
Nata negli anni ’70, grazie all’impegno dei ragazzi di allora, la sagra voleva essere un momento utile per dare il benvenuto ai turisti che affollano l’estate di Otranto. Nella prima edizione il Club Mediterranée organizzò il trasporto dei suoi ospiti nel Centro Storico per farli assistere all’evento. La Sagra di San Pietro e Paolo, dopo oltre 40 anni di successi nel campo del turismo, è stata un po’ il portafortuna degli operatori turistici di Otranto. La sua riscoperta è un buon segnale di vitalità e di impegno ad accogliere gli innumerevoli ospiti di Otranto. All’epoca, il gruppo di ragazzi che avviò la sagra era legato al “Gruppo folk 2000” tra i primissimi ad incidere su disco e cassetta una pizzica tarantata. Anche in questa occasione un antico legame con quell’idea degli anni ’70 è stato ristabilito idealmente da Paolo Ricciardi che ha proposto un nuovo arrangiamento della canzone composta allora su “Santu Pietru e Santu Paulu”. Con una piccola iniziativa, il gruppo dei ragazzi dell’Associazione Hydro ha dimostrato che lo spirito festoso, divertente, goliardico, altruista e generoso degli idruntini non è morto negli anni ’80 ma vive ancora oggi. Festa e musica, cibo e tradizione fanno del Salento una delle mete preferite dai vacanzieri di tutto il mondo. Proprio con questo evento Otranto dimostra di non essere solo una località commerciale per il turista, ma di avere anche la passione per l’accoglienza ed il gusto dell’intrattenimento che si ritrovano nei paesi dell’entroterra. Peccato che tali iniziative siano guardate con sufficienza, che la stessa pizzica e la musica folk siano viste come troppo “popolari” per la nobile Hydruntum. Forse, in tanti, sbagliano non considerando che il mondo Colto e quello Popolare hanno innumerevoli punti di contatto e scambi fecondi. Per fare un esempio, basti ricordare che dietro l’invenzione della sagra negli anni ’70 c’era la tradizione (che risale al 4° secolo) per cui San Pietro toccò il suolo italiano per la prima volta proprio sbarcando nel porto di Otranto ed un patrizio romano offrì la sua abitazione per farla diventare una chiesa cristiana.
Elio Paiano