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Perplessità per i presunti sbancamenti in area Torcito


L’area di Torcito, nel territorio di Cannole, da sempre tra gli emblemi paesaggistici salentini, è da qualche tempo oggetto di lavori. La società concessionaria della gestione del parco sta effettuando operazioni indirizzate sia alla realizzazione di una rete viaria interna che, in secondo luogo, alla costruzione di muretti a secco.

Sembrerebbe che, per il reperimento del materiale necessario all’esecuzione di tali opere, si stia scavando e asportando una collinetta ubicata in uno dei tratti più suggestivi del territorio di Cannole. Questo almeno stando alle foto che sono comparse su Facebook sul profilo di Urpi te Macchia, sul quale si può leggere:

La società concessionaria della gestione del parco sta effettuando lavori di riassestamento e tutela dello stesso. A quanto sembra, inizialmente attraverso la realizzazione di una rete viaria perimetrale interna ed una successiva costruzione di muretti a secco. Per procurarsi il materiale inerte per tali opere, secondo quanto evidenziano le foto, si sta in pratica scavando, sbancando e asportando una collinetta in un tratto tra i più caratteristici e paesaggistici del territorio di Cannole. La collinetta in questione è quella posizionata a sinistra della Discesa te lu Casinu. Purtroppo, una parte consistente della collinetta la possiamo già vedere trasformata in stradoni e in quei cumuli di pietre comparsi, in questo periodo, lungo la strada delle Parrate, pronti per essere trasformati in muretti a secco.

È proprio attorno ad alcuni di questi interventi che sembrerebbero nate le discussioni. Gli ambientalisti, venuti a conoscenza dei presunti sbancamenti, avrebbero preso posizione a riguardo, in particolare per quanto concerne l’area della pineta dell’agro di Cannole, sita proprio nei pressi del luogo dove sarebbero avvenuti i lavori.

Sulla questione si è pronunciato il sindaco di Cannole Adriana Petrachi, che nella pagina Facebook del gruppo dedicato alla masseria Torcito ha dichiarato:

Oggi abbiamo notificato l’ordinanza di sospensione dei lavori, anche se nei giorni scorsi avevamo chiesto alla Provincia, titolare della concessione a costruire, la sospensione cautelare dei lavori, per verificare se erano state rispettate le prescrizioni imposte nella concessione stessa in cui veniva precisato che: non doveva essere alterato lo stato dei luoghi.

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A San Foca e San Cataldo un’iniziativa per l’ambiente


Dopo l’esperienza dello scorso anno, che ha visto impegnato diversi gruppi di persone volenterose, torna l’iniziativa “Puliamo le spiagge del Salento”.

L’appuntamento, fortemente voluto dai ragazzi dell’Associazione Suburban di Lecce & Surfrider Foundation Europe, avrà luogo domenica 25 marzo. Si partirà alle ore 11 con la pulizia di San Foca, precisamente con il “Lido li Marangi”, per poi spostarsi al “Molo di Adriano”, in quel di San Cataldo, verso le 15.

L’evento può essere inquadrato in un macrocosmo ambientalista, quello di “Iniziative oceaniche”, che vede impegnato ormai da tempo un gran numero di persone in tutta Europa per una giornata ecologica che ha come interesse la salvaguardia di mari, laghi e fiumi.

Si tratta di un’ottima occasione per chi voglia mettersi a disposizione di una buona causa, non solo a parole ma con i fatti. L’ambiente è cosa di tutti, e proprio per questo sarebbe auspicabile la presenza anche di intere famiglie oltre che di gruppi di amici e conoscenti. Questo faciliterebbe non solo i compiti logistici, ma creerebbe la possibilità di avvicinare i giovanissimi alle tematiche dell’ambiente, abituandoli ad una presa di coscienza che, in ultima analisi, li aiuterà a vivere meglio in età adulta. Formare uomini nel rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente è una delle sfide di quest’era contemporanea, dove l’impegno civico di tutti è una cosa urgente e necessaria.

In loco verranno forniti tutti gli strumenti necessari come guanti, sacchi e quant’altro per ottimizzare il lavoro.

