realizzare un’opera di tal tipo. Si tratta di due cordoli a mo’ di marciapiedi posti sorprendentemente e per ragioni sconosciute sull’asse longitudinale della carreggiata di via Ginnasio nella fascia riservata al parcheggio delle autovetture ma che costituiscono evidenti pericoli per la sicurezza stradale. Giovanni D’Agata, fondatore dello Sportello dei Diritti, dopo aver ricevuto la segnalazione chiede numi sull’opera all’amministrazione comunale di Maglie e invita gli utenti della strada a prestare la massima attenzione nel tratto di strada indicato.

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Le scuole di Maglie verso una proposta-cambiamento


Maglie: obiettivo riorganizzazione scolastica. La giunta comunale ha deliberato per una richiesta di cambiamento, dato che la legge prevede che gli istituti scolastici pubblici abbiano un minimo di 600 alunni secondo lo standard regionale, il primo circolo Principe di Piemonte ne possiede 599, il comprensivo Giulio De Giuseppe 412, mentre la scuola media Salvatore Panareo 584, dislocati nei plessi di via Manzoni e piazza Bachelet.

In pratica, quello che la giunta comunale propone è che il primo circolo venga accorpato al plesso di piazza Bachelet, mentre il secondo, attualmente un comprensivo che comprende anche le scuole di Melpignano, venga accorpato con il plesso di via Manzoni, il tutto anche in un’ottica meramente logistica e “geografica”. Nella delibera si legge infatti:

«Si propone agli enti competenti la formazione di due istituti comprensivi nel territorio di Maglie: istituto comprensivo di Via Diaz, nella sua attuale articolazione, comprensiva del plesso di scuola primaria di via Diaz e dei plessi di scuola dell’infanzia di via Cubaju e di corso Cavour, con l’aggiunta della sede di scuola secondaria di primo grado presente in città in via Manzoni, l’istituto sommerebbe complessivamente 794 studenti; istituto comprensivo, comprendente l’attuale direzione didattica primo circolo “Principe di Piemonte” sita in via Matteotti, nella sua articolazione attuale includente i plessi di scuola primaria di via Lanoce e via Matteotti e i plessi di scuola dell’infanzia di via Sticchi, via Toma e via Marconi, con l’aggiunta della sede di scuola secondaria di primo grado presente in città in Piazza Bachelet, l’istituto sommerebbe complessivamente 801 studenti.»

In altre parole, le scuole magliesi assumeranno un assetto nettamente differente da quello storico, ma è già così da molti anni, da quando il secondo circolo è stato accorpato con Melpignano, che potrebbe restare accorpato, qualora non trovasse una soluzione differente.

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Sos Sanità apre anche a Maglie


Sos Sanità arriva anche a Maglie. Si tratta di un progetto più vasto, che prende il nome di “Informare e pervenire” di “Sos per la vita“, l’associazione di volontariato nata nel 1998 che ebbe una grande notorietà al tempo della “Cura di Bella“, che prendeva il nome del professore Luigi Di Bella, dell’università di Modena, il quale aveva messo a punto una terapia alternativa per la cura di tumori con la somministrazione di somatostatina e altre sostanze che miglioravano lo stato di salute dei malati, ponendosi come una vera e propria antichemioterapia.

Sos per la vita” ha stipulato con la Asl di Lecce una convenzione per cui l’associazione può formare degli operatori volontari, in grado di accedere al sistema di prenotazioni sanitarie e quindi mettere al servizio dei cittadini gli sportelli sanitari per dare risposte e informazioni: si va dalle prenotazioni urgenti allo screening mammario o del papilloma virus, dalle informazioni su dove viene trattata una determinata patologia, agli orari di attività degli ambulatori, dall’esenzione ticket per reddito o per patologia alle pratiche per ottenere l’assistenza domiciliare integrata da parte dei comuni, dagli ausili ortopedici come le protesi e le carrozzelle al diritto all’invalidità e così via.

In provincia di Lecce sono stati già aperti 24 sportelli in altrettanti comuni. Il personale segue il corso di formazione e garantisce a turno l’apertura dello sportello messo a disposizione gratuita dal comune, che provede anche alla fornitura degli arredi e delle strutture di comunicazione.

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Vittime mai più


L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ha ricordato a Maglie i caduti degli incidenti stradali la scorsa domenica. Il Giorno del Ricordo prevedeva un minuto di silenzio in memoria delle vittime di incidenti stradali e l’esposizione delle foto di vittime di incidenti avvenuti in provincia di Lecce davanti alle quali è stato deposto un mazzo di fiori. In piazza Aldo Moro sono stati ben visibili, come ogni anno, alcuni veicoli accartocciati a seguito di impatti violenti, nella convinzione che un’immagine così forte aiuti una maggiore presa di coscienza sui rischi connessi a una guida poco responsabile.

