Versi che si susseguono in maniera futurista, parole che vogliono ricordare dei sentimenti perduti, costatazione di un vuoto, quello del divenire contemporaneo. È questo “Il vuoto”, silloge di poesia di Giovanni Iasella, autore originario di Uggiano la Chiesa, edita dalle edizioni Del Grifo. Chi scrive si è voluto firmare con lo pseudonimo di Uno. Uno che non vuole essere l’unità dell’umanità differente con i suoi milioni di pensieri diversi, ma uno che getta un sasso in uno stagno, raccontando quello che sente. Le tematiche sono le più disparate, dalla solitudine, alla natura, all’ideologia, non sempre condivisibile, all’amore. L’elemento che spicca con forza è un’estrema consapevolezza del verso, che si traduce in un ritmo sincopato, che riecheggia di forme proprie dei futurismo sovietico à la Majakovskij, ma non disdegna neppure delle forme estetiche dannunziane, proprie dell’ideologia cui l’autore fa riferimento. Nonostante le poesie non siano mai spiccatamente politiche, infatti, trattano tuttavia di un’ideologia che traspare in ogni singolo verso. La raccolta è composta da 37 componimenti di differenti lunghezza, che si snodano lungo un centinaio di pagine. Indice e copertina sono, come per lo pseudonimo, di un’anonimia disarmante: il sommario è posto in ordine rigorosamente alfabetico, mentre la copertina bicroma, bianca e rossa, sembra voler mettere l’accento sul contenuto, anziché sulla forma, nonostante il succitato estetismo del verso. “Il vuoto” non è un libro per tutti, per una questione di gusto personale: è indubbio che molti non riusciranno a essere d’accordo con quello che questo libro contiene, ma alcuni ne saranno anche disturbati, mentre altri ancora lo gradiranno infinitamente, tutto dipende dalla formazione e dal tipo di sensibilità di ciascuno.
Angela Leucci