“Si tratta di un piccolo gesto per sensibilizzare riguardo ad un tema grave, quale l’inquinamento marino, che reca danni enormi a flora e fauna”, spiegano gli organizzatori.

Gianluca Conte

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Alla Bit ribadita la vocazione green della Puglia


La Puglia e il Salento presenti alla Bit di Milano per mostrare la propria offerta turistica di qualità e puntare all’obiettivo della destagionalizzazione.
Una vetrina importante la Bit, utile anche per fare un resoconto delle passate stagioni turistiche pugliesi, controllare i trend futuri e proporre il proprio appeal ai buyers. Il fascino pugliese conta sulla tutela del patrimonio agricolo e culturale, grazie alle sempre più numerose manifestazioni del territorio pugliese, i comitati No Petrolio si energie rinnovabili di Monopoli, il salentino No Tap, Zero fumi sul Salento, il Comitato di Tutela per Porto Miggiano, gruppi spontanei che denunciano i reati ambientali.
L’altro ieri è stato presente l’assessore regionale all’ambiente Lorenzo Nicastro che ha parlato dei 10mila pugliesi che hanno detto no alle trivelle.
“Il presupposto essenziale per il nostro turismo sono politiche ambientali di tutela – ha chiosato Nicastro – è questo il quadro di riferimento entro cui lo sforzo di promozione del territorio s’inserisce, questa la motivazione per cui ho voluto esser presente alla conferenza stampa della Regione Puglia alla Bit di Milano. Noi siamo vigili contro gli scempi”.
Un turismo dei grandi numeri secondo i dati diffusi dall’Osservatorio della Regione. Il peso del Pil turistico su quello totale regionale nel 2010 è stato del 7,7% con un incremento dal 2006 del 126,5%.
Nel 2011 forte richiamo ha avuto Lecce, con un aumento d’arrivi del 13% e di presenze del 14%, così raggiungendo il secondo posto regionale dopo Vieste, terza Peschici, poi Alberobello, Bari, Manfredonia, Ugento, Fasano. Le tre province salentine Lecce, Brindisi e Taranto rientrano tra le prime 15 destinazioni per numero d’arrivi nello 2011, mentre Nardò, Porto Cesareo, Otranto e Gallipoli rientrano nella classifica dei primi 15 comuni della regione. La puglia è al terzo posto tra le destinazioni scelte dagli italiani, dopo Emilia Romagna, al secondo posto per percentuale d’occupazione di posti letto, al primo posto tra le regioni più visitate nel mese di agosto, con il 10,9% complessivo del turismo in Italia.
Intervenuto alla conferenza stampa alla Bit anche Nichi Vendola per la presentazione di “Puglia, terra di racconti”, il concept promozionale del prodotto Puglia 2012.
“Il segreto del successo della Puglia sta nel lavoro svolto sin qui per la professionalizzare il settore – afferma Vendola che per il futuro ha evidenziato la necessità di entrare nei mercati esteri – Cerchiamo di farci conoscere nel mondo e di fare in modo che il mondo venga ad arricchirci”.
Vendola ha poi ringraziato Giorgio Forattini e Roberto Vecchioni testimonial d’eccezione per la Regione. Alla conferenza stampa presente anche anche Amalia Grè “una voce che travalica i confini regionali”.
L’assessore Godelli ha ricordato come nel 2011 la Puglia abbia superato i 3 milioni di turisti, trend in crescita. Un mercato che non solo consolida le posizioni della domanda turistica tradizionale come Germania, Francia e Regno Unito, ma che vede profilarsi all’orizzonte nuovi Paesi di provenienza come la Russia (+ 40%) e i cosiddetti Paesi Brics, ovvero Brasile, India, Cina e Sudafrica.
Invece ha parlato d’eccellenze nel settore agroalimentare che hanno una ricaduta notevole sul turismo l’assessore alle Politiche Agroalimentari Dario Stefàno: “Siamo particolarmente orgogliosi di aver portato a Milano la rete di circa 70 masserie didattiche, qualità attraverso le proprie tradizioni culinarie ed enogastronomiche, diventate elemento catalizzatore di flussi turistici in Puglia”.

