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Vendola, D’Agata e le liberalizzazioni


Liberalizzazioni, delusione della politica regionale pugliese. Nichi Vendola boccia a chiare lettere il decreto sulle liberalizzazioni varato dal venerdì scorso. Il leader di Sel nella relazione introduttiva dell’assemblea generale nazionale del suo partito. “La cosa che ci è piaciuta di più è quel che non è stato fatto. Siamo stufi del conformismo obbligato, vogliamo dire la nostra”. Secondo il governatore nel provvedimento Salva Italia “bisognava partire dalla patrimoniale, non sono state toccate banche e assicurazioni, mentre bisognava partire da lì”.

Sulle liberalizzazioni, Vendola ha osservato: “Le lenzuolate di Bersani all’epoca del governo Prodi erano liberalizzazioni più corpose e radicali, oggi vedo provvedimenti modesti accompagnati da un’enfasi propragandistica che mi ricorda il nostro recente passato. Tuttavia,qualcosa di positivo c’è”.

Ma in sostanza, ha affermato Vendola, “la montagna ha partorito il topolino”.

Giovanni D’Agata, dell’Idv di Lecce dichiara: “Gli ultimi vent’anni di liberalizzazioni sono costate agli italiani quasi 110 miliardi. Per le famiglie gli aumenti sono arrivati a 280 euro l’anno. Qui o si fa sul serio o è solo demagogia. Come detto, l’unico settore a salvarsi dagli esiti di quelle che appaiono come finte liberalizzazioni alla luce dei dati riportati, solo quello dell’energia elettrica dove nel complesso, il risparmio per le famiglie è stato di 6,7 miliardi di euro”.

Per tali ragioni, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti“, condivide l’analisi del segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi secondo cui “in Italia le liberalizzazioni, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno funzionato. Prezzi o tariffe sono cresciuti, con buona pace di chi sosteneva che un mercato più concorrenziale avrebbe favorito il consumatore finale. Purtroppo in molti settori si è passati dal monopolio pubblico a vere e proprie oligarchie private. Non si può parlare di liberalizzazioni dei trasporti come quello urbano dei taxi o dell’orario di apertura dei negozi che potrebbero apparire come iniziative quasi demagogiche per non dire populistiche, se prima non s’interviene con vere liberalizzazioni nei confronti delle lobbies e delle corporazioni che dominano quasi incontrastate l’economia del paese quali assicurazioni, banche e imprese del settore energetico”.

Jenny De Cicco

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Il 17 gennaio vertice Monti-Vendola sulla vicenda TrenItalia


Il presidente della regione Puglia promuove un incontro il prossimo 17 gennaio tra le regioni del Sud e il premier Mario Monti per risolvere il problema dei collegamenti ferroviari.

Nei giorni scorsi si è svolto presso il Cineporto di Bari l’incontro voluto da Nichi Vendola, su i tagli effettuati da Trenitalia, presenti i politici e le associazioni pugliesi. “Un incontro per coordinare la rivolta della Puglia contro un atto di violenza”- ha dichiarato Vendola – “Il 17 gennaio, incontrerò Monti, assieme ai Governatori delle Regioni del Sud”. Il governatore ha sottolineato l’inadeguatezza dei mezzi, che fino a ora hanno rappresentato un modo per deprimere la domanda e sopprimere l’offerta.

“Non ci siamo mai atteggiati ai leghisti del Sud ma ci sentiamo italiani e siamo pronti a finanziare i collegamenti , vogliamo implementare il resto del mondo a raggiungere la Puglia”.

Il governatore pugliese ha presentato l’avvocato Antonio Pinto dell’Associazione dei Consumatori impegnato in un’azione di diffida contro Trenitalia, per il peggioramento delle condizioni dei cittadini, presenterà un esposto all’Antitrust sull’aumento dei prezzi e per pratica commerciale scorretta, la nuova organizzazione prevede 4 livelli che sostituiscono le precedenti classi (prima e seconda), è necessaria l’istituzione di un numero verde (800661834) dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13 per i reclami e le denunce al fine di attivare le azioni di risarcimento danni.

La battaglia è bipartisan e a sostegno a Vendola arriva da Rocco Palese, capogruppo Pdl, che sottolinea: “L’incontro promosso dal Presidente sulla situazione dei trasporti ha avuto una valenza simbolica, oltre che di merito e deve essere d’esempio alla delegazione parlamentare della Puglia e del Mezzogiorno, perché si alzi una voce sola dai nostri territori per rivendicare ciò che ci spetta. E’ chiaro che se le proteste dei cittadini sono tante, non è possibile e non è vero che i treni sono vuoti”.

