Dovevano essere la soluzione per gestire meglio il ciclo dei rifiuti e per far risparmiare gli enti locali, ora sono sotto accusa e stanno per essere sciolte. Le Ato hanno rappresentato solo un ulteriore livello di burocratizzazione con un conseguente aumento dei costi, ma non solo. In alcuni casi gli stessi soci le hanno messe sotto accusa. Il caso più recente, quello in cui si è consumata la rottura definitiva, è quello dell’Ato Lecce 2 guidata da Silvano Macculi a cui numerosi sindaci, di ogni colore politico, hanno chiesto le dimissioni. I sindaci di Alezio, Cannole, Carpignano Salentino, Corigliano d’Otranto, Cursi, Giuggianello, Melpignano, Nardò, Otranto, Palmariggi, Sannicola, Scorrano, Sogliano Cavour, Soleto e Uggiano La Chiesa hanno chiesto le dimissioni del presidente dell’Ato Lecce 2, Silvano Macculi. Le Ato stanno consumando la loro lenta agonia con il prolungamento fino al 31 dicembre della loro esistenza, ma i sindaci lamentano che nell’Ato Le2 si riscontrano costi troppo alti per i servizi, veri e propri ricatti attuati dalle ditte che hanno lasciato in molti casi i rifiuti per strada oppure hanno chiuso i cancelli dell’ecocentro di Poggiardo per gli inadempienti. Insomma, dicono in coro i sindaci, sono emerse “numerose criticità non solo dal punto di vista dell’organizzazione dei servizi, ma anche e soprattutto del controllo di oneri e costi derivanti dalla gestione del consorzio, che hanno avuto e continuano ad avere conseguenze finanziarie nefaste sui bilanci comunali e soprattutto sui cittadini rappresentati”. Insomma, la determinazione dei sindaci è supportata, a loro dire, da numerose prove concrete di irregolarità all’interno del consorzio. Si chiedono, pertanto, le dimissioni di Macculi prima della definitiva scomparsa delle Ato il 31 dicembre di quest’anno.
Elio Paiano