Jenny De Cicco

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Ambiente e sostenibilità: la sfida di Tricase per il futuro


Tutela dell’ambiente e salvaguardia delle risorse del nostro Pianeta sono ormai temi all’ordine del giorno e che interessano a vario titolo e in diversa misura le azioni politiche dei grandi governi e dei piccoli enti.

“Sostenibilità, energia auto-prodotta e condivisa secondo il modello della rete di Internet, e Idrogeno sono le parole d’ordine di una nuova economia”: questo il pensiero dell’economista Jeremy Rifkin, autore del saggio “La terza rivoluzione industriale”.

Secondo lo studioso, dopo quella del carbone e del petrolio, sarà l’era dell’idrogeno, una fonte di energia pulita e producibile in qualsiasi luogo del mondo, non soggetta, a differenza di fonti fossili e uranio, a concentrazioni territoriali e non tale da divenire materia prima strategica e geopolitica.

In questa prospettiva di un futuro più equo e solidale, all’insegna dell’energia verde prodotta da tutti e condivisa, si colloca, nel suo piccolo, una deliberazione dello scorso 15 dicembre del Commissario Straordinario della città di Tricase.

Il progetto, avviato nel marzo 2011, con il “Patto dei Sindaci per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica”, prevede appunto un impegno collettivo per la riduzione delle emissioni di CO2 di oltre il 20% attraverso l’ attuazione di un Piano di Azione per l’Energia Sostenibile.

Sostanziali modifiche attendono il comune di Tricase: è previsto, infatti, l’ adattamento delle strutture della città, inclusa l’allocazione di adeguate risorse umane, al fine di perseguire le azioni necessarie.

Importante per la buona riuscita della lodevole iniziativa sarà la mobilitazione della società civile, per individuare le politiche e le misure da attuare al fine di raggiungere gli obiettivi del Piano stesso, anche attraverso la condivisione di esperienze e conoscenze tra le unità territoriali coinvolte.

Saranno organizzati, inoltre, in cooperazione con la Commissione Europea ed altri attori interessati, eventi specifici (Giornate dell’Energia; Giornate dedicate alle città che hanno aderito al Patto) che permettano ai cittadini di entrare in contatto diretto con le opportunità e i vantaggi offerti da un uso più intelligente dell’energia.

A cadenza biennale, ai fini di una valutazione e sulla base di attività di monitoraggio e verifica, sarà stilato e presentato un Rapporto sull’attuazione del progetto, mentre i media locali saranno regolarmente informati sugli sviluppi del Piano di Azione.

Antonella Cazzato

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Un gasdotto a San Foca: il parto di un ecomostro?


La data del 2013, lontana eppure così vicina, potrebbe segnare per il territorio salentino un ulteriore battesimo per la speculazione economica e lo stravolgimento ambientale. Il fronte di cui si prospetta l’apertura, da qui a due anni, andrebbe ad affiancarsi a un deturpamento paesaggistico, quello dovuto al fotovoltaico e all’eolico selvaggi, del quale soltanto oggi incominciamo a prendere coscienza. Stiamo parlando del progetto di un gasdotto che dal Mar Caspio arriverà a San Foca, per poi proseguire fino a San Donato di Lecce, dove si allaccerà a una rete di distribuzione già esistente. La società che si occuperà dei lavori, la Trans-Adriatic-Pipeline (Tap), per metà svizzera e per metà norvegese, ha intenzione di procedere con uno scavo (onshore) profondo almeno 1,5 metri, largo 22 metri e lungo circa 20 chilometri. Un enorme serpente che si estenderà nel sottosuolo, per realizzare il quale è prevista l’apertura di alcuni cantieri temporanei che getteranno nello scompiglio l’intera superficie coinvolta. Il progetto, oltre ad alterare una delle coste più belle d’Italia, sconvolgerebbe il paesaggio di un’area vasta e di alto interesse ambientalistico, colpendo uliveti secolari e zone archeologiche. Inoltre, non si potranno costruire abitazioni nel raggio di 40-60 metri, né si potranno edificare ospedali, scuole e altre strutture sensibili nel raggio di 200 metri. La notizia del progetto di costruzione del gasdotto non è passata sotto silenzio, lo dimostra il fatto che diverse associazioni ambientaliste hanno già espresso il loro no categorico al megaimpianto, invitando le istituzioni e i cittadini a manifestare una ferma opposizione a quella che rischia di essere l’ennesima offesa ad un territorio già provato. “Evidentemente la fama di Melendugno come cittadina ospitale e accogliente è giunta in tutta Europa e i gruppi economici più disparati non vedono l’ora di approdare sul territorio melendugnese per condurre in porto i loro affari” si legge su un documento firmato Associazione Melendugno Nostra e Comitato No-Acquarossa. Una cosa è certa, si avverte la necessità di sensibilizzare da subito le coscienze su questo argomento, per evitare che questa situazione sia oggetto di una consapevolezza tardiva rispetto ai tempi di discussione sui tavoli istituzionali.

