
Quanto ne sanno gli amministratori magliesi della nostra locale storia patria? È una domanda che a volte ci si pone, perché si dovrebbe partire dal presupposto che un amministratore conosca bene la storia per non commettere gli errori del passato. Per cui abbiamo compilato una sorta di statistica, rivolgendo a quattro tra consiglieri e assessori, tra maggioranza e opposizione, sette domande sulla storia di Maglie. In generale, gli amministratori magliesi (sono stati intervistati il consigliere di Città Libera Antonio Giannuzzi, l’assessore alla Cultura Rossano Rizzo, il consigliere Udc Mario Chirilli e il consigliere di Giovane Maglie Dario Vincenti) risultano tutti promossi. Le domande sono state poste assolutamente a sorpresa, sebbene il risultato non garantisca che tutti coloro che ci amministrano conoscano queste risposte ma solo degli intervistati abbiamo certezza. Alcune domande avevano più di un’interpretazione. A partire dalla prima, che riguardava il secolo di nascita della città di Maglie. Se Chirilli, Vincenti e Giannuzzi hanno abbracciato l’ipotesi ufficiale che farebbe risalire la nascita della città tra i secoli XVI e XVII, l’assessore alla Cultura ha risposto invece XII secolo, abbracciando l’ipotesi dell’esistenza di comunità coese sul territorio già da allora, ipotesi confortate dalla presunta antichità della cappella di Sant’Antonio Abate, fornita anche di ruota degli innocenti. Agli amministratori è stato chiesto anche di fare tre nomi di personaggi illustri: in realtà qui emerge più che una questione di conoscenza, un risultato psicologico. Tutti hanno fatto il nome della benefattrice Francesca Capece, ma emergono soprattutto altre donne, le benefattrici Concetta Annesi, Rosetta Palma e Michela Tamborino, il senatore del Regno Oronzio De Donno, lo statista Aldo Moro e il fondatore della biblioteca Francesco Piccinno. Tra gli intervistati tutti sapevano che il palasport è intestato all’olimpionico di lotta greco-romana Fernando Lapalorcia e il precedente nome di piazza Aldo Moro era piazza Municipio. Due di loro, Vincenti e Chirilli, inoltre sapevano che è ad Achille Tamborino, non a Vincenzo, nome fatto dagli altri intervistati, che è dedicata la villa chiusa della piazza omonima. Bravi tutti sulle testimonianze più antiche: sono state enumerate le testimonianze presso San Sidero, il menhir delle Franite, l’antica chiesa greca che sorgeva un tempo al posto della Madonna della Scala. Interrogati sui personaggi della toponomastica, tutti sapevano delle numerose attività svolte in vita dallo studioso ed educatore Pasquale de Lorentiis, che Carlo Candido era un imprenditore, erano un po’ meno certi che Luigi De Maggio fosse un fotografo, mentre Luisa Tamborino Magnini viene ricordata più come benefattrice, benché fosse anche una pregevole poetessa. Nessuno ricordava però Angelo Lezzi, eroe di guerra e generale dell’arma.