Aperta un’inchiesta sui crolli della falesia di Porto Miggiano di Santa Cesarea Terme e proposta un’interrogazione parlamentare da parte di Elisabetta Zaparutti. In seguito ai numerosi esposti in Procura il pubblico ministero Antonio Negro ha aperto nei giorni scorsi un fascicolo sulle cementificazioni e i crolli nell’area di Porto Miggiano.
Ipotizzato il reato di danneggiamento aggravato dei beni ambientali a carico di ignoti, le indagini sono condotte dalla sezione di polizia giudiziaria del corpo forestale di Lecce e serviranno a chiarire la conformità dei lavori di consolidamento del costone, finanziati con fondi Cipe-Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, per un importo da 3 milioni di euro. L’intervento di consolidamento scatenò, lo scorso anno, una bagarre mediatica e politica a causa della modalità ritenute dai manifestanti invasive.
Il sostituto procuratore, dopo aver acquisito le immagini dei lavori e la documentazione inerente le autorizzazioni al consolidamento, ha conferito l’incarico a un super consulente, che si occuperà di stabilire se la cementificazione, avvenuta tramite la creazione di due noti locali posti sulla falesia, abbia o meno determinato lo sfaldamento della scogliera.
La zona in questione è stata classificata ad elevato rischio nel Piano di Assetto Idrogelogico-PAI reigonale, dunque è possibile attribuire all’erosione la situazione attuale della costiera, ma sarebbe plausibile anche che i crolli della zona siano stati accelerati dal consolidamento e dalla cementificazione? Queste sono alcune delle domande poste da tempo dal comitato di Tutela per Porto Miggiano.
Sulla delicata vicenda si è espressa anche Elisabetta Zamparutti, deputata parte della Commissione Ambiente, che ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali, per preservare dalle speculazioni edilizie il territorio di Santa Cesarea. Zamparutti ha posto l’attenzione anche sull’ipotesi della realizzazione di un porto turistico da 700 imbarcazioni con scalo per navi da crociera e il rischio di realizzazione di 536 unità abitative sul comparto 13 e di un villaggio turistico per 3.000 residenti sul comparto 25-Villaggio Paradiso, chiedendo se sia compatibile dal punto di vista idro-geologico e della sicurezza pubblica la presenza di due grandi strutture turistiche a pochi metri dal ciglio della falesia di Porto Miggiano che risulta classificato nel Pai quale area a pericolosità geomorfologica molto elevata e se sia compatibile con i vincoli paesaggistici e culturali la costruzione di strutture turistiche a pochi passi da una torre d’avvistamento del XVI secolo.
Polemica per l’assegnazione delle Vele di Legambiente.
Quest’anno saranno 38 comuni pugliesi a cui Legambiente concederà le vele, new entry Fasano e Santa Cesarea Terme.
La Guida blu di Legambiente assegnerà il 14 giugno, a seconda di severi criteri di valutazione da 1 a 5 vele. Sul giudizio incidono la tutela dell’ambiente e la qualità dei servizi recettivi.
Tra le new entry, Santa Cesarea si è distinta per il trattamento dei liquami, che scaricano le acque trattate in battigia e attraverso una condotta sottomarina, fatto dovuto alla particolare geomorfologia del territorio salentino.
Daniele Cretì, sindaco del comune in causa, gongola su Facebook: “Ho il piacere di comunicare a tutti gli amici che Santa Cesarea Terme è stata inserita tra le 38 città cui Legambiente assegnerà le prestigiose Vele. Un importante riconoscimento ottenuto grazie anche al lavoro svolto da operatori turistici, operatori commerciali, associazioni, istituzioni e singoli cittadini. Ne sono convinto. Ognuno di noi, nessuno escluso, si deve sentire parte attiva di questo processo-progetto iniziato qualche anno fa e che non deve assolutamente arrestarsi. Anche il piccolo gesto del singolo cittadino, che ai più potrebbe sembrare insignificante, può risultare importante se finalizzato alla tutela dell’ ambiente ed alla crescita culturale ed economica del territorio!
Ne sono convinto. Ognuno di noi, nessuno escluso, si deve sentire parte attiva di questo processo-progetto iniziato qualche anno fa e che non deve assolutamente arrestarsi. Anche il piccolo gesto del singolo cittadino, che ai più potrebbe sembrare insignificante, può risultare importante se finalizzato alla tutela dell’ ambiente ed alla crescita culturale ed economica del territorio”.