Gianluca Conte

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Risultati negativi dai dossier del Centro Servizi Volontariato Salento


I risultati presentati dal Centro Servizi Volontariato Salento il 20 ottobre scorso danno una visione del Salento poco confortante. Le inchieste si sono concentrate sulla disabilità, la psichiatria, le ripercussioni dei tagli alla sanità, le carceri, l’immigrazione e l’ambiente. I sette dossier “Visti da noi” sono finalizzati alla formazione di laboratori tematici, in cui poter affrontare ogni singolo aspetto con i diretti interessati e trovare così delle possibili soluzioni, come ha spiegato bene il presidente del Csvs Luigi Russo. “L’idea – ha commentato – è quella di contribuire a costruire un sistema Salento in cui pubblica amministrazione-mercato-terzo settore e soprattutto il volontariato siano protagonisti coordinati ed efficaci di sviluppo e qualità della vita”. Sono tutti dati allarmanti, come ad esempio quello sull’ambiente, dal quale si evince che nel Salento vi è un tasso di mortalità per tumore che va dal 5 al 20 % in più rispetto alla media regionale. Questo dato è da collegare ai fattori di inquinamento ambientale. Dai dati sulla povertà risulta che ben 41mila persone vengono assistite dal Banco delle Opere di Carità. “I dati diffusi dal Centro Servizi Volontariato Salento sono allarmanti. Nella sola provincia di Lecce – ha affermato il presidente del gruppo Udc alla Regione Puglia Salvatore Negro – ci sono 41mila poveri che non sanno come comprare il pane e aumentano le famiglie che si indebitano per tirare avanti, sperando in tempi migliori. Intanto a Roma il governo prosegue con la politica degli spot e annuncia decreti sviluppo che si risolvono in diatribe e contrasti”.

Alessandro Conte

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Maglie, quando i gatti mancano i topi ballano


Ratti nella periferia nord di Maglie. Segnalati nell’ultimo mese, grandi quanto gatti, nella zona a partire da via Montegrappa e dalle sue traverse e lungo le strade che portano alla statale 16. In questa periferia cittadina ci sono supermercati, abitazioni, locali, negozi, per cui si tratta di una zona abbastanza popolosa. Una questione annosa, segnalata anche negli scorsi anni e con precedenti amministrazioni comunali. Peraltro l’Mta, l’azienda mista che tra le altre cose si occupa della disinfestazione e della derattizzazione, ha sempre eseguito i controlli ed effettuato gli interventi tipici della sua attività. Il problema però va visto in un’altra ottica: i ratti sono stati avvistati, e anzi qualcuno ha avuto anche un incontro ravvicinato con la propria automobile, proprio nella zona di Maglie da dove, nelle scorse settimane, era giunta una segnalazione relativa a minacce di avvelenamento per gatti di proprietà., fenomeno più volte ripetutosi ogni anno, più o meno in questa stagione. E siccome i predatori dei topi sono i gatti, questa loro decimazione violenta, che dunque costituisce un danno doppio, può essere una spiegazione al fenomeno. Oppure, altra ipotesi, a volte le sostanze consentite dalla legge per la derattizzazione non sono molto aggressive per tutelare la salute di persone e piccoli animali domestici. “Effettueremo delle verifiche – assicura l’assessore alla Qualità della vita, Salvatore De Rubertis – e comunque in questo periodo stiamo già provvedendo a una derattizzazione in altre zone della città, proprio su segnalazione. Consigliamo comunque a tutti i cittadini di rivolgersi ai vigili urbani o direttamente all’Mta, che è preposta al servizio”.

