Il sindaco uscente, Luciano Cariddi, con la lista “ViviAmo Otranto” si riconferma alla guida di Otranto. Otranto registra un’affluenza alle urne molto alta (80,83%), in controtendenza rispetto alla media nazionale, e il verdetto dei due seggi elettorali nei quali i cittadini si sono recati per esprimere il proprio voto è chiaro: “ViviAmo Otranto” vince con il 61,8% (2.526 voti), la lista “Alleanza per Otranto” si piazza al secondo posto con il 32,1% (1.314 voti), infine, chiude la lista “Nuovi Orizzonti per Otranto” con il 6,1% (248 voti).
Così, tra la continuità e il rinnovamento è prevalso il primo aspetto, un bis concesso con una vittoria schiacciante – circa 1200 voti di scarto – sulla lista “Alleanza per Otranto” guidata da Corrado Sammarruco. Ѐ stato un crescendo di consensi per il sindaco uscente dopo una campagna elettorale dai toni a tratti accesi: alla fine Cariddi e la sua compagine sono stati supportati dagli elettori. In tutta questa situazione un aspetto spicca su tutti: stiamo parlando delle cosiddette quote rosa. L’unica donna presente nella lista di Cariddi, Lavinia Puzzovio, ha avuto successo con 356 voti, ma per il resto delle liste il distacco di genere è stato evidente. Le ipotesi possono essere molteplici, ma un fatto è certo e incontestabile, distante da qualsiasi concezione partitica tanto di destra quanto di sinistra: la politica otrantina non è ancora pronta ad avere un numero corposo di donne al suo interno, ancor di più se si pone l’accento sul ruolo di candidato sindaco. L’emancipazione della donna nella vita sociale è storicamente crescente, ma per quanto concerne la politica le quote rosa sono destinate a ruoli marginali e quasi mai di spicco, tranne in alcune realtà. A Otranto, in questa tornata elettorale, vi era una forte componente femminile in entrambe le liste di opposizione, ma questo non è bastato ad annullare il gender gap nell’immaginario della cittadinanza. Indipendentemente dalle quote rosa, la parola “cambiamento”, sempre politicamente parlando, non ha attecchito negli animi degli otrantini che, dati alla mano, hanno giudicato positivamente l’operato dell’amministrazione uscente. Storicamente il “cambiamento” non è ben visto dalla gente per tante ragioni e una di queste è da ricercare nel proverbio che recita: “chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa cosa lascia ma non sa cosa trova”. Ora la parola “continuità”, tanto osannata durante queste ultime settimane, è una realtà e rimane viva la speranza che tutte le forze di maggioranza e opposizione possano dare una mano affinché Otranto dia il meglio di sé.
Alessandro Conte