Invece gli ambientalisti ed in particolare i membri del Comitato di tutela per Porto Miggiano insorgono contro la decisione di Legambiente: “Non si dovrebbero dare bandiere blu di merito ai comuni che hanno in progetto di cementificare la costa senza pudore”.
Gioacchino Bergamo, uno dei membri Facebook si esprime sarcasticamente nel commento: “Sono ormai molti anni che il Salento può vantarsi di avere tra le sue bellezze Porto Cesareo, il comune con la più alta percentuale di costruzioni abusive (alcune sull’acqua) d’Italia. Santa Cesarea sta cercando di batterlo. Le andrebbe assegnato il premio Attila”.
Interviene anche Oreste Caroppo, noto attivista per i diritti ambientali che dice: “Si elogia qui addirittura chi scarica i reflui depurati a mare con condotte sommerse?! E chi va in alto mare a controllare la qualità delle acque sversate, se son state davvero bene depurate?”.
Nuotata annullata, ma la protesta continua. Nonostante non si sia tenuta “Massive Attak”, ideata da Salvatore Masciullo, sostenuto dal Comitato di Tutela per Porto Miggiano, la protesta dei difensori dell’integrità dei luoghi del Salento continuerà sia a Porto Miggaino che a Montesano, contro i lavori per la strada 275.
La manifestazione di Porto Miggiano era prevista anche contro le esasperanti lottizzazioni, previste sin dal piano regolatore generale del 1994, che hanno consentito gli insediamenti turistici sul costone e che potrebbero consentirne altri, su terreni messi all’asta dal Comune due anni fa e acquistati per 400mila euro da Piero Montinari, ex presidente di Confindustria Puglia.
Intanto dall’8 marzo l’area è interdetta al transito e alla balneazione a causa di massi presenti sul fondale.
Alcuni dei 40 supporter intervenuti sul luogo hanno sottolineato la recentissima apparizione dei cartelli di divieto. Presenti alcuni abitanti autoctoni, qualcuno dei quali infastidito dalla regolarità con cui gli ambientalisti stanno presenziando.
La sorpresa amara non è stata solo quella del mancato evento balneare, ma anche constatare che i residui di lavorazione sversati in mare mesi addietro non si siano ancora sedimentati, le acque sono ancora torbide, come si evince dalle foto postate dai presenti a Porto Miggiano.
Drake Salvatore Masciullo sta cercando il modo di attuare la sua civile e pacifica protesta e sul suo profilo Facebook scrive di tutta la sua indignazione: “Oggi è una giornata di memoria. Tale è e deve essere il 25 aprile. Vedere Porto Miggiano e provare ripugnanza nell’immergersi in questa melma, fa provare a me un sentimento di dispiacere. Pensavo che quella melma sparisse nel giro di qualche giorno invece è lì! Ne prendo atto e spero in madre natura”.
Presente anche Oreste Caroppo del Forum Ambiente: “Ero lì questo pomeriggio anch’io e ho fatto le medesime considerazioni. Quella melma è attestazione del modo raffazzonato in cui si stanno facendo i lavori. ma non è un problema ambientale, gli organismi bentonici non ci metteranno molto a ricolonizzare tutto e ridare al fondale il solito aspetto, come le piante rupicole presto torneranno sulla falesia. Ciò che è mostruosità sono i blocchi di cemento squadrato apposti in mare e le cementificazioni a ridosso della naturale falesia”.
Salvatore Masciullo ha creato un album fotografico, in cui documentare gli avvenimenti di Porto Miggiano. In Document – Azione, su Santa Cesarea, Porto Miggiano e i comparti in lottizzazione: “Mi hanno detto che ogni mattina tagliano alberi. Se passerò in bicicletta e sentirò le motoseghe scatenerò la guerra.
