
E’ di stanotte la notizia dell’ennesimo sbarco sulle coste otrantine. In sedici sono riusciti infatti a raggiungere la litoranea che porta verso Otranto; tra loro anche un bambino e due donne, una in avanzato stato di gravidanza e dunque immediatamente identificata e trasportata presso l’ospedale di Scorrano, il Veris Delli Ponti, per accertarne lo stato di salute.
L’azione di recupero dei rifugiati è stata effettuata dagli agenti di polizia del commissariato di Taurisano e dalla Capitaneria di porto di Otranto.
Tutti stanno bene e sono stati trasportati presso il centro di identificazione e prima accoglienza ”Don Tonino Bello” di Otranto. Dichiaratisi di nazionalità curda, subito soccorsi e rifocillati, come da prassi, dal personale del centro, dalla Misericordia locale e dalla Croce Rossa, sono ora in attesa di sapere se il loro destino sarà il rimpatrio.
Dall’inizio dell’anno sono ormai centinaia i migranti giunti a Otranto: curdi, iracheni, afgani, ma anche egiziani e turchi che hanno tentato l’incerto viaggio, carico di pericoli, per giungere sulle coste adriatiche, non per scelta, ma per necessità dettata dallo spirito di sopravvivenza. Giungono con mezzi insospettabili i nuovi migranti, ma hanno vecchie speranze, riposte in barche a vela, navi cargo e vecchi pescherecci malandati e trimarani. Si stipano in gran numero, silenziosi e mansueti, in piccoli spazi; non cercano nulla né si aspettano nulla, se non di vivere una vita dignitosa.
Così i giornalisti lavorano le notizie, i turisti s’indignano e il problema è dei locali, che s’immedesimano nelle speranze degli zingari del mare, le stesse che venti anni fa arrivavano dalla terra delle aquile e come allora cercano soluzioni con spirito compassionevole, che probabilmente non arriveranno mai.
Jenny De Cicco