Più rispetto per la natura, niente trivellazioni, energie pulite ma non in luoghi suggestivi e antichi del nostro territorio. Sono queste alcune delle richieste che sono state avanzate all’ente del Parco naturale costiero Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase dal Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino, in occasione dell’incontro di questi giorni al castello di Andrano. Secondo il Coordinamento, in questa prima fase, importantissima, di definizione costruttiva e solidale degli indirizzi e della filosofia che devono ispirare il nuovo parco, tra gli obiettivi principali cui si deve mirare dal punto di vista naturalistico vi è il ritorno sul territorio della foca monaca, scomparsa da alcuni anni ormai quasi del tutto, eccezion fatta per occasionali avvistamenti. Ciò nonostante le coste del Salento, ricche di calette e grotte marine semisommerse, siano l’habitat tipico della foca monaca: “La ricchezza di biodiversità oggi deve essere riacquisita dal Salento – scrivono dal Coordinamento – per ripagare le offese compiute dall’uomo ai danni di questa specie, proprio attraverso il perseguimento, oggi, di politiche ambientali volte a favorirne il naturale fisiologico ritorno, iniziando dall’instaurazione di scambi scientifico-culturali tra l’ente Parco e quei gruppi di ricerca che in Grecia, Nord Africa e nella penisola anatolica, come nei territori dell’ ex-Jugoslavia, sono impegnati in prima linea nello studio e nella difesa di queste specie relitta nel Mediterraneo. Un ritorno che si aggiungerà a quello altrettanto felice avvenuto da pochi anni lungo le coste salentine, e costituito dalla nidificazione sulle nostre spiagge della tartaruga marina della specie Caretta Caretta”.