Santa Cesarea è sotto attacco. La baia della spiaggia, che prima era una perla oggi 25 aprile 2012 l’ho vista distrutta. La pineta, che si affaccia sul costone di roccia che prosegue verso Otranto, l’ho vista bruciata e ogni giorno alcuni cittadini vanno a tagliare alberi. Non so se abbiano o meno l’autorizzazione. Mi chiedo come sia possibile tutto questo? Se devo fare un lavoro a casa mia devo chiedere la Dia e devo avere tutte le condizioni necessarie per operare nel rispetto della legge, montando un cassone per gli inerti. Qui gli inerti li buttano in mare. La cosa che mi preme di più e che mi scoraggia è questa: le istituzioni, Legambiente, i magistrati dove sono? La parte sana del Paese dov’è. Non cito invece i politici già politicanti. Per favore, indagate”.
Rinviata la nuotata, i dissidenti si sono spostati verso Montesano a dare manforte contro il progetto di raddoppio della statale 275, nel tratto che corre da quel comune fino a Leuca. L’evento è stato organizzato dal Comitato Sos 275, che reclama l’inutilità di un’opera, come il raddoppio di una statale poco trafficata per cui non ci sarebbe bisogno del raddoppio delle corsie.
Nuotare contro la corrente dell’abuso ambientale, manifestare senza il consenso pubblico in tutta libertà. Questo è l’obiettivo di Drake Salvatore Masciullo, membro del Comitato di tutela per Porto Miggiano, che il giorno della liberazione d’Italia dal nazi-fascismo, mercoledì 25 aprile, nuoterà nelle acque di Santa Cesarea.
L’appuntamento per l’evento è alle 10, ideato dallo stesso Salvatore Masciullo, membro del gruppo facebook del Comitato, il quale propone la sua nuotata di denuncia per la salvaguardia del luogo, l’evocativo nome dell’iniziativa è “Massive attack”.
Drake si propone l’impresa per porre l’accento su Porto Miggiano e per chiedere chiarezza sulla questione della destinazione pubblica della “Cala dei cento scalini”.
Il comune intanto ha assicurato l’accesso pubblico della spiaggetta, ma non ha ancora assicurato con un atto pubblico la vicenda.
Alla nuotata saranno presenti organi di stampa e i sostenitori del Comitato e di Drake.
Intanto la nuotata è l’ennesimo atto di una lecita e pacifica protesta nel legittimo tentativo di difesa di uno dei luoghi più caratteristici e belli del Salento e giunge dopo le vicende legate alle denunce firmate dal sindaco Daniele Cretì contro tre membri del Comitato e le immagini, clamorose, delle acque cristalline dell’insenatura trasformate in fanghiglia.
Il Comitato, infatti, non mette in dubbio la necessità della messa in sicurezza della zona per mantenere la balneabilità dell’area, un intervento necessario di consolidamento del costone resosi necessario, ma mette in dubbio le modalità dello stesso, troppo invasive e radicali, dannose ed irreversibili.
La nuotata si scaglia contro l'”Invincible Armada” – come definita sul social network da Masciullo – di tutti quelli che stanno contribuendo a devastare il più bel pezzo del Salento, “noi rispondiamo con i nostri piccoli mezzi, con l’intellighenzia, con la determinazione di chi è nato libero e vorrà morire libero. Possono querelare, denunciare, vietare d’entrare nel luogo di lavoro con quelle stupide transenne, ma non potranno vietare alla popolazione salentina di arrivare via mare nella spiaggetta di Porto Miggiano. Nuotatori, preparatevi con le vostre mute, con i vostri canotti, con le vostre barche. il 25/4/2012 attaccheremo dal porto. Scaldate il vostro cuore, mettete in funzione i vostri deltoidi ed i vostri quadricipiti”- hanno scritto i partecipanti all’evento Facebook.
Drake propone anche ai salentini di spostarsi, dopo la simbolica nuotata di spostarsi a Montesano per raggiungere i manifestanti contrio lo scempio della strada 275, un gesto doppiamente eclatante, il suo unico timore “l’acqua ancora gelida, anche se ormai sono abituato a immergermi nelle acque fredde delle terme bormiensi. Certo, dopo una bella e tosta sauna finlandese. Ecco, la sauna dovrà essere il pubblico, dovete voi a farmi salire la temperatura”.
Il sindaco di Santa Cesarea Terme, Daniele Cretì, ha querelato 3 uomini del Comitato di Tutela per Porto Miggiano per fatti risalenti al 22 febbraio scorso. Proteste da Facebook e dichiarazioni di alcuni dei protagonisti.