L’iniziativa, dal titolo “Ricordare per cambiare”, ha visto quest’anno il coinvolgimento delle associazioni locali “Vibrazioni per Tommaso Baglivo” e “Gigi e Stefy angeli tra cielo e terra”, nate per tradurre in impegno sociale la memoria di giovani vittime della strada.

La manifestazione rientra in una più vasta campagna di sensibilizzazione promossa dall’Aifvs. Eva Ruggeri, consigliere nazionale e referente locale dell’associazione, dichiara: “Con questa manifestazione cerchiamo di diffondere gli impressionanti dati numerici relativi agli incidenti gravi, ma anche di far capire il dolore e la devastazione che inevitabilmente consegue a ognuno di essi. Con la Giornata del Ricordo, giunta a Maglie alla sua sesta edizione, vogliamo sollecitare una nuova sensibilità e diffondere una nuova cultura della strada. I volti sorridenti dei nostri cari scomparsi, raccolti su un manifesto, devono essere un monito forte: per i cittadini a una condotta di guida prudente e per gli amministratori a mettere in campo tutti i comportamenti idonei a contrastare la strage stradale. È anche un’occasione per la comunità di stringersi intorno ai familiari delle vittime, lasciati soli dalle istituzioni. Vogliamo ricordare che un incidente non finisce con un titolo su un giornale, ma lascia dietro di sé situazioni familiari irreversibilmente compromesse. Un’intera rete di affetti che quotidianamente diamo per scontata si sgretola in un attimo e per sempre. Per questo stiamo cercando di istituire un servizio di supporto psicologico ai familiari delle vittime, che li affianchi nell’immediatezza della tragedia e nella dolorosa fase di elaborazione del lutto”.

Ogni giorno, solo in Italia, 11 persone muoiono a causa di incidenti stradali. Un morto ogni due ore, e sono per la maggior parte giovani e giovanissimi. Ogni giorno 813 feriti, di cui più di 24 riportano invalidità gravi e permanenti. Anche i danni socioeconomici e sanitari sono enormi.

La Giornata del Ricordo, che ricorre in tutto il mondo ogni terza domenica di novembre, ha anche l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica al problema.

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“Cinque di cuori” alla terra del sole, del mare e del vento


“Cinque di cuori” di Pierluigi Mele al Salento, passando da Maglie. Il Liceo Capece, il 30 Agosto, alle ore 21, ospita il tour dell’artista salentino affiancato dal corpo di ballo di Daniela Santese, Roberta Refolo, Elisa Cezza e Martina Costa, coreografato da Silvia De Maggio. Lo spettacolo dipinge sulla tela del ricordo individuale la terra della memoria condivisa. Pierluigi Mele e gli altri artisti che lo accompagnano rappresentano una visione panoramica del territorio salentino che rivela un affresco straordinario di colori umani e naturali. L’artista salentino insieme a una brigata di teatranti si ritrova a Berlino e racconta il Salento, reinterpretando il classico Decamerone e sostituendo alla novella, il teatro e la danza. La terra del sole del mare e del vento si lascia attraversare da un’esperienza multisensoriale, che percorre i quattro punti cardinali rappresentati dalle città-simbolo della nostra terra: Otranto, Castro, Santa Cesarea e Santa Maria di Leuca. Un viaggio tra le suggestioni profonde del cuore, e le visioni di una realtà che sconfina nel sogno. E allora il mito di Otranto rivive nella bella Idrusa che, come scrive Maria Corti nell’L’ora di tutti :“Aveva gli occhi belli che aiutavano a guardarla”, proprio come la città che invita all’ammirazione estasiata. Passando silenziosi attraverso la luce di Castro che dai primi raggi del sole, ai fiochi bagliori delle lampare, illumina i volti ansiosi delle donne che aspettano i loro uomini sulla riva del mare. Per giungere sino alla malinconica Santa Cesarea che, nella fine straziante della giovane vergine Cisaria, ricorda storie di amori paghi o infelici fecondati sulla costa orientale della penisola. La peregrinazione della mente si infrange come le onde del mare sulla propaggine più meridionale del Salento: Santa Maria di Leuca. Territorio di confine le cui esplicite contraddizioni rappresentano al contempo la fine di un percorso e l’inizio di un nuovo viaggio. Una città-scrigno portatrice di segni differenti ma ugualmente forieri di speranze certe, come il messaggio fiducioso del Decameron. Altri tempi, stessi suoni dell’anima.

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