Proteste anche dall’associazione pugliese dei consumatori Adoc che evidenzia le disparità di trattamento tra il Sud e il Nord: “E’ accettabile che per una tratta che comporta 40 km in meno, circa, un cittadino di Bologna può raggiunge Roma due ore prima di uno da Bari?

E’ vero che il cittadino di Bologna dovrà pagare 8 euro in più per il biglietto, ma in questo caso va calcolata la differenza dei comfort tra un freccia rossa e al massimo un freccia argento”. Da qui la necessità di diffidare la società per valutare l’apertura di un’azione collettiva nei confronti dell’azienda, che deve dimostrare di aver provveduto ad applicare il comma 461 dell’articolo 2 legge 244/2007 (finanziaria 2008), sul coinvolgimento e la partecipazione attiva delle associazioni e dei cittadini nella determinazione e nel controllo degli standard dei servizi”.

“Trenitalia ci ha proprio stufato”, dichiara Peppino Longo dell’Udc da mesi protesta per le decisioni delle Ferrovie dello Stato.

Per il consigliere Massimo Cassano del Pdl la causa dei problemi ai trasporti pugliesi è “la mancanza di quella politica del fare che è stata il collegamento tra i palazzi romani e le esigenze del territorio, in Puglia è collegata a Raffaele Fitto e all’instancabile opera – quando era ministro della Repubblica – a favore dello sviluppo della sua Terra”.

Jenny De Cicco

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Maltempo, la Regione chiede lo stato di calamità


Maltempo in Puglia. Flagellate le coste pugliesi e convocata la V commissione regionale per richiedere lo stato di calamità naturale.

Solidarietà nei confronti dei gestori dei lidi espressa da Salvatore Negro, Udc, che propone di non far pagaro loro il canone per la concessione demaniale.

Il presidente della quinta Commissione, Donato Pentassuglia, accogliendo la richiesta urgente avanzata dall’assessore alla Protezione Civile Fabiano Amati e rispondendo alle sollecitazioni ha convocato un incontro della stessa Commissione con l’assessore competente e tutti i Presidenti dei gruppi consiliari per affrontare e discutere la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale d’avanzare al governo nazionale. Un documento con la quantificazione dei danni causati dal maltempo in Puglia da inviare alla giunta regionale, insieme alla richiesta (avanzata dai consiglieri) di convocare un incontro con i parlamentari pugliesi per affrontare i problemi rappresentati dalle disposizioni nazionali in materia. Questo l’impegno assunto dall’assessore regionale alla Protezione civile Fabiano Amati, a margine della riunione con i capigruppo in V commissione consiliare.

L’incontro era stato convocato da Pentassuglia a seguito della proposta bipartisan di Pd e Pdl per il riconoscimento dello stato di calamità naturale, che come ha spiegato Amati “si scontrerebbe con l’attuale legge nazionale, che costringe le Regioni a far fronte da sole alle emergenze, attraverso l’aumento delle tasse”.

Nel corso della riunione, l’assessore ha ascoltato gli interventi dei consiglieri presenti, “contrario a qualsiasi ulteriore aggravio della pressione fiscale” il capogruppo di Sel Michele Losappio, dello stesso parere Angelo Disabato (PpV) che si è detto favorevole alla proposta di “chiedere l’intervento del governo nazionale, anche attraverso il coinvolgimento dei parlamentari pugliesi”. Francesco Damone (Ppdt) ha ribadito invece “la necessità di contenere gli sprechi di risorse che potrebbero essere così destinate alle situazioni di emergenza”. Per Domi Lanzilotta (Pdl) invece, è necessario che “la Regione adotti una legge che consenta di individuare i criteri per l’assegnazione delle risorse necessarie” e auspica che si possa trovare il modo di accantonare, ogni anno, nelle pieghe del bilancio, fondi da destinare alle emergenze. “La legge nazionale che costringe le regioni a far fronte con risorse proprie ai danni causati da calamità naturali rende tutto più difficile”, Ha dichiarato il consigliere de La puglia per Vendola, Francesco Laddomada.