Si conosce l’identità per 2 di loro, G.L., residente a Poggiardo e titolare di un’impresa edile, e S. M., medico residente a Parma ma salentino d’origine. Il terzo uomo denunciato non si è ancora rivelato.
Questi i due uomini convocati in procura, hanno dichiarato anche su Facebook di essere i protagonisti della vicenda, che sta assumendo i tratti di una vivace protesta, seppur pacifica.
Prontamente alcuni componenti del Comitato, avvocati per professione, hanno messo a disposizione dei denunciati, le proprie competenze pro bono e sono l’avvocato Caterina Rizzelli di Lecce e Vincenzo Scarpello di Maglie.
L’avvocato Rizzelli: “È impensabile che un sindaco denunci tre cittadini che per il forte senso civico vogliono tutelare il territorio. In questo senso la denuncia sembra un atto di debolezza e non di forza. Noi del comitato chiediamo a Cretì un atto formale, una delibera ufficiale che sancisca l’impegno di mantenere pubblico Porto Miggiano e di una pronta risposta alle istanze nostre e dell’opposizione. Trovo vergognosa la vicenda e soprattutto che si sia permesso di costruire su un posto a rischio frana. La magistratura dovrebbe sequestrare tutta la zona”.
Infatti la domanda degli ambientalisti e come si sia potuto costruire su un’area a elevata pericolosa geologica, come definita dal Piano Assetto Idrogeologico vigente.
Il Comitato di Tutela per Porto Miggiano auspica un intervento della Procura, per verificare la liceità dello scarico dei detriti di lavorazione della roccia in mare e accertare che non vi sia alcun legame di parentela tra i proprietari delle strutture adiacenti il sito, i tecnici e il sindaco della cittadina.
Nel frattempo i componenti del Comitato per sostenere i querelati, postano sulla bacheca la richiesta di essere denunciati anch’essi dal sindaco.
Uno dei due querelati, G.L. ha dichiarato: “Il sindaco ha sporto una querela nei confronti miei e di altri amici del Comitato. Questo forse per aver commentato le sue posizioni. Verso i primi di dicembre ho postato sul sito del Comitato un commento rivolto a un altro membro del Comitato, dicendo: Di fronte a questo muro di gomma, che è il rappresentante del Comune di Santa Cesarea Terme, non si può far altro da rilevare che al mondo esistono tutta una miriade di Comitati. Chi come noi fa il Comitato per la salvaguardia di un bene comune che come tale va tutelato, chi come lui fa parte del Comitato d’ affari che da molto tempo si è costituito per la distruzione del bene comune e la edificazione del bene individuale sotto mille forme nascosto (ma poi smascherato) non perdiamoci d’ animo ad ogni Cretì… che passa, verrà qualcuno che meglio sarà. In seguito il 22 marzo sono stato chiamato dai Carabinieri di Poggiardo e mi hanno comunicato della denuncia querela fatta dal sindaco di Santa Cesarea Terme”.
Ieri è intervenuto sulla pagina del Comitato l’altro querelato noto, S.M.: “Io sono già stato denunciato. Quindi mi pare che sia superfluo aggiungere dell’altro! Vorrei solo precisare però che non va persa l’occasione di spostare la lotta sul piano della proposta politica”.
Il destino di Porto Miggiano, scontro tra Pd (minoranza) e Pdl (maggioranza) di Santa Cesarea.
A seguito dell’accusa di ambiguità Daniele Cretì, sindaco della cittadina marittima, ha risposto ai gruppi di minoranza. Questi lo hanno accusato d’aver assunto una posizione ambigua in merito ai lavori di Porto Miggiano presso il comparto 19.
Cretì, secondo la minoranza, avrebbe prima rassicurato tutti i cittadini sul fatto i lavori fossero finalizzati esclusivamente alla messa in sicurezza del costone e quindi a rendere sicura la balneazione e poi, respingendo una proposta dei consiglieri di minoranza all’ultimo consiglio, di considerare possibile l’alienazione e l’affidamento in gestione delle aree del comparto 19.
Il Partito Democratico di Santa Cesarea Terme aveva diffuso una nota: ”Siamo esterrefatti. Il sindaco di Santa Cesarea Terme continua a fare solo dichiarazioni a mezzo stampa sulla volontà di mantenere pubblica la spiaggetta di Porto-Miggiano, le aree destinate a parcheggi e la strada di accesso a essa. Grida al complotto, alle dichiarazioni fatte solo per generare confusione e che, a suo avviso, non rappresentano il modo migliore per fare informazione istituzionale.
