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Negro: no all’eolico off shore


Salvatore Negro, consigliere regionale Udc, dichiara il no all’off shore in seguito alle dichiarazioni del ministro all’ambiente Corrado Clini ospite di Mediterre a Bari Negro afferma: “Lo sviluppo della Puglia non è conciliabile con l’installazione di trivelle o pale eoliche nel suo mare. La vocazione naturale di questo territorio è il turismo e quindi non si può accettare la distruzione o l’alterazione dei paesaggi e delle bellezze naturali. Come Udc siamo a favore delle energie rinnovabili, purché siano compatibili con il rispetto dell’ambiente e del territorio. Abbiamo sempre creduto e puntato sullo sviluppo delle energie rinnovabili ma siamo contrari all’alterazione della bellezza dei nostri paesaggi e del nostro mare che ha fatto della Puglia una delle mete turistiche più gettonate del Paese. Vogliamo ricordare che la nostra Regione ha già dato tanto e continua a dare molto in termini di energia. Basti pensare a Cerano e alle migliaia di ettari di pannelli fotovoltaici che hanno preso il posto dei vigneti, dei secolari alberi d’olivo e dei muretti a secco. Lo sforzo della nostra regione è sotto gli occhi di tutti e non si può ulteriormente mortificare un territorio. Le pale eoliche possono trovare posto in altri siti che non siano le acque dell’Adriatico o dello Ionio, così come l’installazione di pannelli solari va incentivata sui tetti delle nostre case e degli edifici pubblici. Trivelle o piattaforme offshore, oltre che a rappresentare investimenti di dubbio valore, provocherebbero un danno irreversibile all’intera economia del territorio. L’auspicio è che l’attuale Governo valuti con attenzione queste possibilità di sviluppo e tenga conto della vocazione naturale di questo territorio, cioè il turismo, che opportunamente valorizzato e incentivato potrebbe rappresentare una delle voci più autorevoli nel bilancio dell’intero Paese. La Puglia compatta rimandi al mittente il progetto Powered e sottolinei ancora una volta il no alle trivelle, il no alle piattaforme offshore in Adriatico, affidando al ministro per l’ambiente Corrado Clini un messaggio di sviluppo sostenibile che metta il turismo al centro dell’azione del governo regionale e nazionale. Non si possono accettare le parole del ministro che è intervenuto alla settima edizione di Mediterre, manifestazione dedicata alla biodiversità, alla green economy e ai cambiamenti climatici. Il progetto Powered, finanziato con 4 milioni e 400 mila euro dal Programma transfrontaliero Ipa Adriatico, vuole determinare se ci siano le possibilità per investire nell’eolico in Adriatico e per determinarlo prevede l’installazione di una rete di anemometri in mare e lungo le coste per monitorare le evoluzioni climatiche e raccogliere dati metereologici. Per Clini, la conclusione del progetto può rappresentare anche la fase d’inizio d’investimenti industriali importanti in questo settore in Italia. Ma il ministro dimentica che il mare, l’Adriatico, per i pugliesi già rappresenta un tesoro di inestimabile valore. L’energia che vogliamo è quella pulita, a impatto zero, che non preveda trivelle e piattaforme offshore. La Puglia non è l’Olanda o la Danimarca o la Gran Bretagna e chiede un’economia che si basi sul turismo, sulla pesca, sulle bellezze naturali, sull’artigianato, sul commercio, sulla tutela dei beni culturali. Sono prerogative che continuo a ritenere fondamentali. E’ inaccettabile che si possano mettere a rischio le nostre risorse naturali per la ricerca di un profitto che, tra l’altro, avrebbe ben poche ricadute positive per la popolazione”.

Jenny De Cicco

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Un museo per fermare l’eolico industriale


Il Comune di Supersano inaugura il Museo del Bosco e le associazioni ambientaliste tappezzano la città di manifesti di ringraziamento.

Il titolo dei manifesti è “Sì al parco naturale della foresta Belvedere! No al falso parco industriale eolico”.

L’amministrazione comunale di Supersano il 21 dicembre ha inaugurato il Museo del Bosco, ospitato nel palazzo municipale Castello Manfredi.

Realizzato con fondi regionali Pis 14, il Museo nasce per raccontare la storia della scoperta del villaggio bizantino in località “Scorpo” e quella di un ecosistema peculiare salentino, testimoniato già in età romana e fino agli inizi del secolo scorso, il “Bosco del Belvedere”, dove oggi prevale la cultura dell’olivo e che accoglieva fino cento anni fa un’area boschiva nell’agro di quindici comuni.

il museo unisce didattica e una ricostruzione ambientale, archeologica e storica, garantita dalla partecipazione al progetto di docenti dell’Università del Salento diretti da Paul Arthur, docente di archeologia medioevale e direttore degli scavi nell’area.

Le ricostruzioni grafiche realizzate dallo studio Inklink di Firenze, i reperti archeologici e le riproduzioni consentono al visitatore di fruire di un percorso informativo di particolare interesse e suggestione.

Presente lo stesso giorno a Supersano Dario Stefàno, assessore alle politiche Agroalimentari della Regione Puglia, intervenuto al convegno “Parco Agricolo Multifunzionale dei Paduli o Parco Eolico?”, organizzato presso l’oratorio in via Roma.

“Ho raccontato – ha chiosato – qual è la nostra idea di compatibilità degli impianti di produzione di energia rinnovabile rispetto all’agricoltura pugliese, della quale siamo tornati a essere anche orgogliosi. Per noi l’agricoltura e i terreni agricoli devono, prima di tutto, produrre alimenti. Le energie rinnovabili, tanto meglio se con impianti di piccola taglia, possono essere solo uno strumento di complementarietà all’attività principale agricola”.