“I danni arrecati dal maltempo lungo la costa adriatica e ionica, non sono meno pesanti di quelli subiti dalla Liguria – ha ribadito il presidente del Gruppo Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro, durante i lavori della V commissione – Fortunatamente nella nostra provincia il maltempo non ha provocato vittime ma i danni sono stati altrettanto pesanti, al pari di quelli causati in Liguria o nel Veneto. Non vorremmo che ancora una volta ci fosse disparità di trattamento tra regioni del nord e quelle del sud. Auspicabile è anche un impegno dei parlamentari pugliesi per affrontare e risolvere questo problema. Come evidenziato nei giorni scorsi particolarmente colpiti risultano i tratti di costa, dove sono andati distrutti chilometri d’arenile, con grave danno per i gestori di lidi. A tal proposito, la Regione Puglia chieda al governo che almeno sia concessa ai gestori l’esenzione dal canone annuale relativo alla concessione demaniale, per venire incontro alle difficoltà delle strutture balneari. In tal modo i gestori potranno far fronte in parte ai danni causati dal maltempo”.

Jenny De Cicco

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Petrolio nell’Adriatico: la politica pugliese confida in Monti


Proteste contro le piattaforme petrolifere nel Salento. I politici pugliesi confidano nel nuovo governo Monti su una moratoria che blocchi le attività, intanto sono state inviate 800 cartoline al ministro Corrado Clini su iniziativa di Giuseppe Longo recanti le immagini più belle delle coste pugliesi.

Lo rende noto il consigliere regionale Giuseppe Longo (UDC) che dichiara la sua viva soddisfazione nella riuscita dell’iniziativa. “Devo ringraziare pubblicamente i numerosi amici che hanno accolto il mio invito ad inviare cartoline del nostro mare al ministro Clini per protestare contro le piattaforme petrolifere. Si tratta – prosegue Longo – d’un segnale importante e della conferma di quanto i cittadini siano legati al nostro mare.

Quello dell’invio delle cartoline è un modo tanto semplice quanto efficace per ribadire questo concetto e farlo metabolizzare anche al ministero dell’ambiente. La Puglia produce già energia a sufficienza, anzi più del dovuto, e non capisco il perché dobbiamo anche sacrificare la nostra terra ed il nostro mare nella ricerca di idrocarburi. Quindi le autorizzazioni vanno bloccate. Una volta tanto si chiedano sacrifici anche ad altri”.

Le occasioni per ribadire il “no”, sono offerte anche dal consiglio regionale, attraverso il suo presidente Onofrio Introna, che lo propone sul tavolo del nuovo sottosegretario all’ambiente Tullio Fanelli, di origini foggiane.

Ricordando le numerose iniziative a vari livelli istituzionali, “nel quadro di un generale e pacifico stato di mobilitazione dell’opinione pubblica regionale”, Introna ha illustrato al sottosegretario Fanelli “una serie di atti che consentiranno di apprezzare le esigenze della salvaguardia ambientale sulle quali l’intera Puglia insiste da tempo e che hanno ottenuto larga adesione e consenso anche in sedi extraregionali”.

Mentre i presidenti de La Puglia per Vendola Angelo Disabato e di Sinistra Ecologia e Libertà, Michele Losappio affidano le proprie speranze in una nota stampa.

“E ora non ci resta che confidare in una discontinuità del Governo Monti con il Governo Berlusconi sulle trivellazioni e prospezioni petrolifere al largo della Puglia – scrivono i presidenti – Confidiamo in un senso di maggiore responsabilità e rispetto verso le vocazioni ambientalistiche, economiche e culturali della nostra terra che sinora non abbiamo avuto modo di constatare. Siamo in una regione che ha un patrimonio naturale, artistico e architettonico tra i più belli al mondo, per la nostra economia giacimento di ricchezza turistica, di energia rinnovabile, motore di sviluppo industriale e rurale.

Con i sistemi civili e democratici che la costituzione italiana garantisce la Regione Puglia si è opposta a ogni iniziativa di ricerca e coltivazioni di idrocarburi liquidi nel mare Adriatico: il consiglio regionale pugliese all’unanimità con un articolo unico ha vietato ogni genere di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi, lo stesso hanno fatto le altre otto regioni adriatiche italiane, è intervenuta la Conferenza dei Presidenti dei consigli regionali chiedendo al governo Monti un ordine del giorno che blocchi tutti procedimenti autorizzativi in corso. Tutto è stato fatto. Il salvare il mare, la salute e l’economia dei pugliesi, ora non ci resta che confidare in un’inversione di rotta rispetto al passato del Governo Monti”.

Jenny De Cicco

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