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Giuggianello, attivi gli impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici


Giuggianello avvia l’attivazione del fotovoltaico sugli edifici pubblici. L’amministrazione comunale ha realizzato gli impianti sui tetti della sede municipale, la scuola primaria e dell’infanzia, il museo della Civiltà Contadina e il mercato coperto, per una potenza complessiva di centocinque kilowatt. Il Comune ha investito mezzo milione di euro con un notevole impatto ambientale e benefici sul piano finanziario.

Lo sfruttamento dell’energia solare eviterà l’immissione nell’atmosfera di sessantamila chilogrammi di Co2 e di altri agenti inquinanti prodotti dalle centrali elettriche a combustione, ma per il Comune ci saranno anche i vantaggi economici di “Quarto conto energia”: la normativa prevede un incentivo, che garantisce al proprietario di ricevere un corrispettivo proporzionato all’energia generata dall’impianto, e un ulteriore incremento del 10%, in caso di utilizzo di materiali come moduli fotovoltaici e inventer di produzione europea, e prevede anche uno scambio sul costo, con un risparmio sulle bollette di energia elettrica di tutti i consumi comunali derivanti dagli edifici e l’illuminazione pubblica.

Antonio Palma

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Risparmiare acqua si deve e si può: la ricetta del Comune di Minervino


Il risparmio idrico, anche se affrontato poco, spesso è tema di scottante attualità. Troppe volte, infatti, si tende a parlare del risparmio energetico come se questo abbia a che fare esclusivamente con l’elettricità, eppure anche l’acqua è un bene che va salvaguardato. Lo sa bene l’amministrazione comunale di Minervino, che sta mettendo in atto iniziative volte alla sensibilizzazione e alla messa in pratica del risparmio idrico. La campagna vera e propria per questa tematica, con lo slogan “L’acqua? Un bene prezioso. Non scaricarla”, partirà ufficialmente domani, e consterà di differenti tipi di attività, come l’affissione di manifesti che ricorderanno a tutti che, durante la stagione estiva, l’acqua potabile non può essere sprecata o utilizzata per uso irriguo, oltre che a ricordare che è importante attivarsi per il suo riutilizzo; il tutto accompagnato da un convegno che avrà come tema “L’acqua e i cambiamenti climatici”. Ma l’attività più interessante riguarda quello cui si è voluto dare il nome di “Sacchetto salva H20”: si tratta di un involucro che da domani sarà inviato a tutti i residenti di Minervino e delle frazioni Specchia e Cocumola, accompagnato da una lettera del sindaco Ettore Caroppo in cui si chiede l’utilizzo di questo gadget come piccolo gesto di collaborazione per la riuscita dell’iniziativa. Il sacchetto deve essere applicato al proprio water closet, e consentirà di risparmiare un litro di acqua per ogni volta che si mette in azione lo scarico. È stato stimato infatti che il sacchetto, se usato correttamente e da tutti, favorirà un risparmio di oltre 4 milioni di litri di acqua in un solo anno. “Un piccolo gesto ma concreto”, dice il sindaco Caroppo, “in un momento in cui non si fa altro che parlare, ma senza mettere in campo soluzioni serie ad almeno uno dei problemi che l’umanità dovrà affrontare con la massima serietà per evitare, ahimè, vere e proprie guerre, da qui a cinquanta anni, e che vedrà le nostre colture e le nostre abitudini cambiare in maniera irreversibile per la desertificazione che inesorabilmente avanza. Servono tanti piccoli gesti che, oltre a evitare sprechi inutili, farebbero risparmiare decine di euro a famiglia e milioni di euro per il trattamento delle acque, il loro smaltimento e il trasporto della stessa”.