Lei signor Sindaco si arrampica sugli specchi e sostiene motivazioni faziose. Era suo compito, signor sindaco, convocare il consiglio comunale e non attendere la richiesta di convocazione dei gruppi di minoranza. Ciononostante, vi era la possibilità di poter deliberare all’unanimità, in consiglio comunale l’indirizzo per attivarsi a far rimanere pubblica la spiaggetta una volta terminati i lavori di consolidamento.
Invece Lei e suoi consiglieri avete votato contro. Né ci risulta che ha fatto altre proposte che andassero in tale direzione. Questi sono i fatti il resto sono solo parole. Chiediamo al sindaco e ai consiglieri di approvare al più presto un atto deliberativo che va in tale direzione, oppure il Piano Coste (quasi tutti i comuni interessati lo hanno già presentato) e inserire la spiaggetta di Porto Miggiano, ponendo fine alle schermaglie dialettiche, alle parole vuote”.
Cretì interviene pubblicamente per smentire ogni accusa: “Spiace quando l’informazione viene distorta volutamente da rappresentanti istituzionali con l’obiettivo di confondere i cittadini. Ribadisco che i lavori di consolidamento e messa in sicurezza di Porto Miggiano sono finalizzati esclusivamente a rendere sicura un’area destinata alla pubblica e libera balneazione, che tale rimarrà alla conclusione dei lavori”.
Interviene anche il “Comitato Tutela Porto Miggiano”, il quale chiamato in causa tramite un post Facebook ha detto: “Riteniamo sia inutile fare polemica politica ma parlare soprattutto di fatti. Ci sembra incredibile come possa soltanto essere messa in discussione la destinazione pubblica e libera dell’insenatura di Porto Miggiano, soprattutto dopo il consolidamento del costone roccioso costato la bellezza di 3 milioni di euro di denaro dei contribuenti. Una delle spiagge più belle d’Italia, un patrimonio della collettività dovrebbe vedere certificata nero su bianco la sua destinazione pubblica, soprattutto dopo aver perso tutto il panorama sovrastante per le assurde costruzioni edificate negli ultimi anni.
Il Comitato ha sempre preso le distanze da chi abbia provato a strumentalizzare la battaglia e continua su questa linea. Vogliamo che la spiaggetta resti pubblica, per sempre e che si faccia una delibera in tal senso. I gruppi di opposizione a Santa Cesarea chiedono la stessa cosa. Nessuna pubblicità, ma appoggio a un’iniziativa che condividiamo e che riteniamo giusta”.
Un appuntamento per discutere gli scempi ambientali e la cementificazione nel Salento.
Il Salento è il luogo che per le bellezze naturalistiche, l’incantevole conformazione dei paesaggi e la vocazione all’accoglienza, sta attirando sempre un maggior afflusso di turismo soprattutto d’”italiani del nord”, che decidono di trasferirsi per trascorrervi gli anni della pensione.
Per difendere questo enorme patrimonio naturale il Comitato di Tutela per Porto Miggiano e l’associazione leveranese Mujmunè-a Sud di nessun Nord, organizzano un incontro presso la propria sede, venerdì 16 marzo a partire dalle 19,30, a Leverano.
Le bellezze del Salento sono sempre più minacciate e per bloccare coloro che minano il patrimonio si discuterà per trovare possibili soluzioni, a partire con ciò che ha scatenato l’indignazione di coloro che poi hanno formato il Comitato di Tutela: lo scempio di Porto Miggiano tramite un percorso parole e immagini.
Proseguiranno illustrando la campagna “salviamo il paesaggio, difendiamo i territori”, proponendo un censimento in ogni comune italiano per mettere in luce la presenza di ed edifici siano costruiti ma inutilizzati.
L’incontro è racchiuso nell’ottica della ricerca di un nuovo metodo di pianificazione, che scongiuri il consumo di suolo e piani urbanistici slegati dai reali bisogni delle comunità, risultando un’inutile spreco di denaro e territorio.
Continua su più fronti la controffensiva ambientalista per Porto Miggiano.