L’inaugurazione del parco arriva dopo le proteste di ambientalisti e cittadini supersanesi nei mesi scorsi che il 6 ottobre hanno fatto irruzione nel consiglio comunale chiamato a deliberare in favore della realizzazione dell’impianto eolico nei Paduli e dopo il varo del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Lecce, con cui si è definito “Il Salento come Parco naturale e culturale dei cento comuni, riconoscendo e sottolineando l’importanza della vasta area del Parco dei Paduli, testimonianza dell’estensione della vasta foresta di Terra d’Otranto.

Dopo il Ptcp nel 2009-2010 con il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia si torna a parlare di “Parco dei Paduli”, e macro area del “Bosco Belvedere” riconoscendo l’area come “patrimonio territoriale collettivo”.

Un primo intervento regionale di protezione del Bosco si registra nel 2010-2011 con il divieto d’impiantare eolico e fotovoltaico industriali, previsto nel Regolamento Regionale n.24 del 30 dicembre 2010, entrato in vigore il 1 gennaio 2011, “Linee Guida in tema di ubicazione degli impianti industriali di energie rinnovabili”.

“Un primo importante seme per la rinascita dell’ antica magica Foresta nel cuore del basso Salento, la Foresta del Belvedere, viene piantato simbolicamente dunque dal Comune di Supersano, che inaugura il Museo del Bosco da cui partire oggi per la sua ricostruzione razionale e partecipata”, racconta Oreste Caroppo del Forum Ambiente.

Jenny De Cicco

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La battaglia anti eolico di Giuggianello è giunta a un nuovo atto


Il 29 novembre, con un comunicato congiunto, il Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino, il Forum Ambiente e Salute del Grande Salento e il Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi hanno espresso disappunto nei confronti della Regione Puglia. Il progetto prevede l’impianto di decine di torri eoliche industriali, alte oltre 100 metri sulla Collina dei Fanciulli e delle Ninfe a Giuggianello.

Per impedirne l’installazione, è stata intrapresa una petizione rivolta al Presidente della Repubblica, promossa da Italia Nostra e dal Coordinamento civico di Maglie e chiede il ritiro delle autorizzazioni.

La Regione Puglia autorizzò gli impianti e incaricò gli avvocati di rappresentare le ditte nel ricorso per sbloccare il progetto tramite il Consiglio di Stato, svicolando di fatto dalle due sentenze del TAR di Lecce che lo bloccavano e dovute alle richieste d’Italia Nostra, della Provincia di Lecce e dai comuni di Otranto, Poggiardo, Muro Leccese, Uggiano la Chiesa e Giurdignano, che a causa dell’eolico potrebbero subire un danno d’immagine per l’impatto paesaggistico delle pale.

Carlo Durante, amministratore delegato della Maestrale Green Energy, dopo la sentenza del 2010, dichiarò la fine di una fase di nove anni, rilevando la necessità di rimodernare il progetto e disse che il ritardo forzato avrebbe dato modo di lavorare ancora meglio con e per il territorio.

Dove sarebbero gli scandali citati nel comunicato? Giuggianello ha ricevuto, quest’anno, il riconoscimento di capitale dei piccoli comuni d’Italia 2010-2011, per la politica di tutela del territorio, alla presenza del governatore Nichi Vendola, che ha sostenuto di non poter ritirare le autorizzazioni concesse alle ditte eoliche, per non incorrere in una richiesta di risarcimento danni alla Regione – come spiegò Oreste Caroppo portavoce del Forum Ambiente – e ora esiste in loro favore una sentenza del Consiglio di Stato.

Se il progetto dovesse essere attuato, anche la visuale del faro di Torre Sant’Emiliano a Otranto sarebbe compromesso, la torre è protetta in tema d’impianti di energia rinnovabile dal Regolamento Regionale 24 del 30/12/2010 e in vigore dall’1 gennaio 2011, mentre la Regione non ha ancora ritirato le autorizzazioni per gli impianti eolici che dovrebbero sorgere sulla collina.

Jenny De Cicco

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Michele Rizzi contro il mega eolico sul canale d’Otranto


Sono ore concitate per la questione del mega eolico sul canale d’Otranto. Tanto da far intervenire anche chi non è esattamente salentino, sebbene si sia speso spesso per questioni inerenti la salute dell’intera regione Puglia, prima e dopo la sua candidatura a presidente regionale, Michele Rizzi di Alternativa Comunista. “Appare preoccupante – scrive Rizzi – il progetto per la costruzione di un mega impianto eolico off shore al largo del canale d’Otranto, che stuprerebbe un mare e un paesaggio del tutto incontaminati. Si tratta di un impianto di una decina di torri di altezza di circa cento metri che sfilerebbero per tutta la costa fino a Leuca, toccando anche Castro, Santa Cesarea Terme e Andrano. È l’ennesimo tentativo di ottenere profitto a scapito di lavoratori ed ambiente. È bene ricordare che la Puglia produce più del doppio dell’energia che serve qui e non vuole farsi colonizzare da imprese dell’energia che arrivano in questo territorio per saccheggiare e distruggere l’ambiente con pale eoliche e fotovoltaico. Anche per questo Alternativa Comunista ribadisce la sua netta contrarietà a questo disastroso progetto e parteciperà a ogni iniziativa di lotta per impedire questo ennesimo scempio”.

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