
La dodicesima edizione del Mercatino del Gusto si appresta alla chiusura. È stato come al solito un grande evento di richiamo per Maglie e per il Salento, una di quelle manifestazioni di qualità che riescono a coniugare la cultura a tutto tondo, dal vino al jazz, dal presidio del cibo alla pizzica, dall’arte figurativa alla birra. Riassumere in due parole il Mercatino non è assolutamente facile, perché quello che si è visto in questi giorni ha avuto delle punte altissime, in termini di qualità e di attrattività di ciò che veniva servito nelle vie dedicate strapiene di stand, nelle cene a tema, nelle parole degli esperti del gusto. Non sono mancati sporadici gesti di inciviltà da parte dell’utenza, che non sempre si è mostrata all’altezza della manifestazione e ben educata, ma questo si può dire di qualunque iniziativa abbia un simile richiamo di pubblico: in fondo il mondo è bello perché è vario. Ma cosa resta del Mercatino del Gusto? Certamente un grande evento che si perpetua negli anni arricchendosi e tenendo il passo con i tempi che cambiano. Restano i sapori, i profumi della genuinità che qualcuno lungimirante ha acquistato negli stand per il futuro prossimo. Resta la bellezza di una città da sempre signorile, che racconta la sua storia anche attraverso i suoi imprenditori a partire da Maurizio Maglio (quello dei gustosi cioccolatini, per intenderci), rientrato nell’organizzazione. Resta Maglie, in attesa del prossimo Mercatino, e un’attenzione che deve incentrarsi sulla cura generale della città, da parte di tutti cittadini, anche nel resto dell’anno. Sperando che dalla prossima edizione, nell’organizzazione, rientri anche il vicesindaco Tonino Lio. Perché, al di là delle idee politiche, il Mercatino è anche una sua creatura.