Oggi è stata presentata un’interrogazione al presidente Vendola e all’assessore all’urbanistica Angela Barbanente riguardante il porto di Miggiano, dal consigliere del Pd e vicepresidente del consiglio regionale Antonio Maniglio, che si pone sulla scia dell’interrogazione parlamentare dell’onorevole Pd Ermete Realacci, presidente nazionale di Legambiente.
La settimana scorsa Ermete Realacci ha presentato un’interrogazione ai ministri per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi e dell’Ambiente Corrado Clini e per gli Affari regionali, il turismo e lo sport Piero Gnudi per chiarire quali siano gli interventi che intendano adottare.
Realacci ha riportato nell’intervento alla Camera come “si sta consumando un caso emblematico della situazione di sfruttamento selvaggio di territorio, deturpamento, incuria e abuso edilizio risulta essere il tentativo di costruzione, progetto peraltro incurante dei problemi di stabilità geologica della costa dell’area individuata, di un complesso turistico – residenziale, esteso su 15 ettari lungo la provinciale per Vignacastrisi, con la realizzazione di 536 unità abitative in 66 sezioni, ristoranti, negozi, piscine, strutture sportive, per un investimento complessivo di 40 milioni di euro. Una vasta opera di cementificazione di un lembo ancora incontaminato della costa adriatica nella zona a ridosso del parco regionale naturale Otranto-Santa Maria di Leuca. Conseguentemente, un’immensa colata di cemento, se non fermata, ricoprirà l’area denominata comparto 13 del comune di Santa Cesarea Terme classificata di notevole interesse pubblico e sottoposta a tutela (articolo 36 del decreto legislativo numero 42 del 2004)”.
Realacci ha sottolineato l’inquadramento del caso in un contesto regionale segnato da un ampio ricorso all’abusivismo e ai reati ambientali, collocando la Puglia al quarto posto nella classifica nazionale per reati accertati (nel 2010) con il 12,7 per cento del totale nazionale.
Oggi l’interrogazione di Maniglio in Regione. “E’ indispensabile – riferisce Maniglio – che anche la Regione Puglia esprima il suo parere e assuma le determinazioni conseguenti, visto che a tutela dei beni paesaggistici e naturali c’è una larga mobilitazione civica che si esprime anche sulla rete, dove è attiva la pagina del Comitato di Tutela per Porto Miggiano, che la Puglia e la provincia di Lecce, sono ai primi posti per il numero di abusi edilizi che hanno degradato interi pezzi di costa, chiede al presidente della Regione e all’assessore all’Urbanistica di verificare la compatibilità paesaggistica dell’intervento sopra citato con la programmazione urbanistica e paesaggistica della Regione Puglia, di accertare se l’insediamento sopra indicato è coerente con le finalità di difesa dell’ambiente definite nell’istituzione del parco naturale Otranto-Santa Maria di Leuca e di assumere ogni iniziativa possibile per tutelare un pezzo di costa che, per la sua indiscutibile bellezza, è stata spesso utilizzata per pubblicizzare una Puglia incontaminata”.
La risposta del presidente Vendola e dell’assessore Barbanente non tarderanno ad arrivare nei prossimi giorni.
A Porto Miggiano è ancora viva la polemica per i lavori nella caletta. Alle azioni ambientaliste si aggiunge un video di sensibilizzazione del videomaker Hermes Mangialardo.
Per gli ambientalisti e per il Comitato di Tutela di Porto Miggiano, quello che avviene è una violenza ai danni del territorio, di un angolo di paradiso. Per l’amministrazione si tratta di lavori atti al consolidamento del costone roccioso che rischierebbe irrimediabilmente di andare perso in maniera incontrollata.
Dal Comitato arriva una nuova iniziativa: “Dopo tutti gli sforzi fatti sin ora continuiamo a vedere di salvare il salvabile”. E si forniscono ai membri del gruppo le mail e i numeri di telefono cui rivolgersi per far sentire il proprio dissenso. “Crediamo – dicono gli attivisti – che quante più mail, fax e lettere invieremo, tanto più ci saranno possibilità di essere ascoltati”. La mail deve recare per oggetto “Appello urgente: salviamo Porto Miggiano dalla cementificazione” e forniscono anche il testo.