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Gli ambientalisti contro l’allargamento della Maglie-Collepasso


L’allargamento della Maglie-Collepasso porterà al taglio di numerosi ulivi. E gli ambientalisti si scagliano contro il provvedimento, chiedendo alle autorità competenti di fermare questo provvedimento. Il taglio degli ulivi era nell’aria, dato che da qualche tempo, sulle piante a ridosso della strada, sono comparsi dei segni rossi, a indicare quali di questi arbusti avrebbero dovuto fare posto alla strada. Si tratta di una questione di sicurezza stradale, oltre che pratica, ma gli ambientalisti non ci stanno, soprattutto perché – spiegano in un comunicato – gli interventi di ripiantumazione sarebbero fuori luogo in questo periodo dell’anno. “Si tratta del tratto della SP 361, la strada provinciale Maglie-Gallipoli – spiegano dal Coordinamento civico di Maglie – sembrano lavori di allargamento della carreggiata e rettificazione della curva. Nulla da eccepire su tutto questo, che risponde a legittime e sempre auspicabili operazioni volte alla massimizzazione della sicurezza e scorrevolezza stradale, fermo restando che la riduzione della velocità, e l’aumento dell’attenzione del guidatore durante la guida, devono essere gli scopi principali da perseguire col massimo impegno per la riduzione vera e drastica della dolorosissima piaga sociale degli incidenti automobilistici”. Va detto però che nella zona gli incidenti stradali sono all’ordine del giorno e sono anche piuttosto gravi, anche per via della presenza di ulivi che non vengono “protetti” dal guardrail. La strada è abbastanza impegnativa, anche per via dei numerosi dossi naturali che in determinate ore del giorno rendono difficoltosa la visibilità, e la presenza dei mezzi pesanti fa il resto.

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La questione “pulizia e decoro” approda in Consiglio comunale a Maglie


L’ambiente prima di tutto. Si parlerà di questo, inevitabilmente, nel prossimo Consiglio comunale a Maglie, anche perché la capogruppo di opposizione di “Per cambiare Maglie”, Roberta Culiersi, ha depositato delle richieste di ordine del giorno e delle interrogazioni che parlano proprio di questo: tra cui quella sulla questione del degrado nel quartiere Policarita. Nelle scorse settimane, la testata Belpaese aveva pubblicato alcune foto che ritraevano lo stato in cui versa quella zona, tra erbacce e discariche abusive: così Culiersi chiede pubblicamente le ragioni nel ritardo della pulizia, e a chi siano da attribuire le responsabilità.

La questione è nota: alcune zone del quartiere Policarita non esistevano ancora, all’epoca della stipula con il contratto con l’Mta, la società mista che a Maglie si occupa del verde, oltre che della raccolta differenziata e della gestione dei parcheggi a pagamento, per cui la pulizia avviene alla bisogna, in modo da non gravare eccessivamente sulle tasche dei cittadini. Inoltre, per quanto riguarda le discariche abusive, la loro rimozione avviene su segnalazione dei cittadini, possibilmente cercando di individuare i colpevoli, come spesso l’amministrazione è riuscita a fare. C’è da immaginare tuttavia che il dibattito si infiammerà comunque, anche per i ritardi nella pubblicazione del catalogo PIA (Catalogo Pubblico Informazioni Ambientali), che avrebbe dovuto avere avvio il 31 marzo, per cui in un’altra interrogazione si chiede immediatamente la pubblicazione e la fruizione da parte dei cittadini a mezzo Ufficio per le Relazioni con il Pubblico. Inoltre Culiersi ha provveduto a due richieste d’ordine del giorno, una sulla “cicca selvaggia”, l’altra per regolamentare la distribuzione di volantini pubblicitari. Per quanto riguarda la prima richiesta d’ordine del giorno, si vuole mutuare la scelta che il capoluogo Lecce sta facendo in queste settimane, ossia sanzionare chi sporca la città abbandonando ovunque le cicche di sigaretta: se l’ordine del giorno dovesse passare, gli esercenti di locali pubblici dovranno dotarsi tutti di appositi posacenere al di fuori del locale, augurandosi che, magari attraverso le sanzioni, i cittadini recepiscano il messaggio. Di pulizia si parla anche nella richiesta d’ordine del giorno relativa alla regolamentazione del volantinaggio, che secondo Culiersi deve avvenire come il normale porta-a-porta, ossia attraverso la consegna nelle cassette postali e non in quelle comuni deputate alla pubblicità: un regolamento del genere dovrà essere vagliato attentamente, perché alcuni condomini hanno le cassette interne e la questione potrebbe non essere visto di buon occhio, a causa degli evidenti problemi che l’introduzione di estranei in una proprietà privata potrebbe comportare. Ma non si parlerà solo di ambiente in Consiglio comunale, dato che Culiersi ha chiesto anche la sottoscrizione di un protocollo contro l’infiltrazione mafiosa nei contratti di lavoro, come da informativa del Ministero per l’Interno: un punto sul quale c’è buon motivo di pensare che potrebbe passare all’unanimità.

