Come di consueto, il 7 dicembre, a Calimera, si terrà la Puccella, una festa che rappresenta un evento tradizionale irrinunciabile e che vedrà, già dal mattino, la presenza non solo della popolazione calimerese ma di numerosi partecipanti provenienti da tutto il Salento e oltre.
L’appuntamento, che si svolge ogni anno in occasione della vigilia dell’Immacolata, affonda le proprie radici in un passato remoto, in cui la regola del non mangiare la carne – per la verità all’epoca già scarsamente fruibile – durante questa occasione religiosa di raccoglimento e devozione, portava a servire alimenti come appunto la puccella, ovvero il caratteristico pane con le olive a forma di puccia. La puccella veniva (e viene tuttora) accompagnata da altri alimenti come tonno, formaggio, capperi e naturalmente del buon vino.
La tradizione, fatta di contadini che preparavano il pane nei forni di pietra siti nelle campagne, continua ancora oggi in tutto il Salento. Ma a Calimera il tutto assume contorni più festosi, in quanto l’usanza non si limita alla sola degustazione della puccia, magari tra le mura domestiche e nell’intimità della propria famiglia nucleare, bensì porta la gente a ritrovarsi nei boschi situati sulla strada Calimera-Borgagne, facendo della puccella occasione di una vera e propria festa non solo per tutta la famiglia ma per la comunità intera.
Le pucce, impastate con prodotti naturali e genuini seguendo l’antico metodo, rappresentano un alimento imprescindibile per i salentini. Queste, cosparse di farina bianca proprio a significare la purezza della Madonna, sono il piatto principale della vigilia dell’Immacolata. La tradizione a esse legata, che non si esaurisce nella mera consumazione del pasto ma si allarga a un momento di condivisione religiosa e sociale , costituisce un forte legame tra passato e presente che restituisce importanti elementi di cultura identitaria.