Si è attivato anche Hermes Mangialardo, noto videomaker e animatore di origini copertinesi, legatissimo al Salento. Il video di Hermes sta facendo il giro del web e ha per fulcro il passato ed il presente di Porto Miggiano.
Il gruppo Facebook del “Comitato di Tutela per Porto Miggiano” invita tutti a prenderne visione, per condividerne le battaglie in nome del territorio e delle peculiarità dell’ambiente salentino.
Musica malinconica e immagini e parole evocative di Porto Miggiano tra passato e presente e con un occhio di riguardo per il futuro incerto di Porto Miggiano.
La Puglia è una regione che tiene alle sue ricchezze e le difende, la natura e le verdi acque cristalline sono le sue risorse.
Il caso trivelle nell’Adriatico è nato a seguito della denuncia di un membro del comitato di Tutela per Porto Miggiano, che appoggia ed è referente per il Salento del movimento “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili” organizzatore della manifestazione per contrastare l’estrazione di idrocarburi nel mare di Puglia, prevista il 21 gennaio prossimo a Monopoli.
Il comitato appoggia e in una riunione – il 28 dicembre – deciderà la partecipazione alla manifestazione. Sostegno anche dal mondo politico con una nota congiunta dei capigruppo de La Puglia per Vendola, Angelo Disabato e di Sel, Michele Losappio, in cui si fa un appello al mondo della politica, per una partecipazione numerosa.
“Dalla Puglia – scrivono i politici pugliesi – prenderà il via una grande mobilitazione delle regioni italiane costiere, cittadini, sindacati, imprese e professionisti contro le trivellazioni petrolifere nell’Adriatico: ma non basta, è necessario che la politica continui a far sentire forte il proprio dissenso. La politica tutta deve essere coesa e consapevole dei disastri ambientali con gravi ripercussioni sulla salute degli esseri umani che le attività di ricerca di idrocarburi in mare possono procurare. Ora la discussione sulla sicurezza delle attività offshore è sul tavolo del parlamento europeo mentre in Puglia, dal Salento al Gargano, il precedente governo nazionale ha autorizzato la ricerca di idrocarburi. Ci opporremo con forza a questi segnali inequivocabili provenienti dal governo nazionale e dall’Europa che non hanno alcuna intenzione di fermare queste operazioni di ricerca. Pertanto, La Puglia per Vendola e Sinistra Ecologia e Libertà sabato 21 gennaio 2012 sosterranno la piazza di Monopoli auspicando che si mobiliti una serrata opposizione di tutti i nostri parlamentari italiani ed europei contro con le operazioni offshore, in totale dicotomia con la vocazione del nostro territorio, rivolta a uno sviluppo economico, turistico e rurale in armonia con il paesaggio, sicura ricchezza per la nostra regione”.
Intanto il gruppo di Tutela, che è il referente del comitato No Petrolio di Monopoli, parlerà dell’estrazione d’idrocarburi il 28 dicembre a Martano presso la sala Woijtila, alle 18,30, e della costituzione legale del Comitato per permettere l’intervento in battaglie legali.
“A distanza di cinque mesi dalla prima manifestazione dicono dal comitato – il sit in del 30 luglio sotto la torre, il comitato di Tutela per Porto Miggiano è diventato un movimento conosciuto in tutta la regione, che conta migliaia di sostenitori in tutta Italia. Il gruppo ha ricevuto sostegno di artisti – celebre l’apparizione dei Sud Sound System con la maglietta del Comitato durante l’ultima Notte della Taranta – e di personalità che hanno permesso d’allargare i confini della protesta contro la cementificazione a Porto Miggiano, migliaia di persone hanno firmato la petizione all’assessore Barbanente”.