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Tutela dell’ambiente, la Provincia lancia un progetto nelle scuole


Si fa presto a dire ecologia, ambiente e sostenibilità, ma purtroppo il territorio salentino, da tutelare e proteggere per la sua particolare bellezza, spesso subisce “attacchi” gratuiti da parte di chi dovrebbe esserne sentinella della sua bellezza: i suoi abitanti.

Una mano nella sensibilizzazione su tali temi la tende la Provincia di Lecce, lanciando il progetto “Sosteniamo la Qualità Ambientale del Salento”. Il 25 marzo scorso il Ministero dell’Ambiente ha, infatti, pubblicato l’avviso pubblico per l’attribuzione di contributi economici a enti pubblici, soggetti privati singoli o associati, per iniziative e interventi in materia ambientale. Il proposito ministeriale è stimolare procedure di evidenza pubblica per iniziative e azioni riguardanti la protezione dell’ambiente e la riduzione delle emissioni di gas serra sul territorio nazionale, con riferimento all’educazione e lo sviluppo sostenibile.

La Polizia provinciale ha dunque elaborato un progetto sul riciclo, la raccolta differenziata dei rifiuti e la mobilità sostenibile, tramite il potenziamento dei suoi agenti di polizia sul territorio, soprattutto nelle aree periferiche dismesse, le quali spesso forniscono un completo compendio dell’abbandono “artistico” di rifiuti speciali e ingombranti (TV, frigoriferi, etc.), d’inerti da demolizione, residui di potature, copertoni, rifiuti elettrici, elementi di eternit e batterie auto. L’abbandono degli scarti invadenti avviene infatti nonostante l’esistenza dei numeri verdi preposti, da comporre nel caso si avesse bisogno di liberar casa dagli scomodi “inquilini”, tramite i quali si può usufruire del ritiro e lo smaltimento GRATUITI.

Tramite l’iniziativa in oggetto, rivolta anche alla popolazione scolastica con l’obiettivo di illustrare il concetto di ambiente e della sua tutela nel tempo – attraverso il rispetto, il risparmio, l’ottimizzazione (sia nella fase di produzione che negli usi finali di energia), il consumo consapevole e l’importanza dello sviluppo ragionato e regolato delle fonti alternative di energia – si cercherà quindi di modificare le abitudini pessime di alcuni, ponendo l’accento sulla basilare mancanza di civiltà e rispetto per gli altri. Per il progetto è stato previsto l’acquisto di mezzi ecologici (1 auto e 4 scooter) per l’attività di vigilanza, la realizzazione di una copertura di 50 mq per la custodia dei mezzi con l’installazione di pannelli fotovoltaici, per la produzione di energia sufficiente al loro funzionamento e l’acquisto di strumentazione per il tele-controllo del territorio, per la rapida individuazione di siti interessati dalle pratiche vandaliche.

Jenny De Cicco

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