Posted on 02 Febbraio 2013. Tags: assessore, commissione Pari Opportunità, Consigliera, Elina Chauvet, Lecce, Zapatos Rajos
Domenica 3 febbraio Lecce si tinge di rosso e 10, 100, 1000 anime scalze marciano solidali per la città, e gridano in piazza Duomo contro la violenza di genere. Da un progetto di arte pubblica di Elina Chauvet nasce “ Zapatos Rojos” una manifestazione promossa dalla consigliera di Parità Alessia Ferreri, dall’assessore alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità della Provincia di Lecce Filomena d’Antini Solero, in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lecce.
L’idea dell’artista Elina Chauvet, nata in Messico nel 1959, parte da una testimonianza diretta di violenza perpetrata a Ciudad Juarez, una “BorderTown” nello stato di Chiuhauha, dove molte donne, nella più totale indifferenza del governo, sono vittime di stupri e omicidi: sia privati compiuti da fidati nenici, che pubblici inflitti da infedeli gang criminali. Il progetto iniziato nel 2009 e curato da Francesca Guerisoli, ha travalicato ogni limes spazio-temporale. I
confini territoriali del Messico sono smarginati in tutto il mondo e hanno coinvolto migliaia di donne. Lecce, dopo Milano e Genova è la terza tappa
italiana della manifestazione. Le anime rosa depongono le scarpe e scalse e nude da pregiudizi e paure si mettono in cammino contro il femminicidio, e verso una ritrovata dignità umana e sociale.
Domenica dalle 10 alle 18 le donne di Lecce e provincia sono invitate a portate le proprie o altrui zapatos raios, o possono consegnare le zapatos di colore diverso affinché possano essere verniciate di rojos in Piazza Duomo. Un gesto simbolico per dipingere il mondo del colore dell’amore, e non permettere mai più che il rosso della passione si trasformi in freddezza omicida, il rosso dell’amore si alteri nel nero dell’odio, il rosso della vita involva nel non colore della morte. Un movimento del cuore per una buona e nuova vita a tutte le anime scalze del mondo.
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Posted on 30 Gennaio 2013. Tags: Antonio Giannuzzi, Città Libera, Maglie
A Maglie l’intera area tra via de Lorentiis e via Ferramosca, con particolare riferimento agli edifici ex Iacp in pietra leccese, rappresenta il fulcro di un’annoso progetto di recupero che sembra non trovi il giusto adempimento. La storia e i protagonisti: il consigliere di Città Libera Antonio Giannuzzi il 15 ottobre scorso presentava al sindaco di Maglie Antonio Fitto un comunicato che conteneva una serie di osservazioni alle norme tecniche del Piano Regolatore Generale.
L’intervento di Città Libera focalizzava l’attenzione sulle necessità di preservare le caratteristiche edilizie del centro storico, con un’attenzione particolare all’utilizzo della pietra leccese, ritenendo che questa peculiarità arricchisca e caratterizzi la città. Antonio Giannuzzi sottolinea che Maglie è storicamente riconosciuta come la città della pietra, essendo il centro più grande in Italia edificato in pietra leccese: a suo avviso, le carenze normative del Piano Regolatore Generale, favoriscono interpretazioni diverse, tanto da non vincolare all’applicazione del rivestimento e del ripristino anche delle facciate in pietra leccese.
La vicenda ha attraversato gli ultimi mesi del 2012 giungendo al primo consiglio comunale del 2013, durante il quale tuttavia, non c’è stato tempo per la discussione, che è stata quindi rimandata. La proposta di Giannuzzi di preservare la pietra leccese fu presentata come ordine del giorno già durante il consiglio comunale dello scorso dicembre, ma non fu accettata e Città Libera auspicò, nel caso di mancato finanziamento, la preparazione di un nuovo progetto, che evidenziasse l’importanza dell’intera area, con particolare riferimento all’edificato in pietra leccese.
Antonio Giannuzzi sperava di presentare la mozione nel corso del consiglio comunale di lunedì 28 gennaio ma la discussione è slittata a data da destinarsi. Giannuzzi auspica che l’amministrazione si impegni a preparare, in tempo, un vero progetto di recupero, che potrà essere presentato entro l’anno, sperando che l’aspetto qualitativo dell’area da recuperare, premi, questa volta, il piano di recupero dell’amministrazione di Maglie. La questione rimane sospesa e l’ardua sentenza di via de Lorentiis perdura irrisolta nelle mani dei posteri.
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