Il comitato di tutela per Porto Miggiano consegna nelle mani di Angela Barbanente 3580 firme. È accaduto in questi giorni presso i cantieri teatrali Koreja di Lecce. La raccolta firme è stata realizzata per vedere di bloccare la corsa alla cementificazione di uno dei posti più belli del Salento. L’occasione è stata propizia per premiare i vincitori del concorso fotografico “Salviamo Porto Miggiano” partito in agosto e al quale hanno aderito tante persone, professionisti e non della fotografia, i quali con entusiasmo si sono cimentati in una gara il cui vero scopo, comunque, era e rimane quello di “salvare” la nostra bellissima natura. A consegnare le targhe ai vincitori sono stati i Sud Sound System, gruppo musicale salentino da sempre impegnato nella difesa dell’ambiente. Ai primi tre posti si sono classificati Giacomo Risolo, Roberto Rocca e Giuseppe Bene. Mentre il premio speciale della giuria per la miglior foto denuncia è andato a Stefano Cretì. Abbiamo incontrato Giacomo Risolo e Stefano Cretì, entrambi di Vignacastrisi, paese a pochi chilometri da Porto Miggiano. “Sono felice per la premiazione ma per il successo dell’iniziativa di tutela – dice Giacomo – la mia foto per la verità non è recentissima, ma è del 3 dicembre 2008: quel giorno il mare era davvero agitatissimo, forza nove mi dissero e, purtroppo, fece anche una vittima, il giovane Alessandro Caputo di Muro. A lui voglio dedicare il premio ricevuto”. Stefano Cretì, invece, la sua foto-denuncia l’ha scattata sabato 3 settembre di quest’anno, quando ha immortalato una nave che stava per iniziare, o almeno così sembrava, delle operazioni di perforazione del sottosuolo marino alla scoperta di eventuali giacimenti petroliferi appena al largo della costa salentina: la pubblicazione di questa foto ha fatto poi scattare l’attenzione dei media sulla vicenda e da qui è nata un’altra petizione a tutela del mare salentino dagli interessi economici delle potenti compagnie petrolifere. “Sono davvero felice – dice Stefano – che la mia passione per la fotografia si sia resa utile per salvaguardare il nostro meraviglioso mare”.
L’associazione radicale “Save Salento” diffida il Comune di Santa Cesarea dal dare seguito alla lottizzazione del Comparto 13, denuncia il recente incendio avvenuto in quel luogo e chiede l’intervento della Regione Puglia, del ministro per i Beni e le attività culturali e della Procura di Lecce. Il presidente di Save Salento Catia Stomeo, il segretario dell’associazione Antonio Bonatesta e la deputata radicale e socia fondatrice di Save Salento Elisabetta Zamparutti hanno depositato oggi un’ulteriore diffida nei confronti del Comune di Santa Cesarea Terme, affinché si astenga “dal porre in essere qualsiasi atto idoneo a consentire la trasformazione edilizia e urbanistica delle aree ricomprese nel Comparto 13/s”, che prevede la costruzione di circa 566 unità abitative, di un albergo di tre piani e di altri servizi residenziali. “Il piano di lottizzazione del Comparto 13 – sostengono infatti da Save Salento – e la relativa convenzione sono ampiamente scaduti da circa quindici anni. Del resto il piano, in quanto tale, non ha mai acquisito l’autorizzazione paesaggistica, e appare in evidente violazione del decreto ministeriale del 4 luglio 1970 che tutela il territorio di Santa Cesarea Terme in virtù del suo straordinario valore naturalistico e paesaggistico. Inoltre il piano, dopo la sua decadenza, non è mai stato sottoposto al Piano Urbanistico Territoriale Tematico della Regione Puglia”. La diffida è stata inoltrata, per conoscenza, anche all’assessore e al dirigente all’Urbanistica della Regione Puglia e al ministro per i Beni e le Attività Culturali perché intervengano, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze istituzionali, a tutela di un bene paesaggistico protetto. “L’ultimo misfatto dell’intera vicenda – proseguono da Save Salento – è avvenuto nei giorni scorsi, quando il Comparto 13 è stato interessato da incendi di natura chiaramente dolosa appiccati su tutta l’area del Comparto destinata a strada, che hanno distrutto non solo la macchia mediterranea posta al di sopra, ma anche quella presente ai margini dello sterrato ormai coperto da vegetazione, compresi alcuni alberi di pino”. A tal proposito Save Salento ha segnalato quanto accaduto alla Procura di Lecce. “Un piano di lottizzazione approvato e convenzionato 25 anni fa – concludono da Save Salento – è ormai del tutto anacronistico, e frutto di un’operazione dagli intenti meramente speculativi su uno dei tratti di costa più affascinanti del Salento che oggi si presenta completamente ricoperto da un’intensa macchia mediterranea, con boschi ed essenze arboree di eccezionale importanza”.
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