La data del 2013, lontana eppure così vicina, potrebbe segnare per il territorio salentino un ulteriore battesimo per la speculazione economica e lo stravolgimento ambientale. Il fronte di cui si prospetta l’apertura, da qui a due anni, andrebbe ad affiancarsi a un deturpamento paesaggistico, quello dovuto al fotovoltaico e all’eolico selvaggi, del quale soltanto oggi incominciamo a prendere coscienza. Stiamo parlando del progetto di un gasdotto che dal Mar Caspio arriverà a San Foca, per poi proseguire fino a San Donato di Lecce, dove si allaccerà a una rete di distribuzione già esistente. La società che si occuperà dei lavori, la Trans-Adriatic-Pipeline (Tap), per metà svizzera e per metà norvegese, ha intenzione di procedere con uno scavo (onshore) profondo almeno 1,5 metri, largo 22 metri e lungo circa 20 chilometri. Un enorme serpente che si estenderà nel sottosuolo, per realizzare il quale è prevista l’apertura di alcuni cantieri temporanei che getteranno nello scompiglio l’intera superficie coinvolta. Il progetto, oltre ad alterare una delle coste più belle d’Italia, sconvolgerebbe il paesaggio di un’area vasta e di alto interesse ambientalistico, colpendo uliveti secolari e zone archeologiche. Inoltre, non si potranno costruire abitazioni nel raggio di 40-60 metri, né si potranno edificare ospedali, scuole e altre strutture sensibili nel raggio di 200 metri. La notizia del progetto di costruzione del gasdotto non è passata sotto silenzio, lo dimostra il fatto che diverse associazioni ambientaliste hanno già espresso il loro no categorico al megaimpianto, invitando le istituzioni e i cittadini a manifestare una ferma opposizione a quella che rischia di essere l’ennesima offesa ad un territorio già provato. “Evidentemente la fama di Melendugno come cittadina ospitale e accogliente è giunta in tutta Europa e i gruppi economici più disparati non vedono l’ora di approdare sul territorio melendugnese per condurre in porto i loro affari” si legge su un documento firmato Associazione Melendugno Nostra e Comitato No-Acquarossa. Una cosa è certa, si avverte la necessità di sensibilizzare da subito le coscienze su questo argomento, per evitare che questa situazione sia oggetto di una consapevolezza tardiva rispetto ai tempi di discussione sui tavoli istituzionali.
Gianluca Conte