
“Ricadute narrative della contingenza esistenziale” è il titolo del nuovo libro di Antonio Pagliara. L’autore spiega che è un titolo volutamente impronunciabile e significa “racconti autobiografici”. Lo scrittore salentino è nato a Tuglie, ha vissuto tre anni in Colombia e uno in Iran e vive attualmente a Istanbul, dove insegna in un liceo italiano. Il libro, pubblicato da Lupo Editore, racconta un Salento inedito, lontano da quello conosciuto nelle cartoline, nei documentari o negli itinerari turistici enogastronomici. Eppure Pagliara, della sua terra non trascura niente, dai paesaggi alla sofisticata arte salentina dell’inzuppare il biscotto, dalla mancanza di lavoro alla fuga dei cervelli, da serate passate a filosofeggiare mangiando lumache e bevendo vino agli aneddoti popolari. Con le loro bravate, personaggi come Ciccio Spina, cliente affezionato del bar Sguario, e Marco Cazzafitta, faranno sorridere il lettore; i misteri della Malumbria o del Bezelit non annoieranno. Ai racconti salentini seguono quelli dei viaggi in Iran, Colombia e Turchia. Il libro infatti è un rapido susseguirsi di immagini, suoni, colori, oggetti e azioni che colpiscono i sensi e la fantasia. Nel testo si alternano momenti di scrittura cabarettistica e lunghe scorribande barocche, racconti cinici a finzioni metafisiche. Solo alla fine del libro il lettore potrà decidere se aderire al severo giudizio del “professore”, oppure raccogliere la sfida e decidere cosa fare delle ricadute: se ridere o sorridere, pensare, incantarsi o, semplicemente, godersele.
Serena Cappello