Un boato nella notte risveglia Maglie dal sonno: una bomba carta esplode in via Ingravalle, una strada quasi all’estrema periferia nord del centro abitato, distruggendo l’Audi di un ragazzo di Cursi che era nella vicina scuola di ballo. L’esplosione è avvenuta alle 23 circa, richiamando l’attenzione delle forze dell’ordine tra cui i carabinieri, ma anche vigili del fuoco e artificieri. Adesso toccherà agli inquirenti il compito più arduo: scoprire se quell’auto fosse il vero obiettivo o se si sia trattato solo di casualità.
Molte le ipotesi e i dubbi, ma quello che rimane è la paura provata da un centro tranquillo, in una periferia residenziale, dove il massimo accaduto negli ultimi vent’anni, da quando esiste il quartiere, è stato nei mesi scorsi il furto di carburante dalle auto. Anche di bombe, a Maglie, non se ne vedevano da tempo: un’altra bomba carta era esplosa durante un concerto di Pino Zimba nel 2005 presso la zona 167, nel corso della campagna elettorale per Nichi Vendola alle regionali di quell’anno. Per trovare altre bombe a Maglie si deve andare molto indietro nel tempo, agli anni ’90. E come accade in un borgo tranquillo, dove non solo la vita umana ma anche i beni di proprietà sono valori imprescindibili, e il crimine non è affatto un dato da aggiornare quotidianamente, è normale che le persone siano scosse. La questione sulla sicurezza delle periferie però viene aperta da questi accadimenti: Maglie, dopo la chiusura dei negozi, diventa quasi una città-fantasma, soprattutto nei quartieri lontani dal centro, nonostante lo spiegamento di forze dell’ordine sia per la verità capillare ogni sera e in più punti della città, in particolare per i controlli relativi all’alcool test. L’impegno delle forze dell’ordine è ineccepibile, ma esistono a quanto pare delle zona d’ombra. E adesso ci si chiede, inevitabilmente: siamo davvero al sicuro? Solo quello che stabiliranno gli inquirenti darà la risposta a questa domanda.
Angela Leucci