Si tiene domani alle 17 presso l’aula magna del liceo pedagogico “Aldo Moro” di Maglie la riunione degli ex Lavoratori Socialmente Utili con i sindacati: gli ex LSU sono impegnati negli ultimi mesi in una protesta che li ha portati nel presidio posto sul marciapiede antistante l’istituto scolastico, con manifestazioni, incatenamento e dialoghi con tanti politici di ogni colore partitico e di qualunque livello, tra cui il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto.
Ma perché protestano? I lavoratori in questione fanno parte appunto della categoria ex LSU, impiegata in gran parte nelle pulizie delle scuole: si tratta di 110 lavoratori impiegati a Maglie, 1200 in tutta la provincia di Lecce e 13.600 in tutta Italia. 13.600, non 26mila come si dice a volte, perché significherebbe comprendere i lavoratori degli appalti storici, categorie protette dalle leggi sul lavoro che però non sono coinvolte nei loro disagi. E tra questi disagi il principale è il precariato, cui sono esposti da ben 16 anni nonostante questi lavoratori abbiano un contratto a tempo indeterminato, che però dal prossimo giugno potrebbe prevedere il licenziamento e la riassunzione a settembre. Tra i manifestanti di Maglie, tuttavia, ce ne sono alcuni che protestano anche per altre ragioni: sono quelli che dipendono dalla ditta Intini, che da fine anno non eroga gli stipendi nei tempi e nelle quantità previsti. Con molto ritardo, infatti, è stato loro corrisposto lo stipendio di dicembre, e a quanto pare in questi giorni anche quello di gennaio. La ditta, da parte sua, afferma di non aver ricevuto gli stanziamenti necessari. La situazione risulta abbastanza grave: alcuni di loro hanno o hanno avuto anche problemi nella vita quotidiana, come comprare il pane o il latte. A questo si aggiunga che alcuni hanno contratto un mutuo sulla casa grazie al contratto a tempo indeterminato, ma ora si ritrovano in notevoli difficoltà con i pagamenti. Quale sarà il loro futuro?
Angela Leucci